Mercato del lavoro in Veneto, III trimestre in peggioramento

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 regione veneto ELENA DONAZZAN 1Donazzan: «la ripresa si allontana. Sterile ed inutile il dibattito su legge “Job act”»

Il mercato del lavoro veneto mostra un saldo negativo tra assunzioni e cessazioni con 8.900 posizioni di lavoro in meno nell’ultimo anno e 93.900 in meno tra il 2008 e il 2014, con previsioni di crescita del Pil regionale in ribasso (+0,2% secondo le ultime stime): questi sono alcuni dati forniti dal bollettino trimestrale di novembre 2014 della “Bussola” sul Mercato del lavoro nel Veneto, curato dall’Osservatorio & Ricerca di Veneto Lavoro.

Preoccupato il commento ai risultati da parte dell’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan: «i dati occupazionali del terzo trimestre 2014 nel Veneto, ci mostrano purtroppo una situazione del lavoro e dell’economia in peggioramento; una ripresa sperata e che invece si allontana anche a causa, lo sottolineo, dello sterile dibattito su una legge inutile come il “Job Act”. Un dibattito che andrebbe invece tutto indirizzato sul vero sostegno alle aziende detassandole e difendendole su tutti i fronti, tanti, sui quali sono impegnate a reggere l’urto della crisi».

Gli elementi di valutazione statistica di quest’ultimo trimestre non mostrano l’inversione di tendenza, che si sperava sulla base dell’andamento dei primi sei mesi dell’anno. L’indicatore più significativo, il saldo tra assunzioni e cessazioni nel lavoro dipendente, torna decisamente negativo, sia nel trimestre considerato che su base annua, con una perdita di 8.900 posizioni di lavoro nell’ultimo anno e un saldo complessivo degli ultimi sei anni (settembre 2008-settembre 2014) di -93.900 posizioni lavorative. Resta delusa l’attesa di raggiungere entro l’anno il fatidico “saldo zero”, vale a dire il momento che certificherebbe la fine della contrazione e l’avvio di un seppur lento recupero.

Il peggioramento della situazione occupazionale è stato determinato dal negativo andamento dell’economia, con previsioni di crescita del Pil veneto in ribasso (+0,2% secondo le ultime stime). Il quadro complessivo è contraddistinto da una domanda interna stagnante (-0,1%) e non orientata agli investimenti e da una domanda esterna condizionata da un contesto difficile (rallentamento delle economie dei Paesi emergenti, tensioni con la Russia ecc.).

La produzione industriale cresce di poco (+0,7%), fotografando il rallentamento in atto, mentre continuano ad aumentare fallimenti e concordati (+7,4%) 304 nel terzo trimestre per un totale anno di 1.045 e a diminuire le imprese attive (0,8%). Sul fronte occupazionale, le assunzioni sono in crescita (+2,3% nel terzo trimestre 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013), ma un incremento ancora maggiore si è registrato per le cessazioni (+7,2%). In aumento, inoltre, il numero complessivo dei disoccupati iscritti ai Centri per l’impiego, in virtù della ripresa dei flussi in entrata e di una concomitante diminuzione delle uscite dalla condizione di disoccupazione. Rimangono rilevanti gli interventi per il sostegno al reddito dei disoccupati: nel terzo trimestre 2014 sono state presentate 37.500 domande di Aspi e 11.000 domande di MiniAspi, oltre a poco più di 2.000 domande di mobilità in deroga (vale a dire richieste di prolungamento soprattutto dell’ASpI).

Continua, infine, la crescita dei lavoratori coinvolti in licenziamenti collettivi: è più di un anno che il flusso è sempre superiore alle 1.000 unità al mese. A fine settembre 2014 i lavoratori inseriti in lista di mobilità erano circa 24.000.