Allarme in Polesine per la magra del fiume Adige che favorisce la risalita del cuneo salino dal mare

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Adige barriera anti sale mare adriatico

Adige barriera anti sale mare adriaticoA rischio l’irrigazione dei campi per la magra storica del fiume. Giuriolo (Coldiretti): “ecco i primi effetti dei tagli regionali alla bonifica”

E’ emergenza per il pericolo imminente di risalita del cuneo salino dalla foce dell’Adige. Si materializza così il primo risultato dei costanti tagli ai finanziamenti regionali per le opere di bonifica e per la subsidenza in Polesine, già denunciati da Coldiretti Rovigo e dalle altre organizzazioni agricole polesane, in occasione dell’ultima proposta di bilancio veneto.

L’acqua salata che risale lungo l’Adige significa ripercussioni sull’ecosistema e sull’ambiente. In assenza di precipitazioni, nei prossimi giorni non saranno più garantite le irrigazioni agricole nei territori di Rosolina, Chioggia e S. Anna.

La siccità degli ultimi tempi ha abbassato la portata del fiume a meno 3,80 metri rispetto allo zero idrometrico al livello di Boara Pisani. A questa quota corrisponde una portata variabile tra i 60 e 80 metri cubi d’acqua al secondo: insufficiente perché possa funzionare lo sbarramento antisale posto alla foce dell’Adige, costruito negli anni ’90 con una spesa di 15 milioni di euro e non più adeguato alla portata minima che il fiume ha fatto registrare nell’ultimo decennio.

Il Consorzio di bonifica Delta del Po, competente per comprensorio, non ha le disponibilità economiche sufficienti per gli interventi strutturali necessari per rimodernare la barriera antisale.

“La soluzione al problema non può essere la costante danza della pioggia dei Polesani – commenta amaro il presidente di Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo –. Il Veneto sta dando un brutto esempio di gestione del territorio e, per il secondo anno consecutivo, stanzia zero euro per le opere di contrasto all’abbassamento del suolo (e al conseguente fenomeno del cuneo salino). Sono tagli devastanti e autolesionisti. Per loro fortuna, le altre province venete non conoscono questi fenomeni – continua Giuriolo – ma i Polesani sanno bene che la subsidenza sta pericolosamente continuando nel nostro territorio e non è stata causata dai cittadini Polesani, bensì dalle estrazioni metanifere degli anni ’50. Per riparare questi danni permanenti, lo Stato aveva riconosciuto dei fondi speciali ai territori colpiti: Polesine, ferrarese e ravennate. Infatti, al contrario del Veneto, la regione Emilia Romagna nei propri bilanci sta continuando ad indirizzare i fondi statali verso le opere di bonifica dei propri territori colpiti dalla subsidenza”. L’auspicio del presidente di Coldiretti Rovigo è che “nel bilancio veneto 2012 si provveda ad inserire quei fondi per subsidenza e sollevamento dell’acqua, perché sono indispensabili per la nostra provincia, e non soltanto per il mondo agricolo”.