“Industria 4.0”: da Padova e Veneto la “via italiana” alla “quarta rivoluzione industriale”

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Confindustria Padova Industria 4.0
L’assemblea congiunta di metalmeccanici, servizi innovativi, energia lancia il «patto per innovare la manifattura». Investimenti pubblici e privati, voucher per incentivare il digitale

 

Confindustria Padova Industria 4.0Un “ecosistema” veneto per la transizione alla “manifattura 4.0”, con impegni precisi per le imprese, come investimenti tecnologici e sul capitale umano, e una “road map” per il governo regionale e nazionale, per una politica industriale realmente “innovativa” perché centrata sulle tecnologie e non sui comparti e sulle reali esigenze delle imprese.

Non incentivi a pioggia, ma politiche e bandi orientati all’“Industria 4.0”, per re-ingegnerizzare i processi produttivi attraverso il massimo utilizzo e relativi investimenti di tecnologie come “big data”, banda ultralarga, robotica avanzata e meccatronica, manifattura 3D e la crescente integrazione tra manifattura e servizi innovativi, tra aziende capofila e fornitori. Ma anche “voucher” per diffondere le tecnologie digitali nelle Pmi. Misure da finanziare attraverso le risorse della programmazione Ue 2014-2020 per far decollare in Veneto la “quarta rivoluzione industriale” che promette, grazie alle tecnologie digitali, un salto competitivo dell’industria per la capacità di interconnettere e far dialogare macchinari, persone, dati, clienti lungo l’intera catena del valore. Un nuovo paradigma che porterà in dote al manifatturiero nordestino una crescita aggiuntiva di 1,7 miliardi di euro l’anno (8 miliardi al “Made in Italy”) e oltre 8.000 nuovi addetti (39.000 in Italia).

Questo è il “patto per innovare la manifattura” lanciato a Padova nel corso dell’assemblea per la prima volta congiunta delle sezioni metalmeccanici, servizi innovativi e tecnologici, energia di Confindustria Padova (49,3% della base associativa, oltre 22.000 imprese nella provincia) dai rispettivi Confindustria Padova Industria 4.0 FIORENTINI RAVAGNAN E TARGHETTA 02presidenti Mario Ravagnan, Ruggero Targhetta e Claudio Fiorentini. Un patto per «un nuovo paradigma produttivo» discusso con il patron di Brembo Alberto Bombassei, battistrada della “Fabbrica intelligente” in Italia e presidente del parco scientifico “Kilometro Rosso”, il presidente del Comitato di indirizzo Agenzia per l’Italia digitale Stefano Quintarelli, l’assessore allo sviluppo economico della Regione Veneto Roberto Marcato, Gianni Potti presidente del Comitato nazionale coordinamento territoriale Confindustria servizi innovativi e tecnologici e Isabella Chiodi delegata Confindustria Padova per l’innovazione e Confindustria Veneto per il riordino centri ricerca e trasferimento tecnologico.

Da Padova e Veneto arriva l’impulso a una visione condivisa tra istituzioni, imprese e territorio per costruire un “ecosistema favorevole all’innovazione”, in un’economia connessa e globalizzata, in cui si competerà con la propria capacità di conoscenza, innovazione e qualità. «Qui è il posto giusto per cogliere l’occasione di “Industria 4.0”», affermano i tre presidenti. Un territorio con una forte vocazione manifatturiera (5.180 aziende metalmeccaniche con 46.000 addetti, il 21,3% del Veneto), un primato indiscusso nei servizi innovativi (16.609 imprese, +7,2% dal 2009 al 2015) che ne fanno l’epicentro veneto (22,8% del totale) e aziende della fornitura di energia quintuplicate dal 2009 (417 unità, +373,9%). Un humus fertile per accelerare la contaminazione tra settori e la transizione alla manifattura intelligente. «I tempi sono maturi e dopo l’assemblea congiunta avvieremo un road show nel territorio per diffondere cultura 4.0 e la necessità di riorganizzare o realizzare filiere integrate di produzione di beni e servizi per accompagnare il manifatturiero a generare il 25% del Pil».

«La manifattura rimane l’essenza della nostra economia, ma deve cambiare volto, diventare integrata e digitale per essere competitiva – dichiara Mario Ravagnan, presidente dei metalmeccanici e vice presidente di Confindustria Padova -. Molte nostre imprese lo stanno già facendo, ma dobbiamo fare di più. Fare molto di più e diventare più competenti, connessi, creativi. Serve però una strategia politica forte, una strategica politica industriale che vada oltre la compartizione per settori e investa le risorse necessarie. Non incentivi a pioggia, ma un “hardware di sistema” solido e affidabile. Al resto pensiamo noi».

«La rivoluzione digitale deve essere il perno di un nuovo modo di produrre beni e servizi – sottolinea Ruggero Targhetta, presidente dei servizi innovativi di Confindustria Padova -. Dobbiamo diffonderne il più possibile la conoscenza e in questo senso, è forte l’impegno di Confindustria Padova che dedicherà il 2016 a un road show nel territorio sull’Industria 4.0. Al governo e alla Regione chiediamo un analogo cambio di prospettiva, di premiare bandi e progetti che vedano manifattura e servizi innovativi lavorare insieme, di orientare le misure di politica industriale alle tecnologie abilitanti che possono dispiegare i loro benefici innovativi a tutti i comparti».

«L’assemblea congiunta è un’idea semplice ma innovativa, che può innovare radicalmente anche la nostra dimensione associativa, oltre al fare impresa – spiega Claudio Fiorentini presidente uscente della sezione energia -. È il primo passo per una effettiva integrazione che generi vantaggi competitivi per l’industria e il territorio. Il core business delle nostre aziende è un driver fondamentale per sviluppare la “Fabbrica 4.0”: l’efficienza energetica, ovvero tecnologie per la riduzione dei costi energetici sui cicli produttivi, l’industrializzazione di componenti, l’energy management. Un’opportunità che vale in Veneto 40.000 posti di lavoro e 4-5 miliardi di Pil».

«L’“Industria 4.0” è un processo la cui “sintesi concettuale” è stata elaborata per la prima volta nel 2011 in Germania – dichiara il presidente di Brembo, Alberto Bombassei -, ma la sua genesi ha radici più profonde e, nel caso del mio Gruppo, coincide con l’intuizione che il futuro sarebbe passato dalla condivisione delle conoscenze. Per questo motivo ho fortemente voluto e realizzato, vicino ai nostri stabilimenti italiani in provincia di Bergamo, il “Kilometro Rosso”, un parco scientifico tecnologico all’interno del quale abbiamo spostato il nostro quartier generale e la larga parte della nostra attività di ricerca. Nel caso di Brembo, se mi si consente il gioco di parole, si è trattato di “un’evoluzione all’interno della rivoluzione”».

«In 7 anni, il tempo in cui un bambino arriva in seconda elementare, più del doppio della popolazione di Nordamerica ed Europa messe assieme usa uno smartphone – dichiara Stefano Quintarelli presidente Comitato di indirizzo Agenzia per l’Italia Digitale -. In tutta la storia dell’umanità non è mai accaduta una trasformazione così epocale in così breve tempo. Internet è diventata in un tempo ridottissimo la principale interfaccia utente delle relazioni sociali ed economiche del mondo. In particolare nei Paesi nostri principali partner commerciali. Il passato non è più un riferimento per un futuro digitale che arriva a velocità esponenziale. Nei nostri settori industriali chiave, in particolare nella manifattura, le aziende devono accettare la sfida del digitale in tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto, dalla pre-produzione (R&S, design, acquisti), alla produzione e post-produzione (marketing, support, aftermarket). La trasformazione digitale riguarda tutti, non solo i privati ma anche la pubblica amministrazione che si deve aprire ed interoperare con il contributo di soggetti pubblici e privati. In questa direzione va precisamente la strategia dell’AGID». 

«Riflettere e confrontarsi sui temi che hanno come elemento centrale ricerca e innovazione significa interrogarsi sui nuovi modelli da seguire per la crescita economica e lo sviluppo sostenibile del Veneto». Così l’assessore regionale allo Sviluppo economico, ricerca e innovazione, Roberto Marcato. «Si tratta di un argomento che nelle politiche regionali ha una rilevanza assoluta e lo dimostra l’approvazione da parte della Giunta veneta di un piano considerato strategico per il prossimo triennio, quello dedicato alla ricerca scientifica, allo sviluppo tecnologico e all’innovazione, già trasmesso al Consiglio regionale chiamato a ratificarlo. Il modello socio-economico regionale non può prescindere dall’innovazione e dal trasferimento delle conoscenze e la Regione vuole favorire la messa in rete dei diversi attori del sistema, per far in modo che il Veneto mantenga la sua posizione di eccellenza nel panorama nazionale e aumenti la sua competitività a livello internazionale». 

«Due sono le parole d’ordine della “Fabbrica 4.0”: metodo e fare sistema – dichiara Gianni Potti, presidente CNCT Confindustria servizi innovativi e tecnologici – all’apparenza due banalità estreme. Però se non portiamo al nostro interno, anche nella nostra Confindustria, questo tipo di approccio, tutto questo di cui stiamo parlando oggi che è certamente tecnologia, sicuramente metodo, organizzazione, sicuramente tante cose, ma è prima di tutto un passaggio culturale: “Fabbrica 4.0” è un paradigma di cambio culturale, ma per fare il cambio di cultura ci vuole un sistema Paese che entri in questa sintonia. Se dovessero arrivare incentivi o defiscalizzazioni per le nostre imprese sarò il primo ad esserne contento, non è che li buttiamo via. Ma prima di tutto chiediamo alla politica, al Governo che si adoperi perché si crei un clima Paese positivo e proattivo intorno alla “Fabbrica 4.0”. Il tema dell’impresa e della sua innovazione deve essere al centro delle priorità del Paese».Confindustria Padova Industria 4.0 POTTI MARCATO BOMBASSEI E QUINTARELLI