“Reflective landscape. Il paesaggio veneto e i suoi produttori”

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Reflective landscape
Reflective landscapeNel chiostro del seminario patriarcale di Venezia la Fondazione Marcianum ha allestito una mostra fotografica visitabile fino al 21 luglio 2015
di Giovanni Greto

La Fondazione Marcianum ha allestito nel colonnato del chiostro del seminario patriarcale di Venezia un’insolita mostra fotografica, “Reflective landscape. Il paesaggio veneto e i suoi produttori”. Si tratta di un progetto, ideato nell’occasione di Expo 2015, curato dai professori Leonardo Ciacci e Angelo Maggi, docenti dell’università IUAV di Venezia, con il contributo prezioso degli studenti IUAV di Venezia (progettazione e allestimento) e IUSVE di Mestre (grafica e comunicazione).

Ciacci, nel corso dell’inaugurazione, ha spiegato come l’idea alla base del progetto si fondi su una consapevolezza diffusa: ciò che si consuma deve essere restituito. «E’ questo un concetto forse in parte accantonato durante la fase matura dell’industrializzazione, ma legato all’agricoltura e alle sue tradizioni più antiche, che trova nei nuovi interpreti di quei mestieri, mai sostituiti dalla tecnologia, ma piuttosto rinnovati da pratiche e possibilità nuove, una sensibilità e un’attenzione volte a rendere il lavoro motivo di arricchimento del paesaggio».

Si possono ammirare 48 scatti, per lo più in bianco e nero, ma anche a colori, in formati diversi, effettuati da 8 fotografi ritrattisti, di paesaggio e “street photographers” aperti a contaminazioni di linguaggi visivi contemporanei, che durante alcuni mesi hanno ritratto produttori attivi nel settore agricolo, nell’allevamento e nella trasformazione dei prodotti derivati da tali attività, appartenenti a diverse aree geografiche del Veneto. Fatima Abbadi, Francesco Barasciutti, Stefano Busato, Ferdinando Fasolo, Arianna Novaga, Giampaolo Romagnosi, Moreno Rocco Segafredo, Angelo Tassitano sono riusciti a dare il giusto merito a quegli interpreti solitari e isolati, non sempre noti e visibili al grande pubblico, che contribuiscono ogni giorno alla creazione di un valore condiviso e alla costituzione di un patrimonio comune.

I soggetti della fotografia contemplano, vivono e proteggono la loro terra, il filare di alberi, la casa dei padri, l’architettura e il suo “genius loci”. Dall’incontro tra i fotografi, i produttori e il contesto in cui essi operano è nata l’idea di eseguire due scatti diametralmente opposti : il soggetto viene colto di fronte e di spalle e diventa il punto di snodo visivo attorno al quale ruota l’ambiente in cui opera. Questo espediente ha permesso di creare una sorta di doppio ritratto che determina uno sguardo fotografico del tutto inedito. Le opere in mostra offrono più vedute di una stessa figura, rappresentando così diversi punti di vista sul paesaggio veneto. Ed ecco allora i ritratti di agricoltori, d’imprenditori che hanno fatto della loro attività un’occasione per arricchire di segni e di qualità la loro terra, disegnando con cura campi e coltivazioni, restaurando e conservando edifici storici, usando creatività e cultura per innovare paesaggi antichi e renderli ancora produttivi. La quiete della pesca, la carciofaia, l’allevamento dei bovini, la coltivazione delle viti, l’apicoltura, l’umanità degli animali emozionano lo spettatore attento che potrà rendersi conto del duro lavoro quotidiano di persone che amano con tutto il cuore la loro terra e il loro ambiente. Detto che Confagricoltura ha indicato le aziende e i produttori da fotografare, la mostra, ad ingresso libero, è aperta il lunedì e il mercoledì (orario 9.30 – 12.30); il giovedì e venerdì (orario 14.30 – 17.30); il sabato (orario 10.00 – 13.00; 14.00 – 17.00).