La Brigata di Cavalleria “Pozzuolo del Friuli” in partenza per il SudEst del Libano

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FVG Renzo Tondo e Claudio Graziano a redipuglia 1Cerimonia a Gorizia alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Claudio Graziano

Si è svolta nel cortile d’onore della caserma “Montesanto” di Gorizia la cerimonia che sancisce l’avvio della missione “Leonte 14”, che vedrà la Brigata di Cavalleria “Pozzuolo del Friuli” impegnata nel Sud-Est del Libano. Nelle prossime settimane il contingente in partenza dal capoluogo isontino e dalle altre località in cui hanno sede i Reggimenti che compongono l’unità militare raggiungerà il Paese dei Cedri, dove per la quarta volta assumerà il comando delle operazioni della missione Unifil, subentrando alla Brigata Friuli.

Alla cerimonia hanno partecipato le massime autorità civili e militari della provincia, salutate dal Capo di Stato maggiore dell’Esercito, Claudio Graziano. “La presenza di Unifil – ha detto Graziano – è fondamentale per evitare il riacutizzarsi delle tensioni lungo la Linea blu tra Israele e Libano, contribuendo alla stabilità del Paese in un momento in cui la crisi siriana getta ombre di difficile soluzione”.

Graziano ha parlato anche della razionalizzazione dell’esercito in Regione: i vertici dell’Esercito stanno operando “i necessari approfondimenti per mantenere il nome della Brigata Pozzuolo del Friuli all’interno del numero delle Brigate che rimarranno operative”. I provvedimenti di riorganizzazione “riguarderanno soltanto il reparto comando e la località del Comando Brigata”, ha affermato Graziano, confermando che l’Esercito “restituirà al Demanio la competenza per le caserme Montesanto e Guella, che oggi ospitano i militari della Pozzuolo a Gorizia. Il riordino delle unità prevede “la fusione di due brigate, la Pozzuolo e la Friuli. Non ci sono solo esigenze di bilancio, pur innegabili, ma anche logiche operative”.

Nel 2024 l’organico dell’Esercito italiano passerà dalle attuali 112.000 “a circa 90.000 unità” ha ricordato poi Graziano, parlando dei provvedimenti di riorganizzazione che interesseranno nei prossimi due lustri le Forze armate italiane. “I provvedimenti prevedono di mantenere il numero dei Reggimenti di manovra, pur riducendo i comandi e le unità di supporto, arrivando a nove Brigate pluriarma multifunzione di manovra”, ha detto Graziano precisando che “i Reggimenti rimarranno dislocati nelle attuali aree, anche per diminuire al minimo le sofferenze del personale”. Per il Capo di Stato maggiore dell’Esercito “non si può pensare che tali riduzioni possano avvenire a costo zero: comportano delle scelte di natura economica ed efficientista”.