Mondo del vino, studio di Mediobanca su 108 aziende del settore enologico tricolore

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SMG PAB bicchiere vino rosso e bianco 1Bianchi, Rossi, Rosati e Bollicine battono la crisi di più e meglio dell’industria. Bene l’export e fatturato in crescita, così come l’occupazione

Il vino italiano batte la crisi e, ancora più nettamente, l’industria: secondo l’indagine sui bilanci delle 108 principali aziende effettuata da Ricerche & Studi di Mediobanca, l’anno scorso il loro fatturato complessivo è salito del 7%, con forte spinta dell’export, portandosi del 20% sopra il livello pre-crisi, mentre il fatturato dell’industria è sceso pesantemente. Bene anche l’occupazione (+2,6%) e le prospettive per il 2013: l’87% dei grandi produttori esclude un calo dei ricavi.

Dal gennaio 2001, secondo la ricerca condotta da Mediobanca l’indice di borsa mondiale del settore vinicolo è cresciuto del 175%, ben al disopra delle borse mondiali che hanno segnato un progresso medio del 37%. La migliore performance dei titoli vinicoli (in termini relativi, ossia al netto delle dinamiche delle borse nazionali) è maturata in Nord America, dove i grandi gruppi quotati sono cresciuti in media del 193% in dieci anni. Segue la Francia (+105%) e, molto dietro, Australia (+10%) e Spagna (+2%). Dove invece chi ha investito in borsa puntando sul vino ha sbagliato scelta è in Cina e Cile: l’indice del settore ha perso in entrambi i paesi il 54% rispetto al listino di borsa generale.

Degustazioni Cantina Valpolicella Negrar bicchieri vino 1Lo studio di Mediobanca, tra gli innumerevoli dati economici sul comparto vinicolo italiano e internazionale, contiene anche un importante raffronto sulla produzione mondiale, dal quale si ha la conferma di un calo significativo: il secondo anno consecutivo di siccità ha portato a una riduzione di prodotto totale del 16,8% in Francia, dell’11,2% in Spagna e del 6,3% in Italia dove anche nel 2011 il calo era stato significativo: in due anni la produzione tricolore è scesa da 48,5 milioni di ettolitri agli attuali 40 milioni.

Prosegue il traino dell’export per il vino italiano (in sei anni le esportazioni sono cresciute del 6,7% annuo, le vendite domestiche del 2,3%), ma si fatica nei mercati emergenti, come quello cinese e asiatico in genere. L’indagine evidenzia come l’export di vino dei grandi gruppi italiani sia cresciuto del 9,4%, con l’Unione europea che assorbe il 50,6% delle esportazioni, con un incremento in valore del 10,5%. La seconda area di destinazione è il Nord America (33,2% dell’export, +7,2% sul 2011), mentre Asia ed Australia sono in aumento del 26% ma con un peso ancora molto limitato: solo il 4,7% dell’export complessivo di vino italiano. Secondo l’ufficio studi di Mediobanca, che alla vigilia del Vinitaly di Verona abitualmente diffonde la sua ricerca, è del tutto marginale il contributo dell’America Latina (1,3%), mentre il resto del mondo (Africa, Medio Oriente e Paesi europei non Ue) si attesta al 10,2%, in calo dell’1,4%.

Da notare che i grandi produttori di spumanti hanno aumentato il fatturato complessivo nel 2011 del 10,9% e l’export del 18,4%, ma nel 2012 dopo anni di boom hanno segnato una crescita più limitata: +3,4%, con l’export comunque ancora a tirare (+11%). Rimane comunque interessante la corsa delle bollicine italiane in Usa e Canada: l’anno scorso hanno segnato una crescita di vendite del 26%.