Passante Nord di Bologna, il no del comune stoppa il progetto dopo 15 anni di chiacchiere

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Confindustria e Confartigianato criticano la miopia delle amministrazioni locali

 

passante nord bolognaIl Passante Nord dell’autostrada che circonda Bologna ideato per decongestionare il traffico e consentire il potenziamento della limitrofa tangenziale cittadina è rimasto vittima dei veti incrociati delle amministrazioni locali, con il no di nove dei dieci comuni interessati al nuovo tracciato. La sindrome del “Nimby” ha colpito ancora e alla cieca, con il risultato di lasciare intatto il tappo che blocca i traffici tra Nord e Centro Italia. 

A mettere la parola fine al progetto è stato lo stesso comune di Bologna che con il sindaco Virginio Merola ha fatto una clamorosa retromarcia cancellando la bretella autostradale lunga 38 chilometri che avrebbe consentito un salto di qualità al sistema autostradale italiano e migliorato la logistica e l’industria, locale e non.

Secondo Merola «l’idea del Passante Nord come volano di espansione è superata, dobbiamo dare vita a un piano strutturale metropolitano che ha come cardine il sistema ferroviario». Merola intende dirottare i finanziamenti già ottenuti – 1,3 miliardi di euro –su un altro progetto, la terza corsia della tangenziale e l’ampliamento dell’attuale tracciato autostradale. Con il risultato di ripartire praticamente da zero buttando al macero oltre 15 anni di carte, accordi istituzionali e missioni a Bruxelles per ottenere i via libera.

Secondo i fautori della bocciatura, il blocco del progetto è solo una questione di buon senso: per sgravare Bologna, crocevia tra Nord e Sud del Paese, bisogna puntare sul trasporto pubblico e sulla ferrovia, oltre che sul potenziamento dell’attuale tracciato.

A nulla sono serviti i cambiamenti apportati al progetto da Autostrade Spa per soddisfare le esigenze degli amministratori locali, compresa la riduzione del tracciato passato dagli iniziali 42 chilometri a 37,8, con un’ipotesi di costo di 1,3 miliardi oltre a 154 milioni di euro di espropri per realizzare in dieci anni l’opera (cinque per il bando e la progettazione esecutiva e altrettanti per i cantieri).

La decisione dei comuni ha lasciato sbigottiti i rappresentanti del mondo produttivo. Per il presidente di Confindustria Bologna, Alberto Vecchi «rinunciare ad una grande opera, ritenuta da tutti necessaria, mi sembra del tutto inappropriato, nella sostanza e nella forma decisionale applicata». Per il , presidente di Confindustria Emilia Romagna, Maurizio Marchesini, l’allargamento di tangenziale e autostrada è semplicemente «un palliativo di breve termine che non risponde certamente alle esigenze strutturali di lungo periodo che si prefigge un’opera come il Passante. Siamo sconcertati di fronte alla presa di posizione assunta ieri dal Pd di Bologna sul progetto preliminare del Passante: un incontro circoscritto ai soli sindaci antagonisti, con esclusione degli altri sindaci dell’area metropolitana». Secondo gli industriali emiliani è indispensabile abbandonare l’approccio ideologico e strumentale, tornando finalmente a un serio confronto tecnico progettuale, che individui i correttivi e i miglioramenti di tracciato e le vere opere di mitigazione e compensative connesse a questa opera.

Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario di Confartigianato Assimprese Bologna Metropolitana, Amilcare Renzi: «siamo davvero delusi dalla decisione di chiudere, dopo tanti anni di dibattiti e progettazione, i lavori previsti per aprire il Passante Nord. Una decisione che lascia sconcertati anche per la maniera esclusiva con cui è stata presa. La nostra città – ha scritto in una nota Renzi – per essere davvero lo snodo principale della viabilità italiana, ha bisogno di infrastrutture che siano utili e condivise da tutte le forze in campo: politiche, sociali e imprenditoriali. Le Grandi opere non possono diventare merce di scambio o pedine di un gioco che non tiene in considerazione le reali esigenze del territorio». Per il segretario al territorio serve «un serio progetto a lungo termine, e non di piccoli rattoppi».