Più qualità per gli allevanti della trota iridea grazie alle ricerche condotte dalla Fondazione Mach di San Michele all’Adige (Tn)

0
578

Da oggi si potrà migliorare la qualità della trota iridea allevata in Trentino, grazie ai risultati delle attività di sperimentazione condotte dal Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione Edmund Mach.

Cinque anni di campionamenti, 18.500 trote analizzate, 155 mila misurazioni e 1600 campioni di dna raccolti, hanno consentito di selezionare presso l’impianto ittico di San Michele ceppi di trota iridea ad elevata resa commerciale e con caratteristiche qualitative di pregio, e costituire un parco riproduttori composto da 2.500 trote.

I risultati del progetto “Migliorfiletto” sono stati presentati alla Fondazione Mach nell’ambito di un seminario di aggiornamento per troticoltori organizzato in collaborazione con il Servizio vigilanza e promozione attività agricole della Provincia autonoma di Trento.

L’unità servizi ambientali ed acquacoltura si è avvalsa anche della collaborazione dell’Università di Firenze, Udine e di ASTRO, la cooperativa che raccoglie tutti i produttori di trote in Trentino, che ora, con i risultati ottenuti, potrà migliorare la produzione e la competitività del proprio prodotto sul mercato. “La ricerca ha permesso di caratterizzare geneticamente i ceppi di trota iridea allevati in provincia e valutarne i caratteri quantitativi e qualitativi per individuare i ceppi con le rese migliori produttive” spiegano i responsabili del progetto Fernando Lunelli e Filippo Faccenda. Gli strumenti utilizzati sono stati il monitoraggio produttivo di alcune troticolture locali, la valutazione comparata dei parametri  ambientali e lo svolgimento di prove di performance su ceppi di trota di diversa origine, per scegliere infine quelli in grado di esprimere e conservare la maggiore resa e qualità.

Durante il seminario, introdotto da Fernando Lunelli, responsabile dell’unità servizi ambientali e acquacoltura della Fondazione, Roberta Martelli dell’Università di Firenze ha presentato i risultati del progetto Filidea che aveva l’obiettivo di analizzare la qualità di filetti di trota iridea (Oncorhynchus mykiss) appartenenti ai ceppi testati dal progetto Migliorfiletto e allevati presso tre impianti di produttori della cooperativa ASTRO, fornendo un prezioso risultato per il miglioramento della strategia produttiva da parte degli allevatori. Marco Galeotti dell’università di Udine ha illustrato la proposta per il nuovo progetto IRIDEA “Innovazione della filiera della trota iridea regionale per il miglioramento della qualità e dell’interazione con l’ambiente”  mentre la ricercatrice Federica Camin del Centro ricerca e innovazione IASMA ha parlato dell’utilizzo delle analisi isotopiche per la tracciabilità di prodotti ittici all’interno di quest’ultimo progetto.

Nel pomeriggio spazio al tema dell’acquacoltura biologica. Una “nuova opportunità” per il settore troticolo secondo Federico Bigaran del Servizio vigilanza e promozione attività agricole PAT. La Provincia  ha commissionato a San Michele un progetto rivolto a sensibilizzare i troticoltori verso una produzione di tipo biologico. Questo perché nel luglio 2010 il Regolamento (CE) n°710/2009 è divenuto applicativo e regolamenta la produzione di pesci biologici. “Sono stati selezionati una decina di allevamenti trentini – ha spiegato Filippo Motta del CTT- che riteniamo in grado di convertire la propria produzione da tradizionale a biologica con minimi interventi strutturali”. Infine il veterinario Andrea Fabris ha parlato delle esperienze pregresse e delle criticità di questo nuovo settore.