La “Gazza ladra” di Gioachino Rossini torna dopo oltre un secolo al Teatro Filarmonico di Verona

0
856
arena di verona bozzetto gazza ladra 2 1
arena di verona bozzetto gazza ladra 2 1Venerdì 20 aprile alle 20.30 Prima dell’opera, per la regia di Damiano Michieletto. Al suo debutto alla direzione dell’Orchestra areniana dal podio del Filarmonico Giovanni Battista Rigon. L’opera replica per 4 date: domenica 22, martedì 24, giovedì 26 e domenica 29 aprile 2012.

Grande attesa per il ritorno della “Gazza ladra” di Gioachino Rossini, titolo assente da Verona dalla primavera del 1824, dove vide la sua unica edizione al Teatro Filarmonico.

“La mia Gazza ladra alle stelle. Io non mi ricordo un fanatismo simile. Principia con una Sinfonia talmente divina che incontrò tutti, questa era intersecata con due tamburi che dalle estremità del teatro si rispondevano come l’Eco.

Seguita un primo atto pieno zeppo di musica da fare tre o quattro opere […] ma se sapeste quante notti ho passate al tavolino per quest’opera, è però la più bella ch’io m’abbia scritta, ci sono due Gran Finali, un Quintettone e un Terzetto e tre duetti Introduzioni, 4 Cavatine, 3 Arie ed altre Cosette e la Sinfonia che come tutti dicono pare impossibile variare sempre e sempre cose nuove. Il libro è bellissimo e l’ho scritto con un gran trasporto”: così racconta Rossini alla madre il 3 giugno 1817, tre giorni dopo il caloroso successo della sua ultima sudatissima partitura.

La Gazza ladra manifesto bozzettoLa Gazza ladra, opera in 2 atti del genere semiserio, il cui soggetto è tratto dal dramma “La Pie voleuse ou La Servante de Palaiseau” di Théodore Badouin d’Aubigny e Louis-Charles Caigniez, viene composta da Gioachino Rossini, con libretto di Giovanni Gherardini, per la stagione di primavera del 1817 del Teatro alla Scala di Milano e qui viene rappresentata per la prima volta il 31 maggio dello stesso anno con enorme successo. Una popolarità che questo titolo rossiniano mantiene soltanto per poco più di un decennio, per poi cadere nell’oblio fino alla seconda metà del Novecento e tutt’oggi viene rappresentata raramente. Soltanto la sua celeberrima Ouverture ha goduto nei secoli di grande fortuna nel repertorio sinfonico.

Il regista Damiano Michieletto restituisce a questo titolo la dimensione fantasiosa tipicamente rossiniana: “volevo che la gazza fosse una presenza più importante, che non il semplice uccellino che prende la posata e non si vede più: se dà il titolo all’opera deve essere qualcosa di più interessante. Ecco il motivo per cui ho reso la gazza una ragazza.” L’uccello è impersonato da un’acrobata, una bambina che all’inizio dell’opera prende il volo. “Ma è appunto un volo metaforico, per entrare nel mondo dei sogni.” La scena, ideata come uno spazio drammaturgico, è caratterizzata da un’architettura di tubi, fino alla pioggia cupa ed al simbolico tappeto d’acqua del secondo atto, che rappresentano l’isolamento del personaggio di Ninetta in prigione. Il palcoscenico non resta allagato fino alla fine dell’opera, ma l’acqua defluisce piano piano, assecondando la narrazione.

In scena molte voci al loro debutto al Filarmonico: Omar Montanari come Fabrizio Vingradito, Mario Zeffiri è Giannetto, Majella Cullagh Ninetta, Roberto Tagliavini Fernando Villabella e Mirco Palazzi Gottardo. Ritornano sul palco del Teatro veronese Giovanna Lanza nel ruolo di Lucia, Elena Traversi nel personaggio Pippo e Iorio Zennaro nei panni di Isacco. Al debutto anche le voci di Cosimo Panozzo Antonio, Gocha Abuladze Giorgio e Matteo Ferrara nel duplice ruolo di Ernesto e Il Pretore.