Economia trentina, ancora segnali di flessione

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Confindustria trento direttore Roberto Busato 1
Confindustria trento direttore Roberto Busato 1Studio di Confindustria Trento in collaborazione con Fondazione NordEst sul secondo semestre 2012

Dall’indagine “Le opinioni degli industriali trentini sulla congiuntura” relativa al secondo semestre del 2012, svolta da Confindustria Trento in collaborazione con la Fondazione NordEst e il sostegno di Mediocredito Trentino Alto Adige, emerge un sentiment ancora caratterizzato da un prevalere di giudizi di flessione e dalla quasi totale assenza di quelli di crescita, fatta eccezione per l’economia mondiale.

La pesantezza della fase congiunturale che sta attraversando il sistema economico locale è evidenziata, in modo inequivocabile, dal fatto che quasi il 75% degli imprenditori del “panel” valuta in flessione il trend dell’economia locale, ma, soprattutto, dalla constatazione che solo il 2% ha espresso giudizi di una seppur lieve crescita.

Con riferimento agli altri ambiti territoriali considerati, gli imprenditori trentini che hanno partecipato all’indagine, esprimono valutazioni negative sull’economia del NordEst e, in particolare su quella italiana. Solo per l’economia mondiale i giudizi indicano un andamento di crescita.

La difficile situazione dell’andamento economico generale trova conferma anche nelle valutazioni riferite ai risultati conseguiti dai singoli parametri aziendali considerati. I giudizi negativi, infatti, risultano nettamente superiori a quelli positivi. A soffrire maggiormente sono le difficoltà riscontrate nei livelli di produzione, nella consistenza del portafoglio ordini e nel grado di utilizzo degli impianti, mentre per le esportazioni prevalgono indicazioni di stazionarietà.

Anche l’outlook relativo ai risultati aziendali per i prossimi mesi, è ancora contraddistinto da notevoli elementi di instabilità. Pur in un contesto che vede prevalere nettamente aspettative di stazionarietà, emerge come le attese negative siano superiori a quelle di segno opposto, con l’unica eccezione delle vendite all’estero.

A fronte di questi risultati il direttore di Confindustria Trento, Roberto Busato, afferma come “in questo contesto di risultati negativi, le indicazioni di maggior tenuta per la nostra economia provengono dalla domanda estera, come dimostra lo stesso consuntivo per il 2012 pubblicato nei giorni scorsi dall’Istat, che evidenzia per le esportazioni trentine un valore record di oltre 3,2 miliardi di euro e un incremento medio annuo superiore al 3%. Per questo – continua Busato – Confindustria Trento ritiene strategico il tema dell’internazionalizzazione, in quanto aumentare la propensione all’export è sempre più un fattore cruciale per sostenere la crescita e la stessa sopravvivenza delle aziende”.

Per difendere le imprese e favorire il loro sviluppo, secondo Busato, sono anche necessarie “condizioni di contesto favorevoli al mondo imprenditoriale, in linea con quelle che Confindustria ha auspicato nel suo ‘Progetto per l’Italia’, un documento serio, realizzabile, fatto di riforme e di terapie d’urto contro il debito”. Certo, conclude Busato, l’attuazione di tale programma “necessita di un Governo stabile e che abbia a cuore le sorti del Paese e del suo sistema produttivo”.

Il direttore degli industriali sottolinea come “nemmeno le previsioni espresse dagli imprenditori trentini circa l’andamento del trend congiunturale per i prossimi mesi lasciano spazio a significativi segnali di miglioramento. Le attese di crescita, rimangono nettamente inferiori, non solo a quelle di flessione, ma anche a quelle di stazionarietà”. In particolare “le aspettative riferite all’economia trentina sono ancora di flessione per oltre la metà del campione (53%) e solo per l’economia internazionale – conclude Busato – il ‘panel’ esprime una prevalente fiducia sulla capacità di confermare i miglioramenti riscontrati nel secondo semestre 2012”.

Per Leopoldo Scarpa, direttore del Mediocredito Trentino Alto Adige, nel commentare i risultati dell’indagine sottolinea come “la crisi del debito nell’Eurozona, unitamente alle incertezze politiche che caratterizzano il nostro Paese, ha intensificato i suoi effetti sull’economia reale che manifesta ormai da troppo tempo trend negativi dei livelli di produzione, di investimenti e di occupazione. L’eccellenza competitiva di molte imprese si è focalizzata sulle esportazioni, ma la debolezza del mercato interno e la maggiore onerosità dei tassi di interesse e del carico fiscale penalizzano buona parte della nostra economia”.

Anche il sistema bancario, già colpito da problematiche di funding solo temporaneamente alleviate dagli interventi della BCE, secondo Scarpa, “risente ormai pesantemente del deterioramento dell’economia reale con una tendenza che non accenna ancora a diminuire”.

Per il direttore del Mediocredito, Scarpa rimane, quindi, “fondamentale un rapido ritorno del Paese su sentieri di crescita e certamente le banche sapranno accompagnare le imprese trentine e italiane a esprimere i livelli di eccellenza che hanno portato il nostro sistema produttivo ai primi posti in Europa e nel mondo”.