Terre di scavo, approvata alla Camera dei Deputati la norma di salvaguardia per i piccoli lavori

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R110-7A rbg2 ruspa 1Ora spetta al Senato convertire definitivamente la norma che ha già fatto bloccare numerosi cantieri in tutto il NordEst

A seguito dell’entrata in vigore del decreto ministeriale 161 del 10 agosto che introduce delle limitazioni nella gestione delle terre e rocce da scavo, le imprese del settore hanno subito gravi penalizzazioni per via degli aggravi burocratici contenuti nella nuova normativa. Prima di ottobre, bastava che il giorno d’inizio degli scavi le imprese presentassero le analisi del terreno e il modello relativo alle “Linee guida della Provincia” e potevano partire col cantiere.

Con l’applicazione del nuovo decreto ministeriale per tutti i cantieri, per la gestione delle terre e rocce da scavo, e quindi per scavare e asportare il materiale inerte, è necessario invece oggi presentare un “Piano di utilizzo” ben 90 giorni prima. Ciò, di fatto, ha comportato lo stop per ben tre mesi di tutti i lavori in corso, con notevoli ripercussioni economiche sulle imprese, le quali, come alternativa, hanno la possibilità di “trasformare” tutto il materiale prodotto (terra o rocce) dagli scavi in materiale da discarica, aumentando notevolmente i costi del lavoro per le spese di smaltimento. I rappresentanti del settore erano intervenuti chiedendo al legislatore di modificare una normativa così vincolante e farraginosa, che l’attuale situazione di tutto il settore edile è già così delicata che questa nuova imposizione sta mettendo a serio rischio sia i lavoratori che le aziende già sofferenti. I parlamentari Sergio Divina e Maurizio Fugatti si sono attivati per modificare la normativa, applicando un regime agevolato per tutti gli scavi fino a 6.000 metri cubi di movimento terra. La Camera dei deputati, in sede legislativa all’interno di un provvedimento in materia ambientale definito “Modifiche al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e altre disposizioni in materia ambientale”, ha approvato una soluzione che da le risposte attese dai settori interessati. L’auspicio è che, pur essendo al termine della legislatura, il Senato nei prossimi giorni approvi in via definitiva il provvedimento in oggetto.