“Nuova Valsugana” ecco il tracciato di massima approvato dalla Giunta regionale del Veneto

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Renato Chisso
Renato Chisso

Renato ChissoChisso: “la dichiarazione di pubblica utilità accelera i procedimenti. Il tracciato non è affatto alternativo alla Valdastico Nord”

“La Nuova Valsugana è complementare e non alternativa alla Valdastico Nord: entrambe stanno in piedi economicamente”. Netta e chiara la dichiarazione dell’assessore alle politiche della mobilità del Veneto Renato Chisso nello spiegare i contenuti della decisione adottata dalla Giunta regionale del Veneto, che ha dichiarato di pubblico interesse la proposta di finanza di progetto per la progettazione, realizzazione e gestione della Nuova Valsugana, formalmente il cosiddetto “Itinerario della Valsugana Valbrenta – Bassano Ovest. Superstrada a pedaggio”. Con il provvedimento, la Giunta ha fatto proprie le prescrizioni e le osservazioni contenute nel parere del Nuclei di Valutazione e Verifica degli investimenti. La proposta era stata presentata dal raggruppamento temporaneo di imprese costituito da Impresa Pizzarotti & C. spa (Mandataria), Ing. E. Mantovani spa, C.I.S. spa, Cordioli spa (mandanti). “Il project in questione – ha sottolineato Chisso – non prevede alcun contributo pubblico a carico del bilancio regionale, sia in conto costruzione che in conto esercizio, mentre il transito sarà gratuito per i residenti”.

 

“Il problema di una nuova Valsugana – ha ricordato Chisso – è al centro dell’attenzione delle Comunità Locali da una quarantina d’anni”, per dare una risposta a quel pezzo di strada che ancora oggi transita con una carreggiata strettissima dentro i centri abitati presenti nella parte sud della Valsugana: una situazione che ha provocato decine di vittime e disagi a non finire. “Per quest’arteria contiamo una media di 12.000 transiti al giorno, destinati ad aumentare con l’entrata in esercizio della Pedemontana Veneta, dove confluirà buona parte del traffico da Nord Est diretto al Brennero.

Per l’ammodernamento completo dell’arteria servirebbero finanziamenti pubblici che dallo Stato non sono mai arrivati. Ci siamo attrezzati, abbiamo lanciato una gara, abbiamo avuto delle risposte, il project prevede la realizzazione di una superstrada a pedaggio di circa 27,2 km, con tracciato che si estende, da sud a nord, da Castelfranco Veneto (S.R. n. 53) a San Nazario (S.S. 47 – località Pian dei Zocchi)”.
Il tracciato è suddiviso in due tratti: quello “a monte”, per complessivi circa 18 km dei quali 11 in galleria, con tre corsie per senso di marcia all’incirca da S. Zenone degli Ezzelini a San Nazario e due corsie nella restante tratta fino alla Pedemontana; quello di valle, dalla “Postumia” presso Castelfranco Veneto fino alla Pedemontana, con una corsia per senso di marcia. I Comuni interessati, nella proposta progettuale presentata, sono: Castelfranco Veneto, Castello di Godego, Loria, Rossano Veneto, Cassola, Romano d’Ezzelino, Solagna, San Nazario.

“Giovedì apriremo un ulteriore confronto con le comunità locali – ha ricordato Chisso – e apporteremo tutte le modifiche compatibili con le loro richieste”. Tra le prescrizioni tecniche del NUVV, già accolte con la delibera di oggi, vi sono quella che impone che impone al proponente di inserire e approfondire, in sede di Studio Impatto Ambientale (SIA), l’alternativa progettuale che prevede di dare continuità all’itinerario Bassano – Castelfranco Veneto, in luogo dell’attraversamento in corrispondenza dell’abitato di Cassola centro, tramite l’utilizzo di un tratto della Superstrada Pedemontana Veneta, dallo svincolo di Bassano Est a quello di Mussolente – Loria, ricollegandosi alla soluzione di progetto a sud di Cassola, tramite la già prevista bretella di Loria, opera complementare di adduzione della Superstrada Pedemontana Veneta. Inoltre, dovranno essere valutate soluzioni alternative di tracciato, con prevalente soluzione in galleria naturale, che consentano di risolvere le criticità presenti in località San Marino in Comune di San Nazario.

“I passaggi successivi – ha infine ricordato Chisso – riguardano l’apertura del confronto per concretizzare le alternative e le modifiche proposte in termini di Studio di Impatto Ambientale, la Valutazione d’Impatto Ambientale regionale, la VIA nazionale e il CIPE. Con il decreto ‘salva Italia’ ci sarà la possibilità di tagliare i tempi sulle procedure relative al progetto definitivo. Sottolineo che questa opera, come le altre di questo genere – ha concluso l’assessore – è di proprietà della Regione e, una volta scaduta la concessione torna del tutto nostra, con la possibilità di avere un nostro patrimonio di esercizio. In ogni caso, dopo tre anni dall’apertura la metà degli utili, anziché entrare nelle tasche dei concessionari, andrà alla Regione stessa, che potrà reinvestirli nel settore infrastrutturale”.