Confartigianato Imprese Veneto traccia la classifica dei comuni capoluogo più attrattivi per le imprese.

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L’Ufficio studi ha fatto un’analisi creando un indice di attrattività fiscale: Treviso guida la classifica, maglia nera a Padova

“Se proprio devo delocalizzare, vado a Treviso”. Questa battuta potrebbe farla un artigiano di Padova o di Venezia alla luce dello studio presentato da Confartigianato Imprese Veneto sull’attrattività dei sette comuni capoluogo del Veneto (preso la ricerca si estenderà ai tutti i comuni con più di 5.000 abitanti). Il comune di Treviso nella classifica stilata dall’Ufficio studi dell’associazione di via Torino, in termini di pressione fiscale mette “tutti” in riga.

La Confartigianato regionale avvia così una sorta di “agenzia delle uscite” e nel farlo ha preso la direzione indicata da alcuni studiosi di fama internazionale, come Enrico Moretti (già consulente di Barack Obama), che insistono sull’importanza della competitività tra singoli territori, anche molto vicini tra loro. Uno studio che non si limita a monitorare quanto i comuni chiedano alle imprese, ma cerca di tracciare un nuovo confine utile per chi, soprattutto ora in tempi di elezioni amministrative, deve programmare nuove decisioni di politica economica e fiscale.

Il gruppo campione composto dai 7 comuni capoluogo è rappresentativo del 21,3% del totale delle imprese venete (105.182 unità, di cui 20.877 imprese artigiane). Successivamente il campione di comuni si allargherà considerando quelli con maggior numero di residenti, di imprese attive e di imprese artigiane.

Giuseppe Sbalchiero, presidente di Confartigianato Imprese Veneto spiega che per la creazione di questo indicatore sintetico di tassazione sono state considerate le seguenti variabili (anno 2013): aliquota IMU, aliquota addizionale comunale IRPEF, tariffa della TARES, oneri di urbanizzazione primaria e secondaria, tariffa servizio idrico integrato e tariffa fognature e depurazione. Dal momento che tali variabili non sono direttamente comparabili a causa delle diverse unità di misura, si sono rapportati i valori di ogni singolo indicatore elementare al valore minimo campionario di ciascuna variabile. Si è dunque ottenuto un indicatore elementare normalizzato delle diverse variabili per ciascun comune. Si sono ottenuti, quindi, dei valori che vanno da 0 a 100: se uguale a 100, l’aliquota/tariffa è minima e quindi l’attrattività è massima.

In base a questo indice è stata stilata una classifica finale e, il comune capoluogo che risulta più attrattivo dal punto di vista fiscale è Treviso, con 85,48 punti. Come evidenziato nel grafico, anche i comuni di Verona (80,28) e Vicenza (77,70) mostrano risultanze al di sopra del valore medio (74,04) Il comune meno attrattivo risulta essere Padova, con 64,63 punti. Valori al di sotto della media si riferiscono poi anche a Rovigo (69,83) e Venezia (66,22). Il comune di Belluno mostra invece un valore in linea con quello medio (74,11).

Scendendo al dettaglio dei singoli indicatori elementari utilizzati, rispetto all’IMU, i due comuni più virtuosi risultano essere Belluno e Vicenza dove l’aliquota risulta essere pari allo 0,76%. Tra i sette comuni capoluogo, Rovigo e Venezia sono quelli con aliquota IMU più elevata (1,06% entrambi). Il comune più “vantaggioso” relativamente al tributo sui rifiuti (TARES), è Treviso (poco meno di 2 euro al metro quadrato). Il fanalino di coda in questo ranking è invece il comune di Venezia (indice pari a 21,55; tariffa pari a 9,19 euro).

In merito agli oneri di urbanizzazione, il comune più virtuoso è Rovigo (8,65 euro al metro quadro). Di converso, il comune più oneroso, sotto questo punto di vista è Padova (23,40 euro al metro quadro). Relativamente all’addizionale comunale IRPEF , Treviso e Vicenza sono i comuni con l’aliquota più bassa (0,6% entrambi). Al contrario, Padova, Rovigo, Venezia e Verona mostrano le aliquote più elevate (0,8% tutti e quattro). Considerando, poi, la tariffa media relativa al servizio idrico, il comune più virtuoso risulta essere Verona (1,08 euro al metro cubo). Il peggiore è invece Rovigo con 2,24 euro al metro cubo. Infine, abbiamo considerato anche la tariffa relativa a fognature e depurazione : il comune più vantaggioso, anche in questo caso, è Treviso (0,57 euro al metro cubo). La tariffa più elevata riguarda invece il comune di Belluno, con 0,93 euro al metro cubo.

«Non vogliamo puntare il dito contro nessuno – dice Sbalchiero – ma scattare una fotografia di quello che c’è per aiutare le imprese a fare una valutazione il più possibile oggettiva dei territori. Risulta ad esempio quantomeno bizzarro che le amministrazioni comunali che si sono distinte nell’osteggiare il Piano Casa ter della Regione, siano anche quelle che tartassano di più le imprese (come Padova e Venezia). Credo che al momento del voto alle amministrative sarà opportuno che se ne tenga conto. Tutti – conclude – dobbiamo fare il massimo per mantenere l’attrattività dei territori, ricordando che le piccole aziende non vogliono de localizzarsi e il piccolo artigiano non può nemmeno licenziarsi».

Per Andrea Bissoli, presidente di Confartigianato Verona “il lavoro di monitoraggio e sensibilizzazione sui costi di fisco e tariffe, a Verona, ha portato buoni risultati, assieme all’attenzione delle istituzioni, ma ciò che temiamo è che, rispetto allo scorso anno, la situazione d’ora in poi possa peggiorare nell’applicazione delle tariffe rappresentate dal fantasioso pianeta delle sigle, a partire da TASI e TARES. Per questo motivo posso annunciare che nei prossimi giorni ci muoveremo per sensibilizzare le istituzioni locali, non solo a Verona, ma in tutta la provincia. Tutti dobbiamo fare il massimo per mantenere l’attrattività del territorio, ricordando che le piccole aziende lottano per restare a casa propria, non vogliono delocalizzare e il piccolo artigiano non può licenziarsi».


Indicatore sintetico di attrattività fiscale

7 comuni capoluogo del Veneto. Confronto con valore medio. Anno 2013

Dettaglio degli indicatori elementari utilizzati nella costruzione dell’indice di attrattività fiscale

7 comuni capoluogo del Veneto. Anno 2013. Valori normalizzati (da 0 a 100)

Aliquota IMU

tariffa TARES €/mq

Oneri Urbanizzazione €/mq

Aliquota Addizionale Comunale IRPEF

Tariffa Media Servizio Idrico

Tariffa Fognature e Depurazione

Indice Attrattività

Belluno

100,00

69,02

58,92

82,19

73,26

61,29

74,11

Padova

79,17

53,39

36,97

75,00

78,51

64,77

64,63

Rovigo

71,70

58,43

100,00

75,00

48,35

65,52

69,83

Treviso

87,36

100,00

39,90

100,00

85,62

100,00

85,48

Venezia

71,70

21,55

71,49

75,00

77,31

80,28

66,22

Verona

88,37

54,57

84,56

75,00

100,00

79,17

80,28

Vicenza

100,00

59,85

65,93

100,00

77,10

63,33

77,70

Esito migliore a livello comparato

Esito peggiore a livello comparato

Economia

Confartigianato Imprese Veneto traccia la classifica dei comuni capoluogo più attrattivi per le imprese.

L’Ufficio studi ha fatto un’analisi creando un indice di attrattività fiscale: Treviso guida la classifica, maglia nera a Padova

“Se proprio devo delocalizzare, vado a Treviso”. Questa battuta potrebbe farla un artigiano di Padova o di Venezia alla luce dello studio presentato da Confartigianato Imprese Veneto sull’attrattività dei sette comuni capoluogo del Veneto (preso la ricerca si estenderà ai tutti i comuni con più di 5.000 abitanti). Il comune di Treviso nella classifica stilata dall’Ufficio studi dell’associazione di via Torino, in termini di pressione fiscale mette “tutti” in riga.

La Confartigianato regionale avvia così una sorta di “agenzia delle uscite” e nel farlo ha preso la direzione indicata da alcuni studiosi di fama internazionale, come Enrico Moretti (già consulente di Barack Obama), che insistono sull’importanza della competitività tra singoli territori, anche molto vicini tra loro. Uno studio che non si limita a monitorare quanto i comuni chiedano alle imprese, ma cerca di tracciare un nuovo confine utile per chi, soprattutto ora in tempi di elezioni amministrative, deve programmare nuove decisioni di politica economica e fiscale.

Il gruppo campione composto dai 7 comuni capoluogo è rappresentativo del 21,3% del totale delle imprese venete (105.182 unità, di cui 20.877 imprese artigiane). Successivamente il campione di comuni si allargherà considerando quelli con maggior numero di residenti, di imprese attive e di imprese artigiane.

Giuseppe Sbalchiero, presidente di Confartigianato Imprese Veneto spiega che per la creazione di questo indicatore sintetico di tassazione sono state considerate le seguenti variabili (anno 2013): aliquota IMU, aliquota addizionale comunale IRPEF, tariffa della TARES, oneri di urbanizzazione primaria e secondaria, tariffa servizio idrico integrato e tariffa fognature e depurazione. Dal momento che tali variabili non sono direttamente comparabili a causa delle diverse unità di misura, si sono rapportati i valori di ogni singolo indicatore elementare al valore minimo campionario di ciascuna variabile. Si è dunque ottenuto un indicatore elementare normalizzato delle diverse variabili per ciascun comune. Si sono ottenuti, quindi, dei valori che vanno da 0 a 100: se uguale a 100, l’aliquota/tariffa è minima e quindi l’attrattività è massima.

In base a questo indice è stata stilata una classifica finale e, il comune capoluogo che risulta più attrattivo dal punto di vista fiscale è Treviso, con 85,48 punti. Come evidenziato nel grafico, anche i comuni di Verona (80,28) e Vicenza (77,70) mostrano risultanze al di sopra del valore medio (74,04) Il comune meno attrattivo risulta essere Padova, con 64,63 punti. Valori al di sotto della media si riferiscono poi anche a Rovigo (69,83) e Venezia (66,22). Il comune di Belluno mostra invece un valore in linea con quello medio (74,11).

Scendendo al dettaglio dei singoli indicatori elementari utilizzati, rispetto all’IMU, i due comuni più virtuosi risultano essere Belluno e Vicenza dove l’aliquota risulta essere pari allo 0,76%. Tra i sette comuni capoluogo, Rovigo e Venezia sono quelli con aliquota IMU più elevata (1,06% entrambi). Il comune più “vantaggioso” relativamente al tributo sui rifiuti (TARES), è Treviso (poco meno di 2 euro al metro quadrato). Il fanalino di coda in questo ranking è invece il comune di Venezia (indice pari a 21,55; tariffa pari a 9,19 euro).

In merito agli oneri di urbanizzazione, il comune più virtuoso è Rovigo (8,65 euro al metro quadro). Di converso, il comune più oneroso, sotto questo punto di vista è Padova (23,40 euro al metro quadro). Relativamente all’addizionale comunale IRPEF , Treviso e Vicenza sono i comuni con l’aliquota più bassa (0,6% entrambi). Al contrario, Padova, Rovigo, Venezia e Verona mostrano le aliquote più elevate (0,8% tutti e quattro). Considerando, poi, la tariffa media relativa al servizio idrico, il comune più virtuoso risulta essere Verona (1,08 euro al metro cubo). Il peggiore è invece Rovigo con 2,24 euro al metro cubo. Infine, abbiamo considerato anche la tariffa relativa a fognature e depurazione : il comune più vantaggioso, anche in questo caso, è Treviso (0,57 euro al metro cubo). La tariffa più elevata riguarda invece il comune di Belluno, con 0,93 euro al metro cubo.

«Non vogliamo puntare il dito contro nessuno – dice Sbalchiero – ma scattare una fotografia di quello che c’è per aiutare le imprese a fare una valutazione il più possibile oggettiva dei territori. Risulta ad esempio quantomeno bizzarro che le amministrazioni comunali che si sono distinte nell’osteggiare il Piano Casa ter della Regione, siano anche quelle che tartassano di più le imprese (come Padova e Venezia). Credo che al momento del voto alle amministrative sarà opportuno che se ne tenga conto. Tutti – conclude – dobbiamo fare il massimo per mantenere l’attrattività dei territori, ricordando che le piccole aziende non vogliono de localizzarsi e il piccolo artigiano non può nemmeno licenziarsi».

Per Andrea Bissoli, presidente di Confartigianato Verona “il lavoro di monitoraggio e sensibilizzazione sui costi di fisco e tariffe, a Verona, ha portato buoni risultati, assieme all’attenzione delle istituzioni, ma ciò che temiamo è che, rispetto allo scorso anno, la situazione d’ora in poi possa peggiorare nell’applicazione delle tariffe rappresentate dal fantasioso pianeta delle sigle, a partire da TASI e TARES. Per questo motivo posso annunciare che nei prossimi giorni ci muoveremo per sensibilizzare le istituzioni locali, non solo a Verona, ma in tutta la provincia. Tutti dobbiamo fare il massimo per mantenere l’attrattività del territorio, ricordando che le piccole aziende lottano per restare a casa propria, non vogliono delocalizzare e il piccolo artigiano non può licenziarsi».


Indicatore sintetico di attrattività fiscale

7 comuni capoluogo del Veneto. Confronto con valore medio. Anno 2013

Dettaglio degli indicatori elementari utilizzati nella costruzione dell’indice di attrattività fiscale

7 comuni capoluogo del Veneto. Anno 2013. Valori normalizzati (da 0 a 100)

Aliquota IMU

tariffa TARES €/mq

Oneri Urbanizzazione €/mq

Aliquota Addizionale Comunale IRPEF

Tariffa Media Servizio Idrico

Tariffa Fognature e Depurazione

Indice Attrattività

Belluno

100,00

69,02

58,92

82,19

73,26

61,29

74,11

Padova

79,17

53,39

36,97

75,00

78,51

64,77

64,63

Rovigo

71,70

58,43

100,00

75,00

48,35

65,52

69,83

Treviso

87,36

100,00

39,90

100,00

85,62

100,00

85,48

Venezia

71,70

21,55

71,49

75,00

77,31

80,28

66,22

Verona

88,37

54,57

84,56

75,00

100,00

79,17

80,28

Vicenza

100,00

59,85

65,93

100,00

77,10

63,33

77,70

Esito migliore a livello comparato

Esito peggiore a livello comparato