Distretto della pesca Nord Adriatico, cambio al vertice

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Manzato Rabboni  Bolzonello DSC01312 1Rabboni (Emilia Romagna) subentra a Manzato (Veneto)

Passaggio delle consegne a Chioggia delle funzioni di coordinamento del Distretto di pesca Nord Adriatico, dove all’assessore del Veneto Franco Manzato, primo coordinatore di turno del nuovo organismo di autogestione del settore è subentrato il collega Tiberio Rabboni dell’Emilia Romagna, al termine di un incontro operativo durante il quale sono stati messe a punto le prossime tappe per sostenere e ammodernare un comparto in sofferenza e i suoi operatori.

Tra gli obiettivi principali raggiunti dal Distretto nell’ultimo anno sono stati ricordati l’applicazione di un fermo biologico diverso e il bando per l’arresto definitivo dei piccoli pescherecci.

“I prossimi traguardi dovranno riguardare l’armonizzazione delle procedure di concessione di acque demaniali tra le regioni italiane e il coinvolgimento delle regioni nella definizione del piano di gestione per la pesca del pesce azzurro”, ha riassunto Manzato nel suo intervento conclusivo dell’incontro, svoltosi nella sede dell’Azienda speciale del Porto clodiense e moderato da Maria Severina Liberati, al quale sono intervenuti anche l’assessore del Friuli Venezia Giulia Sergio Bolzonello, il responsabile della Direzione generale della pesca e dell’acqua coltura del Ministero delle politiche agricole, Emilio Gatto, rappresentanti delle marinerie interessate, delle Capitanerie e delle Forze dell’Ordine che operano in mare.

Il piano di gestione del pesce azzurro, che verrà discusso nel corso del 2014, punta all’autoregolamentazione dei pescatori tramite un documento di intenti, con il necessario supporto scientifico, coerente con regolamenti comunitari e approvato dal ministero. Il suo scopo è di registrare le attività di pesca che insistono su determinate specie ittiche, in modo da rispondere alla programmazione Feamp che impone limiti e modalità di svolgimento di questa attività, il tutto con l’obiettivo di non penalizzare comunque le nostre marinerie.

Quanto alle acque demaniali statali, occorre superare l’attuale situazione nella quale ogni regione interviene in modo diverso nella gestione delle concessioni ai pescatori. Verrà chiesta al ministero una proroga dello “status quo” fino al 2020, periodo durante il quale verrà armonizzata la normativa di settore. Proprio il Veneto avrà il compito di verificare il profilo dei candidati al diritto a concessione.