Assemblea 2014 Confartigianato Verona

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assemblea confartigianato verona 1Bissoli: «rappresentiamo una Nazione Artigiana che pretende di essere ascoltata»

Artigiani della provincia di Verona in assemblea in un albergo di San Giovanni Lupatoto, di fronte ad una platea di oltre 200, tra autorità istituzionali, politiche, economiche e di rappresentanza, dirigenti di Confartigianato, veronesi, del Veneto e d’Italia, seduti al fianco degli artigiani associati. Un momento di confronto, bilancio e rilancio delle attività associative, partito dal tema di fondo scelto per quest’anno: “Nazione Artigiana”.

Ad aprire i fuochi della categoria è stato il presidente di Confartigianato Verona, Andrea Bissoli: «tra qualche mese scadrà il mio primo mandato come presidente di Confartigianato Verona: ebbene, dopo quasi quattro anni e quattro, ripeto, quattro governi, la situazione non è migliorata, anzi, è decisamente peggiorata. Vi riporto due semplici dati: nel giugno 2011 le imprese artigiane veronesi erano 28.358; oggi, ottobre 2014, le imprese artigiane attive in provincia di Verona sono 26.516. Quasi 2.000 attività artigiane in meno! E mi fermo solo alla situazione locale, veronese, che, com’è noto continua, assieme ad altre province del Veneto, a venire dipinta come un’isola un po’ meno infelice – impossibile definirla felice – rispetto al resto del Paese».

Secondo Bissoli «il nostro è un mondo artigiano fatto da centinaia di migliaia di piccoli e piccolissimi imprenditori e imprenditrici, dai loro dipendenti e collaboratori e dalle loro famiglie, in Italia, in Veneto e a Verona. Un “popolo” che, insieme e non solo per quanto riguarda i numeri, compone davvero una sorta di ‘nazione’ basata sul lavoro, sulla professionalità, la qualità, l’abnegazione, la passione, “l’artigenialità”, il coraggio di portare avanti la propria scommessa imprenditoriale, nonostante tutto».

asemblea confartigianato verona 2 1Coraggio: una delle parole che rimarrà di questa edizione dell’Assemblea. «Certo, la fiducia è importante – ha detto Bissoli – ma bisogna guadagnarsela tenendo fede alle promesse, con coraggio. Soprattutto quando esse non sono richieste. I cittadini italiani e quindi anche noi piccoli imprenditori non chiediamo al Governo di promettere di risolvere ogni problema, non chiediamo scadenze o traguardi entro mille giorni. Chiediamo di agire, subito e progressivamente, perché la verità è che l’Italia, l’Europa, non usciranno dalla crisi! Dobbiamo esserne consapevoli. La crisi non finirà, perché semplicemente è diventata un modo nuovo di vedere le cose e di vivere. Non torneremo ai tempi delle “vacche grasse”, durante i quali qualcuno pensava che di risorse da scialacquare ve ne sarebbero state per tutti, per sempre».

L’intervento di Bissoli, accorato, pacato ma dai toni estremamente chiari, ha preceduto quelli degli ospiti chiamati ad un messaggio introduttivo, partendo da Enrico Corsi, assessore alle attività produttive del comune di Verona, che oltre a portare il saluto del sindaco Flavio Tosi, assente a causa di altri impegni, ha affermato: «l’artigianato ha costruito l’Italia che conosciamo. L’artigianato porta il nostro Paese in tutto il mondo, ma ciò che ci manca è il riuscire, davvero, a fare sistema, muovendoci tutti insieme per promuovere le nostre eccellenze».

Sulla stessa linea il presidente della Camera di commercio, Giuseppe Riello, che ha sottolineato il dualismo tra «un artigianato – sono state le sue parole – che è stato ed è forza costituente dell’Italia, sua spina dorsale, ma che è anche uno dei mondi imprenditoriali più tartassati dall’Erario. La Camera di commercio lavorerà al fianco delle associazioni di categoria degli artigiani per continuare a trovare strade di sviluppo e sostegno, anche economico, se ce lo lasceranno fare».

Governato dal giornalista Mario Puliero, presentatore e moderatore, il microfono è poi passato al presidente nazionale di Confartigianato Imprese, Giorgio Merletti, il quale si è limitato ad un cenno di saluto nella fase introduttiva, per poi dare il meglio di sé nel corso del dibattito, organizzato sotto forma di talk show, tra il mondo dell’artigianato e i rappresentanti della Regione Veneto: Elena Donazzan, assessore all’istruzione, formazione e lavoro, e Massimo Giorgetti, assessore ai lavori pubblici, energia e sicurezza, ai quali si è rivolto Giuseppe Sbalchiero, presidente di Confartigianato Veneto, per conoscere il destino futuro delle politiche della formazione professionale, del lavoro, del “Piano Casa”. «Abbiamo lavorato in stretta collaborazione con la Regione – ha detto Sbalchiero – e siamo riusciti ad ottenere un risultato straordinario: ciò che è stato fatto nell’ambito della formazione, è stato fatto per le imprese, non per i centri di formazione professionale. Il “Piano casa”? Altro fondamentale risultato di una concertazione vera a livello regionale, ma purtroppo è a termine. Quale sarà il futuro di questo importantissimo strumento?».

«Confartigianato – ha affermato Donazzan – ha fatto un salto di qualità straordinario, in termini di rappresentanza e propensione al confronto, e questo gli va riconosciuto. La Regione ha risposto alle sollecitazioni, basandosi sul dialogo con chi conosce i punti di forza e di debolezza del settore, e i risultati si sono visti. La formazione non è solo crescita dell’individuo, ma anche strumento di sviluppo per le imprese. Basterebbe poco: un cambio di mentalità, per dare una scossa ad un pianeta piccolo imprenditoriale che sta resistendo, sta lottando: da uno studio si evince come solo il 37% dei giovani sogni di realizzarsi attraverso l’autoimprenditorialità, mentre il resto preferirebbe accontentarsi, senza rischi, di un impiego come lavoratore dipendente».

Sul “Piano Casa” regionale, Giorgetti ha annunciato l’intenzione di dare lunga vita a uno strumento così importante per le piccole imprese e i cittadini. «La vostra è una categoria che non chiede contributi e denari – ha affermato -, ma semplicemente di lavorare. Tra i temi centrali per i prossimi anni: proseguire con il “Piano Casa”, a favore dell’intero comparto delle costruzioni, che non coinvolge solo l’edilizia, e massima disponibilità a discuterne i termini più funzionali e utili».

Ad inizio Assemblea, Confartigianato Verona ha proposto un emozionante video riassuntivo della manifestazione di Rete Imprese Italia dello scorso 18 febbraio, a Roma, al quale il presidente Merletti ha fatto riferimento per ringraziare gli artigiani veronesi della loro presenza, assieme agli altri 60.000 piccoli imprenditori assiepatisi in Piazza del Popolo. «Vi devo essere grato per esserci stati – ha affermato -. E’ stata un’esperienza unica e fantastica. Il “Piano Casa”? Ho ascoltato le buone pratiche messe in atto qui nel Veneto e vi assicuro che come Confederazione lavoreremo sull’argomento a livello nazionale». Nel dialogo con Donazzan, Merletti ha caldeggiato lo sviluppo, anche in Italia, della cultura duale. «In Germania sono ben 344 i mestieri che possono contare su una formazione professionale riconosciuta a livello statale. Dobbiamo capirlo anche qui in Italia: la formazione duale, quella che mette in comunicazione la pratica aziendale con la parte più teorica della formazione stessa, ovvero lo studio in un istituto professionale, è un tema centrale». Tra il serio e il faceto, invece, il riferimento alla proposta del Premier Matteo Renzi di conferire in busta paga, mensilmente, parte del TFR. «Lo vuole proprio fare? – ha chiesto Merletti – Bene, allora parta con il dare l’esempio: metta in busta paga il TFR degli statali». Opera improba se non impossibile, perché i fondi del TFR degli operatori del comparto pubblico, a differenza di quello provato formato da contributi mensili erogati dalle aziende, non esiste.

A Bissoli che ha affermato come «la politica, l’Agenzia delle Entrate e la sua controllata, Equitalia, sono chiamate ad avviare un periodo di vera collaborazione con i contribuenti, smettendo per sempre i panni dei vessatori. Dal canto nostro, ci siamo sempre dichiarati pronti a fare la nostra parte per cooperare concretamente nella creazione di un clima di fiducia e di un Paese nel quale aprire un’attività, farla vivere e creare lavoro, non sia più un’impresa da supereroi», Merletti ha ha fatto eco con un richiamo a puntare i riflettori non solo sull’evasione, ma anche sull’elusione, specie quella praticata dalle grandi aziende, specie quelle multinazionali che sottraggono al Fisco decine di migliaia di miliardi di euro ogni anno.

«Il 65,8% di carico fiscale che ci caricano sulle spalle – ha continuato Bissoli – è ormai inaccettabile. Ci dicono che è anche per colpa nostra, perché siamo evasori e che le tasse le devono pagare sempre gli stessi e avanti con i soliti facili slogan! Poi, invece, ci viene raccontato di illustri soloni che “distraggono” fondi neri, di corruzione col colletto bianco, di lavoratori pubblici che timbrano il cartellino e non vanno al lavoro, di pensionati privilegiati titolari di due o tre pensioni, di vitalizi da 10 o 20.000 euro al mese – per giunta recentemente indicizzati – per qualche giorno passato sui banchi del potere, di un esercito di dopolavoristi che praticano abusivamente il lavoro artigiano, dando vita ad un’infame concorrenza sleale nei nostri confronti».

Il presidente di Confartigianato Veneto, Giuseppe Sbalchiero, ha poi voluto lanciare un messaggio chiaro e distensivo sui rapporti tra piccola e grandi impresa: «smettiamola di farci del male tra chi produce – ha affermato -. Dove le cose funzionano, dove c’è filiera, e il Veneto su questo tema è in prima linea, le piccole e le grandi viaggiano assieme».

Nel corso di un dibattito che più volte ha strappato applausi alla platea artigiana, da segnalare i richiami all’abbattimento del cuneo fiscale da parte dell’assessore Donazzan, alla rimodulazione della Cassa integrazione in deroga, all’avvio di una lunga stagione di tranquillità sul fronte normativo, «perché non è possibile cambiare le regole ogni sei mesi», ha affermato. Diretto anche il messaggio di Giorgetti: «ho colto la vostra volontà di lavorare assieme e da qui capisco i risultati che abbiamo ottenuto con il piano casa regionale, con il quale è stato movimentato un 1 miliardo di investimenti che ha rimesso in moto, anche se a bassa velocità, un settore costruzioni ormai allo stremo».

Sul fonte del credito, dei famigerati rubinetti bancari a goccia o semplicemente chiusi, «ci dicono – ha affermato Bissoli – che la BCE erogherà fondi a tutti gli istituti di credito europei e anche italiani per finanziare le imprese e le famiglie. Tra pochi giorni – dicono – tutto cambierà e potremo finalmente andare in banca e portare a casa quello che chiediamo. Ma voi ci credete veramente? Se le banche non erogheranno il denaro saranno costrette a restituirlo con gli interessi. Le maglie del rating, per evitare rischi, sono come sempre strette, quindi significa che gli istituti di credito si ritroveranno costretti a fornire finanziamenti a chi non ne ha bisogno, anziché a coloro ai quali servirebbero ma che rientrano nei parametri di rischio».

In altri Paesi, per così dire, si arrangiano anche diversamente: i finanziamenti possono arrivare anche da altre fonti, non necessariamente dagli istituti di credito. «Come Confartigianato a livello regionale – ha rivelato Bissoli – stiamo ragionando su come poter aiutare le imprese, andando oltre le banche. Mi auguro, entro poco tempo, di poter affidare a tutti voi una risposta positiva a questo che non è solo “un” problema, ma è “il” problema, assieme alle tasse. IUC, IMU, TASI, TARI… di fronte a tale fantasia tributaria, se non si trattasse dei nostri soldi, verrebbe da sorridere. Come Confartigianato abbiamo inviato una lettera a tutte le amministrazioni comunali del territorio provinciale invitandole alla responsabilità e all’attenzione nella definizione delle varie aliquote sulle imposte. Siamo consapevoli delle difficoltà delle amministrazioni locali, con tagli continui da parte dello Stato, e per questo ringraziamo i primi cittadini e i comuni che ci stanno scrivendo in questi giorni indicandoci le buone pratiche messe a sistema nei loro territori a favore delle aziende”.

Concluso il momento di confronto, si è passati al doveroso riconoscimento che, come ogni anno, viene tributato alle aziende artigiane associate da trenta, quaranta e cinquant’anni, con la consegna di premi ed attestati che interpretano la riconoscenza di Confartigianato Verona nei confronti di quanti, da così lungo tempo, ripongono nell’Associazione la loro fiducia.