Cordoglio in Trentino Alto Adige per la scomparsa di Giulio Andrettotti

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PAB luis Dunwalder giulio Andreotti 1Il senatore a vita morto nella sua abitazione romana a 94 anni. Durnwalder: “era un libro di storia della politica nazionale e altoatesina”. Pacher: “la sua formazione si deve ad Alcide De Gasperi”

A 94 anni, si è spento nella sua casa romana il senatore a vita Giulio Andreotti che, nel bene e nel male, ha interpretato 60 anni di politica italiana, passando indenne tra le tempeste della Democrazia Cristiana e gli scandali della politica italiana. Unanime il cordoglio dei vertici del Trentino Alto Adige, che ad Andreotti e alla sua politica devono gran parte dell’assetto autonomistico.

Nell’esprimere ai familiari il cordoglio della Giunta provinciale e suo personale, il presidente della provincia di Bolzano Luis Durnwalder definisce Giulio Andreotti “un politico lungimirante, una delle personalità politiche che hanno accompagnato l’Alto Adige verso un futuro pacificato. Quella dell’autonomia imboccata anni fa, anche con il lavoro di Andreotti, era la strada giusta”. Durnwalder ricorda l’azione politica di Andreotti, “sempre caratterizzata da un grande rispetto delle minoranze. Egli è parte della storia della nostra autonomia. Era un libro di storia: orgoglioso di questa autonomia, di aver contribuito a costruirla e di come funziona”.

Se l’Alto Adige oggi è politicamente stabilizzato, “va reso merito ad alcune personalità con una visione politica di grande respiro, tra loro Giulio Andreotti, che negli anni hanno saputo spegnere con la ragione, la lucidità e il rispetto della dignità umana gli incendi appiccati da altri”, sottolinea Durnwalder. Nel 2008 all’allora senatore a vita Giulio Andreotti la Giunta provinciale aveva conferito il Grande ordine al merito, la massima onorificenza provinciale, per il suo ruolo fondamentale nello sviluppo dell’autonomia altoatesina, in maniera particolare per quanto riguarda il “Pacchetto”.

Cordoglio anche da parte del presidente della provincia di Trento e presidente della regione Trentino Alto Adige, Alberto Pacher: “se ne va una figura di assoluto rilievo nella storia politica e sociale del nostro Paese, dal dopoguerra ad oggi. Una figura che ha accompagnato le vicende italiane, dagli anni del boom economico fino ai momenti più drammatici delle trasformazioni sociali”. Pacher allarga lo sguardo alla formazione politica di Andreotti: “certamente non possiamo dimenticare il legame che lo unì, negli anni della sua formazione politica, con Alcide De Gasperi. E’ a partire da quell’esperienza che Giulio Andreotti accettò di buon grado l’invito della provincia di Trento a far parte, fin dalla sua fondazione, della giuria del Premio Alcide De Gasperi – Costruttori d’Europa. Non solo: per ben due volte, nell’occasione della prima e della seconda edizione, quando il Premio fu conferito ad Helmuth Kohl, prima, e a Carlo Azeglio Ciampi, volle essere con noi, a Trento, alle cerimonie pubbliche. A confermare quel legame particolare con il nostro Trentino, ‘la terra di De Gasperi’, come amava ripetere”.