“Nuova Valsugana”, scoccano le polemiche per l’avvio delle procedure per la realizzazione dell’opera

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Renato Chisso
Renato Chisso

Renato ChissoChisso risponde a Reolon e a Puppato. Incontro positivo con i sindaci del territorio interessati all’opera

L’avvio delle procedure per la realizzazione della “Nuova Valsugana” ha dato la stura alle polemiche politiche. Il consigliere regionale PD Sergio Reolon ha giudicato inutile l’opera, suscitando la reazione dell’assessore regionale ai trasporti Renato Chisso: “che il Veneto abbia bisogno di uno sbocco stradale a Nord verso l’Europa è un’ovvietà non confusa, se non nella testa di chi non ha seguito una vicenda che, come sempre in questo Paese, si scontra con veti e procedure defatiganti, sui quali io continuo e continuerò a lavorare per raggiungere l’obiettivo, Con le sue dichiarazioni, Reolon fa solo il suo mestiere di opposizione con ben pochi argomenti, aggrappandosi però a divergenze presunte e a fatti inesistenti”.

Alla consigliera Laura Puppato che ha dubitato dell’interesse pubblico della “Nuova Valsugana”, Chisso punta ai morsi succeduti negli anni “nel sciagurato tratto di Carpanè e San Nazario: forse un centinaio, di certo molte decine. Leggere la dichiarazione della consigliera Laura Puppato sulla questione mi fa pensare che, al di là del legittimo confronto politico e della diversità di posizioni, lei non sappia di cosa sta parlando. Dove sta l’interesse pubblico? Ne discutiamo in cimitero, verrebbe da dire”.

Chisso ripercorre la storia della Supervalsugana: “la Valsugana, strada strategica in tutti i sensi, storico, trasporti stico, economico e per un certo periodo anche militare, venne adeguata alle nuove esigenze di traffico verso la fine degli anni settanta e divenne, da Trento a Bassano, una superstrada a quattro corsie, due per senso di marcia, tranne che per una decina di terribili chilometri, che hanno funestato gli utenti e compromesso la qualità della vita delle comunità locali. I comuni interessati, da almeno un trentennio e forse più, chiedono l’eliminazione del problema: non c’è nessuna voglia di asfalto o di cemento, c’è da risolvere una voragine nera e la richiesta delle realtà locali è fortissima”.

“I vari tentativi progettuali fatti nel corso dei decenni successivi si sono scontrati con veti degli apparti statali, che dicono no, ma non danno suggerimenti. Soluzione in destra Brenta? Non si può. Soluzione in sinistra? Non si può. Finalmente – ha ricordato Chisso – si è arrivati, circa un lustro fa, ad una ipotesi concordata ritenuta accettabile e senza veti, il cui costo, circa 700 milioni di euro, non era però sostenibile da nessuno: né dallo Stato, né dalla Regione, né tantomeno da Provincia e Comuni, né da tutti questi enti assieme. Nasce qui l’ipotesi di una struttura capace di ripagarsi senza gravare su casse pubbliche esauste e sui residenti. Una prima ipotesi, in destra Brenta, venne ritenuta troppo impattante. Abbiamo aperto ad una proposta alternativa, in sinistra, come chiedevano i sindaci. Ora c’è un project financing che prospetta una risposta vera, che le società proponenti ritengono sostenibile. Il problema non è di opporsi, ma farlo nel migliore dei modi per rispondere a tutte le esigenze del territorio. E’ quanto stiamo facendo”.

“Ed è questo il punto – ha concluso Chisso – noi siamo chiamati a fare, non a predicare o a polemizzare. La nostra gente ci chiede fatti, e non da oggi: sulle strade, sulle ferrovie, sul lavoro. E noi tutti dobbiamo impegnarci, sapendo che i soldi sostanzialmente non ci sono o sono pochissimi, ma almeno con la consapevolezza che il Veneto ha saputo non indebitarsi. Troviamo le risposte, diamo tutti contributi rispetto al fare”.

Il fronte Veneto non è l’unico a ribollire: c’è anche quello trentino, dove l’assessore provinciale ai trasporti Alberto Pacher ha già iniziato le manovre di disturbo, ricordando come “nessun progetto si potrà fare senza l’accordo con il Trentino e aspettiamo l’incontro che si svolgerà nei prossimi giorni con Zaia e lo stesso Chisso per giudicare i fatti”.

Mentre la politica fa polemica, gli amministratori locali interessati all’opera si sono incontrati nella sede di Veneto Strade, a Mestre: qui Chisso si è confrontato con i sindaci di Bassano del Grappa, Cassola, Mussolente, Romano d’Ezzelino, Rossano Veneto, San Nazario, Valstagna, Castelfranco Veneto, Castello di Godego, Loria, Tezze sul Brenta, interessati alla realizzazione della Valsugana.

Alla riunione era presente anche la Provincia di Vicenza. Nel corso dell’incontro sono state delineate le linee di azione per i prossimi giorni. Verrà attivato lo studio di impatto ambientale e già dalla prossima settimana inizieranno le riunioni tecniche tra regione del Veneto, la provincia di Vicenza i comuni interessati dall’opera e i promotori del progetto, per definire le criticità e le compensazioni ambientali per l’opera. “L’incontro si e’ svolto in un clima molto sereno e collaborativo – ha detto l’assessore Chisso – ai sindaci che non hanno partecipato alla riunione di oggi, dico che questa infrastruttura si farà e ritengo sia opportuno, nell’interesse dei cittadini, di abbandonare qualsiasi tatticismo politico e di lavorare assieme per dare, ripeto, ai cittadini le risposte migliori”.