“Palais Lumiere”, prima d’investire attenzione alla conformazione del sottosuolo

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Venezia Marghera Pierre Cardin Palais Lumiere 2 1Allarme dei tecnici: “indagare il sottosuolo è indispensabile per conoscere la conformazione geologica della fondazione e lo stato dell’inquinamento”

Attorno all’idea di realizzare a Marghera nell’ex area industriale la nuova fantasmagorica torre di vetrocemento alta 250 metri di Pierre Cardin non cessano i dubbi e le polemiche. Alcuni tecnici sollevano il problema della qualità del sottosuolo su cui dovrebbe sorgere la torre.

Scavi dei parcheggi sotterranei e fondazioni della torre, infatti, influenzeranno il sottosuolo fino ad una profondità di oltre 100 metri e, secondo l’arch. Fermando De Simone, esperto di costruzioni nel sottosuolo potrebbero esserci conseguenze per le strutture che si trovano nella zona, visto che la torre dista “circa 350 metri dai binari della stazione ferroviaria di Mestre: durante i recenti lavori di scavo del sottopasso per il tram, oltre ai cedimenti nel condominio Splendid, il 25 gennaio 2005, si aprì anche una voragine sotto i binari 2 e 3 della stazione F.S. di Mestre. Non ci furono deragliamenti, ma non si può sempre contare sulla fortuna”. In quell’area, inoltre, “dal 1300 c’erano il vecchio canale artificiale Brenta, ora interrato, e le sue diramazioni”.

Le sorprese geologiche in occasione della realizzazione di opere pubbliche non si sono limitate a queste: secondo De Simone “la mancata analisi ipogea, prima di progettare il nuovo Palazzo del Cinema al Lido, è costata al comune di Venezia oltre 40 milioni di euro: se effettuata, avrebbe permesso di scoprire nel sottosuolo la notevole quantità di amianto che vi era occultata”. Per il tecnico “gli studi e la bonifica del sottosuolo devono essere affidati ad aziende serie, che non abbiano avuto problemi con la magistratura e le analisi dei carotaggi devono essere fatte con gli apparecchi adatti, non come è recentemente avvenuto, con le bonifiche ‘inutili’ nella laguna tra Marano e Grado, costate allo Stato oltre 100 milioni di Euro”.

Quindi, “prima di approvare il progetto della Torre Cardin – conclude De Simone – bisogna esaminare rigorosamente, lo scenario idrogeologico della zona. Bisogna verificare che non ci siano zone dove le pressioni provocate nel terreno dall’inserimento della torre non si sovrappongano alle zone di influenza delle fondazioni dei vecchi edifici, poggianti su terreno già assestato”.

Nei giorni scorsi, De Simone aveva lanciato l’allarme circa “l’eventuale inquinamento delle falde, con i pericolosissimi veleni contenuti nel sottosuolo di Marghera, che potrebbe arrecare dei danni incalcolabili e difficilmente gestibili,alle persone ed agli edifici” senza tralasciare il fatto che “nel sottosuolo, variando il precedente carico di pressioni, si creeranno sollecitazioni supplementari sulle fondazioni e sui bulbi degli altri palazzi”. Insomma, seppur intrigante e affascinante, prima di partire nella corsa alla costruzione del nuovo simbolo del Veneziano meglio approfondire coscienziosamente tutte le possibili complicanze, anche per tutelare la salute pubblica oltre che per prevenire il rischio si sprecare denaro pubblico.