Rincaro dei carburanti, il trasporto merci di Unatrans proclama il fermo dei servizi per gennaio 2012

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Maria Teresa Faresin
Maria Teresa Faresin

Maria Teresa FaresinFaresin (Confartigianato trasporti del Veneto): “no a questa manovra”.

Era praticamente scontato che il mondo dell’autotrasporto (che oggi significa oltre l’80% della movimentazione delle merci in Italia) non potesse rimanere inerte dinanzi ai contenuti della manovra “salva Italia” (o affossa Italia?) del Governo Monti, dove con un colpo di mano si è alzato il costo del gasolio di ben 13 centesimi al litro ritoccando (come al solito! Che va ad aggiungersi agli altri tre interventi verificatesi nel corso del 2011) le accise gravanti sui carburanti. Ovvio che un simile rincaro faccia sballare il conto economico delle aziende di autotrasporto, specie in un momento di crisi come l’attuale, dove i contratti di trasporto vengono spesso stipulati su base annuale, con grandissime difficoltà a recuperare costi non preventivati come quello dell’aumento dei carburanti, cui s’aggiunge la concorrenza sempre più forte dei vettori provenienti dall’Est europeo che possono contare, oltre su un costo del carburante decisamente più basso di quello italiano, anche di minori costi fiscali e sociali rispetto ad un’azienda del NordEst.

L’Unione degli autotrasportatori Unatrans di cui Confartigianato Trasporti fa parte ha annunciato ufficialmente il blocco del servizio di trasporto, con il fermo dei camion a gennaio 2012.

“Siamo fortemente determinati a procedere con un fermo di protesta dell’autotrasporto”: lo annuncia la presidente regionale degli Autotrasportatori di Confartigianato Veneto, Maria Teresa Faresin, dopo la riunione Unatras, subito spalleggiata da Cristian Foscarini, presidente di Confartigianato trasporti della Marca Trevigiana.

A giudizio della categoria, dopo aver più volte richiesto un tavolo di concertazione con il Governo, “l’aumento insostenibile del costo del gasolio (settemila euro all’anno per veicolo in media), i costanti aumenti dei premi assicurativi, l’aumento delle giornate di divieto di circolazione, il rischio della cancellazione dei costi di sicurezza e la deregolamentazione delle norme per l’accesso alla professione di autotrasportatore compromettono la sicurezza sulle strade e riducono la competitività delle imprese”.

Confartigianato Trasporti del Veneto ha pertanto deciso di aderire al fermo ei servizi di autotrasporto proclamato dal’Unatras che sarà effettuato entro la fine del mese di gennaio 2012. Secondo Cristian Foscarini, “nessuno può ragionevolmente pensare che l’autotrasporto italiano sia in condizione di sostenere il peso di una situazione così drammatica che viene esasperata dalle scelte contraddittorie del Governo che comprometteranno definitivamente la già scarsa competitività dell’autotrasporto merci in Italia che si riflette sull’economia nel suo complesso. Il fermo viene proclamato per garantire un futuro alle migliaia di imprese del settore che rischiano la chiusura”.

Oltre al rischio chiusura per un comparto strategico per l’economia nazionale, il deciso rincaro delle accise sui carburanti avrà come conseguenza di riaccendere con decisione l’inflazione, oltre ad acuire la già certa recessione economica prevista per il 2012 per l’Italia. Inoltre, il meccanismo perverso con cui vengono riconosciute alle aziende di autotrasporto il bonus sulle accise dei carburanti (per altro sempre più magri) aggrava il costo burocratico gravante sulle aziende, oltre a trasformare il settore dell’autotrasporto in una sorta di banca impropria nei confronti dello Stato, visto che i rimborsi del bonus sul carburante vengono erogati sempre con eccessivo ritardo. Da qui la richiesta della categoria di avere il pagamento mensile del rimborso sulle accise del gasolio, meccanismo che potrebbe essere ulteriormente semplificato mediante la riduzione diretta e stabile del prezzo dei carburanti alla pompa, sia per limitare il peso sull’inflazione, che per ridare fiato all’economia in generale ed anche al comparto turistico, visto che il costo dei carburanti costituisce un fattore decisamente concorrenziale sulle motivazioni di scelta di una località turistica.

Tutto ciò è forse troppo per il Governo dei professori?