Scandalo “Dieselgate” Volkswagen: l’inchiesta si allarga in Italia

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Vw Golf 2003 V serie MotoreTDI
La Procura di Verona. Dopo quella di Torino, apre un’indagine con le ipotesi di reato di truffa e frode in commercio

 

Vw Golf 2003 V serie MotoreTDILo scandalo “Dieselgate” che ha visto protagonista il gruppo Volkwagen si allarga e le procure aprono inchieste su nuove ipotesi di reato. Dopo quella di Torino che ha avviato un’inchiesta sulle emissioni inquinanti prodotte da uno dei motori di punta del gruppo, il TDI 2,0 a gasolio (declinato anche nella versione TDI 1.6), ora tocca a quella di Verona, città dove ha sede la filiale italiana di Volkswagen Group.

Al momento non ci sarebbe nessun nome sul registro degli indagati, ma i capi di imputazione del fascicolo aperto dal procuratore della Repubblica Mario Giulio Schinaia sono truffa e frode in commercio. «Si tratta di un’indagine delicata – ha detto Schinaia – che potrebbe richiedere tempi molto lunghi». 

L’inchiesta scaligera è partita da un esposto del Movimento a Difesa del Cittadino, che ha presentato una denuncia che si è andata ad aggiungere ai numerosi esposti da parte di privati cittadini. Il Movimento a Difesa del Cittadino chiede «il sequestro cautelare e la confisca dei beni della Volkswagen e degli amministratori responsabili quale frutto del possibile reato e di quelli che saranno necessari a rifondare il danno ambientale causato all’Italia dalle emissioni di CO2 fuori norma dei veicoli incriminati». Già nelle ultime settimane di settembre il Movimento aveva presentato un esposto anche all’Antitrust per pubblicità ingannevole, chiedendo una sospensione cautelare della vendita dei modelli coinvolti. 

Nella vicenda interviene anche Adiconsum di Verona che valuta la possibilità di costituirsi parte civile per tutelare i diritti dei consumatori. «Il fatto che la Procura abbia deciso di avviare un’indagine ipotizzando il reato di truffa e frode per il caso “Dieselgate” Volkswagen è una novità importante – commenta Davide Cecchinato, presidente di Adiconsum Verona -. Invitiamo tutti gli interessati a contattarci non appena arriva la lettera di richiamo del mezzo e, in ogni caso, prima di recarsi all’autofficina. Auspico – conclude Cecchinato – che la casa automobilistica tedesca non ignori ulteriormente le richieste di incontro delle Associazioni e sia convocata al più presto dal Ministero dello Sviluppo economico a partecipare ad un confronto chiarificatore presso il Consiglio Nazionale dei Consumatori e utenti; è notizia dei giorni scorsi, infatti, che Volkswagen Italia abbia negato l’incontro richiesto dalle Associazioni dei consumatori, tra cui Adiconsum nazionale, invitandole a fare riferimento ai comunicati ufficiali».

Intanto, Volkswagen ha diffuso i dati ufficiali delle vetture e delle marche interessate all’azione di richiamo e di risanamento.  E’ coinvolta una famiglia di motori, la EA 189 omologati Euro5, ovvero il turbodiesel TDI proposto nelle cilindrate 2.0 e 1.6 litri equipaggiati con la centralina capace di truccare i valori di emissioni di ossidi di azoto (NOx). In Italia sono coinvolte 648.458 unità suddivise tra i vari marchi: 361.432 Volkswagen (più 15.291 veicoli commerciali), 197.421 Audi, 35.348 Seat e 38.966 Škoda. 

In tutto il mondo sono soggetti all’azione di “risanamento” in officina circa 11 milioni, di cui 5 milioni sono marchiati Volkswagen e si tratta dei modelli Golf VI (quella vecchia non più in produzione), Passat VII (fuori produzione) e la prima serie della Tiguan (pronta a essere sostituita dal nuovo modello appena presentato al salone di Francoforte). Le Audi coinvolte (tra A1, A3, A4 e A6) sono 2,1 milioni, le Škoda (tra Yeti, Fabia, Octavia e Superb) ammontano a 1,2 milioni, mentre si contano 700.000 Seat. Il resto è composto da vari modelli di veicoli commerciali. 

La sigla EA 189 indica una famiglia di turbodiesel 4 cilindri prodotta dal 2004 al 2012 in due cilindrate: 1.6 e 2.0 litri con diversi livelli di potenza e coppia. Il TDI 1.6 litri era offerto con 90 Cv con 230 Nm di coppia o 105 Cv con 250 Nm di coppia. Il TDI 2.0 litri erogava 140 Cv con 320 Nm di coppia massima oppure 170 Cv con 350 Nm di coppia massima. Sempre secondo la casa, sono coinvolti soltanto i motori omologati in Europa secondo le specifiche Euro 5, mentre sarebbero immuni i motori nuovi Euro 6 siglati EA 288, omologati all’inizio in gran parte come Euro 5 come gli EA 189, ma a partire dal 1 settembre scorso omologati solo Euro6. Questi propulsori pur avendo identici dati caratteristici (alesaggio, corsa e distanza tra i pistoni) dei vecchi EA 189 sono diversi per livello di emissioni, potenza e coppia erogate. Questi motori, in alcune applicazioni su vetture più potenti e pesanti, sono equipaggiati da un sistema di di catalizzazione selettiva (Scr – Selective Catalytic Reduction) per il post trattamento dei gas di scarico con additivo AdBlue a base di urea. 

Le misure di risanamento presentate da Volkwagen prevedono per il TDI 2.0 litri un aggiornamento software della centralina di gestione motore che sarà pronto entro quest’anno; per il TDI 1.6 litri si prospettano anche non meglio specificate modifiche al motore (probabilmente ai sistemi di iniezione e di scarico) che saranno applicate entro il 2016. Si tratta di operazioni delicate e legalmente critiche perché potrebbero far variare la potenza o la curva di coppia, modificando la guidabilità delle vetture. È stato attivato in Italia il servizio che consente ai clienti di verificare se il proprio veicolo risulta interessato di manutenzione. I clienti potranno consultare le apposite pagine web sui siti delle marche oppure chiamare i numeri verdi dedicati.