Prima dei rimborsi ai partiti, lo Stato saldi i debiti verso i propri fornitori

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il presidente di Unindustria Treviso Alessandro Vardanega 1
il presidente di Unindustria Treviso Alessandro Vardanega 1Vardanega: “i partiti si mettano in coda e attendano diligentemente il loro turno”

Le urne sono ancora calde dell’esito che ha reso il Parlamento difficilmente governabile complice l’esplosiva affermazione del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, successo sospinto in gran parte dagli scandali e dalla cattiva amministrazione di cui si è macchiata gran parte della politica a qualsiasi latitudine, dal Brennero a Capo Passero. Nonostante la popolazione abbia dimostrato di essere stufa di un certo modo d’intendere la gestione della cosa pubblica, i partiti paiono già avere dimenticato la lezione, nonostante le urne siano ancora tiepide.

I partiti sono già pronti a spartirsi il bottino dei rimborsi elettorali, la bellezza di 159 milioni di euro (provvidenzialmente dimezzati con una leggina approvata qualche mese fa a seguito degli scandali emersi nella regione Lazio e Lombardia), ma pur sempre consistenti (45,8 milioni al PD, 42,7 milioni al M5S che ha però annunciato di rinunciarvi, 38 milioni al Pdl e 15 milioni alla Lista Monti, con cifre minori alle altre forze politiche rappresentate in Parlamento).

Dal mondo della produzione la proposta, provocatoria solo nell’apparenza ma concreta nei fatti, d’invitare la pubblica amministrazione a saldare prima i debiti verso le imprese fornitrici e solo alla fine di provvedere a rimborsare i partiti per le spese elettorali sostenute. L’esortazione è di Alessandro Vardanega, presidente di Unindustria Treviso. “I partiti si mettano in coda – è l’invito di Vardanega – e attendano diligentemente il loro turno. Ieri abbiamo saputo che i rimborsi elettorali ammonteranno a 160 milioni di euro, ovvero 169.000 euro per ogni parlamentare eletto. Chiediamo – prosegue – che le molte promesse fatte in campagna elettorale per una nuova moralità della politica inizino a concretizzarsi proprio da qui. Non potremmo accettare in alcun modo – conclude Vardanega – che, mentre le imprese attendono da anni pagamenti dalla pubblica amministrazione per oltre 100 miliardi di euro, vengano ora liquidati ai partiti i rimborsi elettorali”.