Rapporto Bankitalia: Emilia Romagna in crescita moderata

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Freno export, ma vanno bene investimenti nel primo semestre 2016

 

banca ditalia scrittaContinua nel primo semestre 2016 la crescita moderata dell’economia dell’Emilia-Romagna secondo l’aggiornamento del rapporto congiunturale di Bankitalia.

Industria e servizi vedono aumenti di fatturati e ritorni in utile, nonostante l’export rallenti: dal +4,4% del 2015 al +1,6% del primo semestre grazie ad un +6,% dai paesi Ue e nonostante un -4,3% degli extra Ue. Vede la fine della crisi il settore delle costruzioni, dove le aziende iniziano a vedere positivo per lo slancio alle vendite immobiliari garantito da tassi di interesse e prezzi bassi. Resta tiepida la richiesta di mutui delle imprese. E alta la rischiosità del loro credito: i crediti deteriorati (sofferenze e incagli) qui sono il 31%. Ma gli incagli rallentano, segno che il “contagio” si sta fermando. Buone notizie dal mercato del lavoro: l’occupazione segna +2,4%, la disoccupazione è calata al 7,5% e il tasso di occupazione è al 67,7%. E così “vedono rosa” gli investimenti: il 30% delle imprese li ha rivisti al rialzo, stima di farlo nel 2017 il 40%. 

Il rallentamento delle esportazioni (che pur restano in terreno positivo), hanno spiegato Francesco Trimarchi, direttore della sede di Bologna della Banca d’Italia e l’economista Chiara Bentivogli, è dovuto al forte rallentamento registrato dall’inizio dell’anno dalle economie dei paesi emergenti. Anzi, l’Emilia-Romagna in questo contesto sfavorevole, ha avuto performance migliori delle altre regioni europee concorrenti. 

Tra le altre cose emerge dal rapporto che una delle cause della ancora tiepida richiesta di denaro da parte delle imprese è dovuto al fatto che molte delle aziende che sono uscite bene dalla crisi hanno ora una forte liquidità (i loro depositi segnano un +6,2%) e soprattutto aspettano il consolidarsi della ripresa per decidere investimenti cospicui, quelli, appunto, che necessitano del sostengo del sistema bancario. In questo senso, è stato spiegato, gli effetti del Qe della Bce si vedono nella contrazione dei tassi (scesi tanto per fare un esempio per le imprese medio-grandi dal 5,22% del dicembre 2014 al 4,18% del giugno scorso). Ma, ha aggiunto Trimarchi, «i tassi sono una delle due gambe, l’altra è un aumento della domanda, e dei consumi che sono una delle componenti della domanda». Che sono ancora al rallentatore.