Il sestetto jazz di Franco D’Andrea in concerto allo Zandonai di Rovereto

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csc jazz franco dandreaPer il terzo appuntamento della Rassegna Jazz del Centro Santa Chiara approda nel capoluogo lagarino

Il terzo appuntamento della Rassegna Jazz 2014-2015, allestita dal Centro Servizi Culturali Santa, fa tappa a Rovereto e riapre al jazz il rinnovato Teatro Zandonai (martedì 16 dicembre, ore 21.00), dopo l’ultimo appuntamento del 2001 con i concerti di Gianluigi Trovesi, Richard Galliano e Tin Hart Trio, proposti prima della chiusura per restauro dello storico edificio.

L’occasione è valorizzata da un appuntamento di particolare pregio, quale è quello con l’ultima formazione del pianista Franco D’Andrea. Si tratta di un sestetto, scaturito dall’unione del quartetto storico, attivo ormai da quasi vent’anni, con il più giovane trio, espressione dei recenti interessi e orientamenti del pianista. Nel gruppo sono riuniti musicisti che collaborano da molto tempo con D’Andrea, che conoscono bene la sua musica e le sue originali procedure di creazione, e naturalmente si trovano a proprio agio in tale contesto.

Il trombonista Mauro Ottolini ha ricevuto nel 2013 il titolo di “Musicista italiano dell’anno” nel referendum della autorevole rivista Musica Jazz, e tra le sue realizzazioni ci sono pregevoli lavori con i maggiori esponenti della scena internazionale. Il sassofonista e clarinettista Daniele D’Agaro ha operato sulla scena europea con molti eccellenti protagonisti, tra cui Han Bennink, Misha Mengelberg, Louis Moholo, Alex von Schlippenbach. Nel 2007 e 2008 ha vinto il referendum della critica “Top Jazz” quale miglior sassofonista e clarinettista italiano. Il sassofonista Andrea Ayassot, il contrabbassista Aldo Mella e il batterista Zeno De Rossi sono tra i musicisti più apprezzati del panorama odierno in Italia.

D’Andrea diede forma a questo progetto, già da tempo meditato, nel 2011, in occasione del suo settantesimo compleanno, presentandolo in concerto al Lagarina Jazz Festival. Un concerto particolarmente riuscito, che fu pubblicato interamente nel cd “Traditions and Clusters” del 2012, nel quale si trovano pure alcuni estratti delle esibizioni di Trento, agli Itinerari Jazz, in cui avveniva tra l’altro il primo incontro di D’Andrea con il formidabile batterista Han Bennink. A questo è seguito un altro cd doppio, interamente dedicato al sestetto, dal titolo “Monk and the Time Machine”, pubblicato quest’anno dall’etichetta romana Parco della Musica.

Gli stessi titoli dei due album evidenziano alcuni degli aspetti su cui si fonda la musica di D’Andrea: in primo luogo la tradizione, il jazz arcaico di New Orleans, che ancora tanto ha da dire alla nostra contemporaneità. Poi un pilastro del jazz e della musica del Novecento, Thelonious Monk. Ma anche tanti altri filoni preziosi, che innervano da sempre la musica del pianista e le danno continuo impulso: Duke Ellington, John Coltrane, i poliritmi dell’Africa, le innovazioni dell’Europa. Della lunga e coerente vicenda artistica di D’Andrea, documentata da più di duecento dischi e premiata da innumerevoli riconoscimenti, ricordiamo qui il prestigioso “Prix du Musicien Européen”, a lui attribuito nel 2010 dalla Académie du Jazz de France, e le numerose vittorie del Top Jazz italiano, confermate quest’anno dall’affermazione come miglior musicista e come miglior gruppo con il sestetto