Prima trasferta a Roma del neogovernatore per trattare sui rapporti finanziari tra la provincia di Trento e lo Stato

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Ugo rossi graziano delrio 1Rossi a Delrio: “irricevibili le proposte che non rispettano gli accordi”

Prima trasferta ufficiale del neogovernatore del Trento, Ugo Rossi, che a Roma ha incontrato il ministro Graziano Delrio per definire l’assetto dei rapporti finanziari tra l’Autonomia speciale e lo Stato. Un incontro che non ha portato ad alcun passo avanti nella trattativa: “pronti a continuare a fare la nostra parte, purché non si mortifichino gli atteggiamenti responsabili. E francamente se il testo che ci è stato proposto rimane così, non possiamo che definirlo irricevibile” ha detto netto Rossi.

Nonostante il colloquio lungo e cordiale che è servito al neo presidente della Provincia a rilanciare con forza una trattativa che da troppo tempo ormai non esce dall’impasse, generando non solo incertezza, Rossi ha ribadito l’inevitabile necessità di tutelare davanti alla Corte Costituzionale prerogative statutarie nel frattempo ripetutamente compromesse. Eppure una soluzione – peraltro giudicata “innovativa” dalla stessa Ragioneria dello Stato – la Provincia l’ha messa sul tavolo: si intitola “residuo fiscale” e potrebbe finalmente definire una volta per tutte la controversa questione dei rapporti finanziari con lo Stato. “Abbiamo trovato nel ministro un interlocutore attento – ha commentato Rossi – ma anche consapevole che se il testo che ci è stato proposto non accoglierà le nostre osservazioni risulterà impossibile sostenerlo”.

Rossi ha ricordato innanzitutto lo sforzo messo in campo da Trento e Bolzano per risanare la finanza pubblica dello Stato, a partire dall’accordo di Milano con tutto ciò che ha comportato in termini di rinunce di risorse finanziarie come pure di assunzione di nuove competenze (e di relativi oneri). “A soli sei mesi dall’approvazione della legge 42/2009 sul federalismo fiscale – ha spiegato Rossi – Trento e Bolzano sono state tra le prime ad adeguare il proprio ordinamento. Abbiamo sempre fatto il nostro dovere anche negli anni successivi, con le manovre dei governi Monti e Letta. Per contro le risposte del Governo sono state non solo inadeguate ma persino gravemente lesive dell’autonomia finanziaria della Provincia sia per l’unilateralità delle decisioni che per la partita delle riserve all’erario oltre che per la mancata considerazione del concorso già assicurato”.

L’insoddisfazione nasce anche dalla mancata emanazione delle norme di attuazione finanziaria attese fin dal giugno 2010. “Eppure il Trentino – ha ricordato Rossi – ha dimostrato nuovamente grande disponibilità, chiedendo più volte che si ridefinissero i rapporti finanziari con lo Stato. Purtroppo, al di là del giudizio positivo della Ragioneria generale dello Stato sul carattere innovativo delle proposte, non è stato fatto nessun passo avanti”.

Ora un nuovo, deciso messaggio: collaborare lealmente e chiarire in modo definitivo i confini del concorso della Provincia al risanamento della finanza pubblica nazionale e agli obiettivi di perequazione e solidarietà. Per far questo occorrerà una nuova modifica al Titolo VI dello Statuto. “Come metro di misura – ha spiegato Rossi – si prenda a riferimento il residuo fiscale del territorio provinciale, calcolato come differenza tra il gettito dei tributi statali prodotti dal territorio provinciale e la spesa sostenuta dallo Stato sul medesimo territorio, inclusi i nove decimi di gettiti tributari spettanti alla Provincia. La nostra proposta punta ad allineare il nostro residuo fiscale rispetto a quello delle aree sviluppate del Paese, in particolare delle Regioni del Nord”.