Valdastico Nord: completamento a totale carico della Concessionaria

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Valdastico convegno vicenza luglio 2011 attilio schneck 2 1Schneck conferma gli impegni per la realizzazione dell’arteria e rilancia sulla necessità di creare un’holding unica che racchiuda tutte le società autostradali del NordEst

Dopo l’approvazione da parte del Cipe dei 24 chilometri di tracciato che da Piovene Rocchette a Lastebasse costituiscono il primo tratto del prolungamento verso nord dell’autostrada A31-Valdastico, rimane ancora da approvare l’accordo tra la società Concessionaria dell’opera e la Provincia Autonoma di Trento per il passaggio sul suo territorio e il raccordo con l’A22-Autobrennero.

Dopo tanti veti e posizioni contrapposte, qualcosa pare muoversi sul fronte trentino. Nella sua prima uscita, i promotori della nuova “cosa” politica “Trentino33” fanno esplicitamente riferimento “alla necessità di completare la Valdastico”, mentre bocciano il “sogno” ferroviario della sinistra contenuto nel progetto Metroland (di fatto divenuto irrealizzabile a seguito dei pesanti tagli finanziari apportati dalla manovra di risanamento del bilancio statale).

Non solo: pure tra la maggioranza del centro sinistra autonomista si registra una qualche forma di apertura alla Valdastico nord, specie in contrapposizione alla necessità di potenziare la Supervalsugana che comporterebbe problematiche ambientali e sociali ancora maggiori. Lo stesso assessore provinciale alla sanità Ugo Rossi (e probabile candidato alla presidenza della provincia di Trento) è possibilista: “bisogna capire chi paga le spese relative al suo completamento”.

Le aperture hanno spinto il presidente di A4 Holding, Attlio Schneck a ribadire la disponibilità della società Concessionaria di Valdastico Nord: “siamo pronti a trovare una soluzione che contempli tutte le esigenze dei territori attraversati dall’infrastruttura, come si è finora fatto con soddisfazione di tutti. Le aperture circa il completamento dell’arteria autostradale da parte di numerose forze politiche del Trentino registrate negli ultimi giorni va nella direzione da sempre auspicata dal mondo dell’economia e dalla popolazione di tutto il NordEst. Quanto alle preoccupazioni di carattere economico avanzate da qualche amministratore pubblico, ribadisco che tutti gli oneri in merito alla realizzazione del completamento della Valdastico Nord sono esclusivamente in capo alla società Concessionaria: il consenso al completamento della Valdastico Nord e il suo raccordo con l’A22 non comporta alcun onere finanziario per le amministrazioni pubbliche del Trentino che, semmai, riceveranno in cambio compensazioni”.

Schneck ha allargato il suo ragionamento anche agli equilibri generali del sistema autostradale del NordEst, che vede molte tratte con la concessione prossima alla scadenza: “le società autostradali del NordEst sono state fino ad oggi un volano formidabile dello sviluppo del territorio grazie alla forte presenza nel loro azionariato di soggetti pubblici diretta emanazione delle realtà locali. In questo modo, si sono realizzate bretelle e tangenziali che le singole amministrazioni mai avrebbero potuto realizzare con risorse proprie. Oggi, la situazione contingente di molte amministrazioni ha fatto sì che la presenza dei soci pubblici all’interno delle società concessionarie sia andata riducendosi, aprendo nuovi spazi sia ai soci privati, ma anche stimolando un rinnovato centralismo da parte di Anas, ora sollevato dal suo ruolo di ente concedente”. Sul ruolo dell’Anas si concentra l’analisi del presidente di A4 Holding: “il suo presidente Pietro Ciucci, in occasione dell’inaugurazione della nuova galleria sulla Pontebbana in Friuli Venezia Giulia, ha espresso il suo interesse a partecipare alle gare di rinnovo di concessioni in scadenza, come quelle di A4 e di A22. In questo contesto, dovrebbe essere prioritario per tutti gli odierni soci pubblici delle società concessionarie del NordEst valutare attentamente l’ipotesi di tirare fuori dal cassetto il ‘vecchio’ progetto di creare una holding partecipata da tutti i territori interessati dove far confluire le quote delle attuali concessionarie, al fine di garantire i contribuenti, gli investimenti pubblici effettuati e le ricadute sui territori attraversati”.

Uno scenario che, se realizzato, porterebbe alla costituzione di una realtà autostradale che, per estensione della rete gestita, sarebbe il secondo gruppo nazionale, “con una massa critica finanziaria che consentirebbe un migliore accesso al mercato dei capitali per finanziare nuovi progetti. Uno scenario – ribadisce Schneck – da valutare attentamente da parte di tutti i protagonisti interessati, per il bene di tutto il NordEst e per evitare l’ennesimo scippo da parte dello Stato a danno di territori, cittadini ed economie già sufficientemente penalizzati”.

Sergio divina discorso aula 1 Una proposta che ora è sul tavolo degli altri soci pubblici, ad iniziare da quelli di Autovie Venete e di Autobrennero, condivisa anche dal senatore Sergio Divina, secondo cui “ha un profondo significato strategico e politico” perché “unifica la gestione e la programmazione delle autostrade del NordEst massimizzando gli investimenti in una logica di sistema, dando risposte d’infrastrutturazione e di servizio ad uno dei più dinamici territori d’Italia e d’Europa, che attualmente si trova in condizioni di arretratezza infrastrutturale rispetto alle realtà continentali più avanzate, con ripercussioni negative sulla competitività del sistema economico locale e della mobilità di merci e di persone, oltre che per ridurre l’inquinamento ambientale e i costi derivanti dal congestionamento del traffico”. Non solo: per Divina c’è anche l’aspetto politico: “la recentissima dichiarazione del presidente di Anas Pietro Ciucci di voler partecipare alle gare per le concessioni autostradali in prossima scadenza (A4 e A22 su tutte) apre la porta ad un potenziale depauperamento di ricchezze dal territorio per centralizzarne la gestione a Roma, statalizzando di fatto la proprietà, la gestione e i dividendi di realtà che sono state progettate, finanziate e costruite con i sacrifici delle comunità locali”.