Trieste, arriva il rapporto “In buone acque”:

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flavorless goccia dacqua onde 1Dai rubinetti del capoluogo giuliano esce buona acqua sottoposta ogni anno a 10.000 analisi

Quanto ci si può fidare della qualità dell’acqua del rubinetto? Quanto vale, su un bilancio familiare, la scelta di bere acqua di rete anziché in bottiglia?

Sono queste le domande cui dà risposta il primo rapporto “In buone acque”, realizzato dal AcegasApsAmga e disponibile sia in forma sintetica cartacea (uffici clienti AcegasApsAmga, URP e circoscrizioni dei comuni serviti) che in forma analitica, on-line all’indirizzo: www.gruppohera.it/gruppo/attivita_servizi/business_acqua/canale_acqua/report_buone_acque/

Nel Rapporto, che estende a NordEst una prassi di trasparenza già in essere all’interno del Gruppo Hera, sono rendicontati nel dettaglio i dati quantitativi e qualitativi delle analisi compiute sull’acqua di rete triestina, nel corso del 2013. Fra le informazioni più significative, quella relativa alle analisi effettuate. A Trieste, Muggia e San Dorligo della Valle fra Azienda e Ass, sono state effettuate 10.259 analisi (pari a circa 28 al giorno) che sono risultate conformi alla legge nella totalità dei casi (100%). Nel Rapporto si può anche scendere nel dettaglio di quella che è una vera e propria etichetta dell’acqua che esce dai rubinetti, proveniente dai pozzi di San Pier d’Isonzo, Staranzano, dalle sorgenti Sardos e occasionalmente dalle risorgive del Timavo.

Confrontando il rapporto fra le concentrazioni di 14 parametri (ammonio, arsenico, clorito, cloruro, conduttività, durezza totale, fluoruro, manganese, nitrato, nitrito, residuo secco, sodio, solfato, trialometani-totale) misurate da AcegasApsAmga presso i punti di rete rappresentativi dell’intero sistema di distribuzione triestino e le loro concentrazioni massime ammissibili nell’acqua potabile, emerge come l’acqua di Trieste sia di eccellente qualità. Mediamente, infatti, le concentrazioni di tali elementi sono del 90,6% inferiori ai limiti di legge consentiti.

Nell’area di Trieste, AcegasApsAmga serve complessivamente 228.713 cittadini, attraverso una rete acquedottistica di 1.080 Km, in cui nel 2013 sono stati immessi 50,4 milioni di mc di acqua. Il Rapporto è arricchito da una serie di informazioni sui vantaggi economici e ambientali derivanti dall’utilizzo dell’acqua di rete. Attraverso infografiche chiare e intuitive, si scopre, ad esempio, che 1.000 litri d’acqua minerale in bottiglia costano mediamente 300 euro, mentre la stessa quantità prelevata dall’acqua di rete costa 1,78 euro. I numeri esposti aiutano anche a quantificare l’impatto ambientale dell’acqua in bottiglia. La produzione di un litro di acqua del rubinetto infatti, richiede solo il 2% delle emissioni di CO2 necessarie per produrre la stessa quantità di acqua in bottiglia.

Il rapporto “In buone acque” non si limita a rendicontare i numeri dell’acqua potabile AcegasApsAmga, ma si estende all’intero Gruppo Hera, a cui la società appartiene. I numeri in campo sono di assoluto rilievo. Il Gruppo, nel suo complesso, serve 243 comuni fra Emilia-Romagna e NordEst, per un totale di 3,6 milioni di cittadini e nel 2013 ha compiuto 648.252 analisi, di cui 359.044 effettuate dai soli laboratori Hera, in cui operano 80 tecnici specializzati. L’attività sulle analisi s’inserisce nel più ampio impegno del Gruppo sul ciclo idrico integrato (comprendente, oltre all’acquedotto, anche fognatura e depurazione), che si sostanzia, mediamente, in 100 milioni di euro all’anno d’investimento.

Per Cesare Pillon, amministratore delegato AcegasApsAmga, «l’estensione anche in AcegasApsAmga di questa pratica di rendicontazione e trasparenza, è uno dei tanti risultati che sta producendo l’aggregazione dell’azienda nel Gruppo Hera. Ed è la prova di come i processi di aggregazione, se ben condotti, siano in grado di portare ad un miglioramento complessivo della qualità dei servizi per i cittadini». Secondo Roberto Gasparetto, direttore generale AcegasApsAmga, «questa rendicontazione è un’importante novità per il nostro territorio. L’obiettivo, oltre a informare puntualmente il cittadino su un aspetto così delicato per salute e qualità della vita, è quello di promuovere fra i cittadini un’autentica cultura del consumo di acqua di rete, in linea con l’impegno dell’azienda e del Gruppo Hera verso la sostenibilità e l’uso razionale delle risorse».