Brennero, l’Austria dà il via ai lavori per costruzione barriera di controllo al confine

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Polemiche sul fronte altoatesino che rivive la separazione fisica dalla madrepatria austriaca. L’UE si prepara ad un’azione contro l’Austria per la violazione di Schengen

 

brennero confine italia austriaL’Austria passa dalle parole ai fatti e dà il via libera ai lavori per la realizzazione di una barriera al valico del Brennero volta ad evitare l’invasione degli immigrati irregolari che con la bella stagione si prevede nuovamente in decisa crescita, complice anche la politica dell’accoglienza praticata dall’Italia. 

La struttura coprirà una lunghezza di 250 metri e comprenderà l’autostrada, come anche la statale. Dapprima è stata modificata la segnaletica stradale. I controlli del traffico leggero e pesante saranno effettuati in un parcheggio a nord del confine e con la realizzazione di una tettoia nella zona autostradale per agevolare le verifiche e tenere al riparo dalle intemperie gendarmi e persone controllate. Dovrebbe essere realizzato anche un centro di registrazione per i soggetti privi di documenti regolari.

Quella del Brennero arriva dopo l’esempio di Spielfeld, al confine con la Slovenia, dove i varchi per i migranti sono limitati da recinzioni. Dopo la chiusura della rotta balcanica e l’arrivo della bella stagione, il governo austriaco teme un incremento dei flussi migratori dalle coste del Mediterraneo. La settimana scorsa l’accelerata, con le visite del ministro degli esteri Sebastian Kurz a Bolzano e del ministro dimissionario degli Interni Johanna Mikl-Leitner a Roma. Lo stesso presidente austriaco Heinz Fischer, ha assicurato il minor impatto possibile sul transito di persone e merci,  «ma – ha avvertito – servono più controlli per chi vuole entrare in Europa». Proprio quelli che l’Italia non vuole fare.

La decisione austriaca ha innescato un contenzioso politico prima ancora che giuridico con l’UE e l’Italia. «Con l’Austria c’è amicizia, ma noi pretendiamo che siano rispettate le regole europee», ha detto Matteo Renzi, unendosi alle posizioni espresse da Bruxelles e chiedendo una valutazione urgente della Commissione riguardo alla scelta del governo austriaco di costruire una barriera al Brennero. In serata, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e quello dell’Interno Angelino Alfano, in una lettera congiunta ad Avramopoulos, hanno chiesto appunto una verifica urgente dell’Ue sulla condotta di Vienna: «Le misure annunciate dall’Austria – si legge nella lettera – inducono a chiedere con estrema urgenza la verifica da parte della Commissione della loro compatibilità con le regole di Schengen. La decisione di ripristinare i controlli interni con l’Italia non appare suffragata da elementi fattuali. E la reintroduzione di barriere tecniche non può in alcun modo essere considerata proporzionata». Parole nette, che seguono quelle altrettanto chiare dei vertici di Bruxelles. «Quello che sta accadendo al confine tra Italia e Austria, costruire barriere tra Stati di Schengen – aveva osservato lo stesso Avramopoulos alla “plenaria” di Strasburgo – non è la soluzione giusta. Credo nella costruzione di ponti, non di muri». Duro anche il giudizio della Commissione Ue. «Per ora – ha detto la portavoce Natasha Bertaud – abbiamo visto l’annuncio sulla stampa, ma se il piano dovesse materializzarsi guarderemo alla situazione con molta serietà. Siamo molto preoccupati». Quindi ha ribadito la regola generale, che cioè «le reintroduzioni dei controlli alle frontiere interne devono essere eccezionali e temporanei». 

Un coro di critiche che tuttavia, non smuove di un centimetro il governo austriaco. «La gestione di confine al Brennero e le nuove misure legislative sul diritto d’asilo non sono auspicabili, ma necessarie e giuste», ha osservato il cancelliere austriaco, Werner Faymann, secondo il quale «è assolutamente fuori discussione» non fare niente e accogliere persone senza limiti e senza controlli. «Mi assumo la responsabilità», ha sancito il Cancelliere. Anche il suo ministro dell’Interno, Johanna Mikl-Leitner, ha fatto capire che Vienna non intende fare passi indietro, giudicando «non comprensibile» l’agitazione in Italia per l’avvio dei lavori di questa barriera al confine. Secondo lei, viene «ora messo in pratica puntualmente quanto già annunciato da settimane e messo sul tavolo in maniera chiara anche la scorsa settimana a Roma». L’Austria, ha chiarito il ministro, «farà di tutto per mantenere la libertà di passaggio al Brennero, per questo dai nostri partner italiani deve essere assicurato che non vi sarà nessun flusso incontrollato di profughi dall’Italia attraverso il Brennero». Tuttavia ha aggiunto che il suo Paese si prepara nell’eventualità che questo non accada: «bisogna quindi cominciare adesso con i lavori e non quando il problema dovesse presentarsi». Mikl-Leitner infine ha rivelato che, durante «un colloquio costruttivo», Alfano le ha assicurato che l’Italia prenderà le misure necessarie per evitare il flusso di profughi al Brennero: «in questo senso – ha concluso – la stretta dei controlli al Brennero dipenderà dal successo delle misure italiane».

L’attuale responsabile del dicastero, Johanna Mikl-Leitner, rinuncerà al suo incarico nel governo di Vienna per ritornare nel suo Land, la Bassa Austria, a fare la vicepresidente con la prospettiva di diventare presto presidente della regione più grande, più popolosa ed economicamente e politicamente più importante di tutta l’Austria. Non si tratta di una retrocessione, ma una promozione. Agli Interni andrà l’attuale vicegovernatore della Bassa Austria, Wolfgang Sobotka, anche lui dell’Övp, la Volkspartei austriaca. Probabilmente però il cambio avverrà più avanti, perché tra due settimane ci saranno le elezioni presidenziali, che sicuramente andranno a un ballottaggio due settimane dopo, e ci sarà quindi una sorta di “vacanza” dell’ufficio presidenziale, davanti al quale dovrebbe giurare il nuovo ministro. Johanna Mikl-Leitner potrà quindi mettere la sua «esperienza» (iniziata con la chiusura della rotta balcanica, con la recinzione di 3,7 km al confine di Spielfeld, tra Stiria e Slovenia) al servizio dell’«operazione Brennero». La «ministra di ferro» è anche l’ideatrice del tetto agli ingressi e alle richieste di asilo. Una misura drastica e molto contestata, soprattutto dalla Chiesa austriaca.