2015, il 36% degli artigiani bolognesi della Cna vede “nero” quanto al proprio fatturato

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cinzia barbieri presidente cna bologna 2 1Vede “rosa” solo il 13% a fronte di un 51% che vede la stabilità. Barbieri: «siamo stanchi di essere spremuti»

Il 36% degli artigiani bolognesi prevede che nel 2015 il proprio fatturato diminuirà rispetto allo scorso anno. Il 51% invece ritiene che sarà stabile e solo il 13% pensa che potrà crescere. I settori più ottimisti sono quelli dell’alimentare (il 21% prevede una crescita) e della produzione (25%). E’ quanto emerge da un’indagine realizzata dalla Cna di Bologna su un campione di mille aziende della città.

Per gli artigiani di Bologna l’aspetto che minaccia maggiormente le aziende è l’elevata tassazione (per il 40% degli intervistati), seguita dalla diminuzione degli acquisti e delle richieste di servizi da parte dei clienti storici (16%), dall’insolvenza dei clienti (12%) e dalla mancanza di nuova clientela (12%). Gli intervistati considerano dunque necessario ridurre le tasse (lo ha indicato il 46% degli artigiani), la burocrazia (22%), dare maggior credito dalle banche (8%) e dare sostegno nell’individuare nuovi business (8%).

Cna ha chiesto inoltre alle sue imprese come erano andati i fatturati nell’ultimo semestre 2014 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: per il 45% delle imprese sono diminuiti, per il 41% sono rimasti stabili e solo il 12% ha registrato un aumento. I cali più rilevanti hanno riguardato il settore moda (62%), costruzioni (50%) e impianti (50%). Per quanto riguarda le previsione sul personale, il 77% prevede che rimarrà stabile, il 16% pensa che dovrà ridurlo, solo il 6% ha intenzione di aumentarlo. Le imprese, e questo è il dato più positivo emerso dal sondaggio, continueranno ad investire: il 51% dichiara di non rinunciare ad investimenti programmati in precedenza, il 32% li rinvierà e il 16% dovrà cancellarli.

«Gli artigiani ce lo dicono a gran voce, sono stanchi di essere spremuti. L’artigianato e la piccola impresa rappresentano il tessuto sociale della nostra comunità, oltre il 95% delle aziende bolognesi. La loro voce va ascoltata». E’ la richiesta del neo segretario della Cna di Bologna, Cinzia Barbieri, rivolto alle istituzioni cittadine. «Quest’anno ci impegneremo con le istituzioni affinché si riducano le difficoltà che stanno colpendo gli artigiani – ha detto Barbieri – dagli ultimi dati risulta che nel 2014 in provincia hanno chiuso 2.100 aziende artigianali. Questo calo non è compensato dalle nuove iscrizioni, 1.900. Il differenziale è ancora una volta negativo, con 200 artigiani in meno rispetto al 2013. Sono cifre che devono far riflettere tutti». Per Barbieri queste sofferenze sono imputabili «a un dato, la pressione fiscale che non permette di ripartire e recuperare. Le imprese bolognesi sono seconde in Italia come tassazione precedute solo da quelle romane: il 74,2% del loro reddito se ne va in tasse, dal 2011 la pressione fiscale è salita del 10%. Pensiamo che la futura Città metropolitana sia il banco di prova giusto per sperimentare un nuovo percorso: tasse locali uniformi tra i Comuni e più basse per le imprese, servizi in sussidiarietà garantendo qualità ai cittadini».

Per Barbieri un altro obiettivo riguarda la burocrazia, che va semplificata: «se ne parla da anni, ma la semplificazione non è mai avvenuta. E’ inoltre necessario trovare nuove occasioni di business per artigiani e piccole imprese bolognesi. Il primo tema è quello degli appalti, le nostre piccole imprese devono essere messe nelle condizioni di partecipare senza essere penalizzate da logiche al massimo ribasso. Per quanto riguarda Cna ci impegneremo per sviluppare una “business community” – ha concluso – tra le nostre imprese che favorisca nuove occasioni di affari, organizzeremo grandi eventi per mettere in vetrina le nostre imprese e sempre più a contatto con nuovi clienti sia bolognesi che internazionali».

Tra i progetti in programma c’è una grande festa per celebrare i 70 anni di Cna Bologna, oltre alle partecipazioni in Expo 2015 e Fico, il parco a tema sull’agroalimentare.