Redditometro, attenzione alle modalità d’impiego

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sergio berlato 1Berlato: “bene la lotta all’evasione fiscale, ma attenzione a non penalizzare ingiustamente i contribuenti”. Penasa: “assicurare l’omogeneità dei controlli sul territorio”

Dal mese di marzo entrerà ufficialmente in azione il redditometro, il nuovo strumento a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per scovare gli evasori fiscali. I primi controlli saranno effettuati sull’anno d’imposta 2009, quindi a partire dalle dichiarazioni del 2010, e si potranno basare sia su dati come dichiarazioni dei redditi o bollette, sia su valori ricavabili dall’anagrafe tributaria.

Per l’europarlamentare e coordinatore vicentino del Pdl, Sergio Berlato, “l’evasione fiscale è uno dei problemi principali del Paese, ma se sulla carta il redditometro potrà essere uno strumento utile per scovare coloro che rubano risorse preziose alla collettività, esiste il ragionevole rischio che nel tritacarne fiscale finiscano anche i contribuenti onesti che rappresentano la gran parte dei cittadini italiani” e, conseguentemente, “è giusto interrogarsi sull’efficacia di uno strumento i cui criteri di valutazione rischiano di complicare la vita più ai contribuenti onesti che agli evasori incalliti”.

Per Berlato lo Stato non si può limitare agli strumenti di controllo “ma deve operare una radicale riforma fiscale che introduca per esempio il quoziente famigliare che consentirebbe di calcolare l’imposta sul reddito in funzione delle persone fiscalmente a carico in modo da tassare non tanto il reddito unitario percepito, quanto il reddito disponibile per ogni componente della famiglia”.

“Fondamentale nella lotta all’evasione fiscale – conclude Berlato – rimane la necessita di concedere ai cittadini la possibilità di scaricare dalle tasse dovute al fisco tutte le spese sostenute durante l’anno, generando così l’interesse nel cittadino contribuente ad avere prova documentale delle spese sostenute, attraverso lo scontrino fiscale o la fatturazione del bene o del servizio acquistato. Questo permetterà di portare alla luce il sommerso”.

franca penasaNon solo: è necessario assicurare anche l’omogeneità dei controlli tra le categorie e tra i territori come sottolinea la consigliera leghista della provincia di Trento, Franca Penasa, allarmata dai dati comunicati dal direttore regionale dell’Agenzia delle entrate del Trentino Alto Adige, volte a rassicurare l’applicazione del redditometro in regione, il quale ha confermato il dato di 300 controlli all’anno effettuati a carico di famiglie e imprese nel territorio regionale. La questione, secondo Penasa, “va attentamente approfondita in quanto dei 300 controlli, 100 sono realizzati nella provincia di Bolzano e 200, quindi esattamente il doppio, in provincia di Trento. Considerato che in provincia di Trento non vi sono certo il doppio delle imprese attive nella provincia di Bolzano, anzi, (le imprese attive in provincia di Trento sono 47.856 e in provincia di Bolzano 54.327 secondo i dati della Camera di commercio) si può affermare che per quanto riguarda la provincia di Trento siamo in presenza di una vera e propria vessazione di cui è difficile comprendere le motivazioni”.

Secondo l’esponente leghista “considerato che la situazione economica della provincia di Trento non può certo dirsi florida e che la mortalità delle imprese registrata dalla Camera di commercio, nonché dalle procedure di fallimento e concordato, pubblicate sul sito del tribunale di Trento, danno conto di una situazione estremamente preoccupante, l’applicazione di misure addirittura doppie di controllo per le imprese e le famiglie dei trentini rispetto a quelle della provincia di Bolzano non costituisce un elemento tranquillizzante per coloro i quali già devono affrontare una crisi che è stata unanimemente definita la peggiore dopo la seconda guerra mondiale”.