Edilizia, i vantaggi di una casa flessibile

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Confindustria Udine Giovanni Claudio Magon Carlo Toson Vincenzo Missio e Daniela Pelagatti Foto Gasperi 1
Confindustria Udine Giovanni Claudio Magon Carlo Toson Vincenzo Missio e Daniela Pelagatti Foto Gasperi 1Confindustria Udine ha organizzato un incontro con l’architetto Carlo Toson, fautore del “di più con meno”

“Ripensare all’idea di abitazione del futuro è un tema non più appannaggio solo delle grandi metropoli ed interessa trasversalmente diversi comparti merceologici di Confindustria Udine, tra cui ovviamente l’engineering che è chiamato a progettare i nuovi spazi”. E’ quanto ha evidenziato Giovanni Claudio Magon, capogruppo del Terziario avanzato di Confindustria Udine, aprendo a palazzo Torriani l’incontro/intervista con l’architetto Carlo Toson, promosso dalla Sezione engineering del Gruppo terziario avanzato di Confindustria Udine, da AArchitects e dalla Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali FIAIP. “Si tratta di una riflessione critica quanto mai opportuna – ha aggiunto Daniela Pelagatti, vicepresidente FIAIP Collegio di Udine – perché anche il ‘costruito’ deve confrontarsi con le nuove esigenze che affiorano nella società a seguito delle contingenze economiche e delle trasformazioni sociali”.

Carlo Toson, con studio professionale a Udine, è un fautore dell’architettura “di più, con meno”, che rilegge in chiave attuale e moderna il concetto dell’‘existenz minimum’ nato con l’urbanesimo e poi quasi abbandonato negli anni ’70. “Vivere all’interno di spazi minimi e flessibili che rispondano ai requisiti della vita odierna può rappresentare una scelta prima che una necessità. C’è un cambiamento culturale in atto. Riprendere e attualizzare questi studi può diventare un modo per rinnovare l’offerta di spazi abitativi”.

Secondo Toson, intervistato da Vincenzo Missio, di Coveco, che non ha nascosto la sua personale curiosità sugli appartamenti flessibili adattabili a famiglie dalle composizioni numeriche continuamente cangianti, “la casa è il termometro attraverso il quale si misura l’evoluzione della società. Proveniamo da una società contadina, con famiglie numerose, per arrivare oggi a una realtà sfaccettata, con tanti nuclei monofamiliari. C’è una mobilità senza precedenti: si passa con grande celerità da uno stato civile di single ad uno di genitore con figli magari per tornare ancora a quello di single. Ed anche il lavoro genera nuova mobilità con le case che sono, spesso, occupate da una persona sola per cinque giorni alla settimana e da più persone nel fine settimana. Tutto ciò porta a inevitabili ripercussioni sul modo di abitare e la flessibilità diventa uno dei requisiti più richiesti da chi cerca una casa”.

Toson prospetta un ritorno all’essenzialità: “negli USA, negli anni ’50, in un’abitazione di 90 metri quadrati vivevano una media di 3,37 persone; nel 2011, i metri quadrati sono diventati 230 e la media di persone 2,60. Abbiamo perso il senso delle proporzioni e della misura. Sono convinto che oggi la casa non vada più intesa come rifugio, ma come ‘attrezzattura’ per una migliore qualità della vita. Di conseguenza, un’abitazione funzionale e flessibile assolve meglio alle esigenze emergenti della società. Per favorire questo processo anche noi architetti dobbiamo muovere un passo indietro e lasciare libertà a chi abita le case di interpretare lo spazio a disposizione come meglio desidera”.