Confcommercio lancia l’allarme sicurezza degli esercenti

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furto negozio serranda divelta
Cresce il numero di coloro che non denuncia più reati come furti ed estorsioni, specie nel NordEst. Sfiducia generalizzata verso la giustizia incapace di assicurare pene certe ai responsabili dei reati

 

furto negozio serranda diveltaMentre da parte delle istituzioni governative ci si affanna a dipingere una situazione sempre più rosea, chi vive ogni giorno la realtà del lavoro e dell’impresa come gli aderenti a Confcommercio vede una realtà dove l’insicurezza aumenta e cresce la sfiducia verso le istituzioni, quelle della giustizia in primo luogo.

Secondo una ricerca di Gfk Eurisko per Confcommercio, il il 28% dei suoi iscritti ritiene ci sia stato un peggioramento nei livelli di sicurezza per la propria attività. Nel Meridione sono saliti dal 32% al 38% i commercianti che hanno avuto un’esperienza diretta o indiretta di minacce o intimidazioni. A livello nazionale invece tale dato scende al 16% contro il 15% di un anno fa. Il dato è in rialzo nel NordEst e nel settore alimentare. Bassissima è invece la fiducia nella giustizia registrata da Confcommercio: ben l’86% degli intervistati giudica inefficaci le leggi che contrastano i fenomeni criminali, quasi tutte le imprese (89%) sono favorevoli all’inasprimento delle pene, e l’85% ritiene che non si scontino realmente le pene per i reati commessi. I fenomeni maggiormente percepiti in aumento sono: l’abusivismo (in aumento per il 51% delle imprese), i furti (per il 47%), la contraffazione (per il 44%); seguono le rapine (37%). Più contenuta invece la crescita dei comportamenti criminali tipicamente collegabili alla criminalità organizzata come usura (16%) ed estorsioni (14%). 

Sono in aumento le imprese che lamentano problemi come la presenza di sporcizia nelle strade (dal 31,6% al 33,0%) e le difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici (dal 30,5% al 32,9%). Per quanto attiene alla sfera più strettamente economica, le famiglie che giudicano la propria situazione economica invariata passano dal 52,3% del 2015 al 58,3%, passano invece dal 55,7% al 58,8% coloro che giudicano adeguate le proprie risorse economiche. Nonostante ciò i consumi non ripartono, e la ripresa va avanti “a singhiozzo”, così l’ha descritta il presidente Confcommercio, Carlo Sangalli. 

La situazione nazionale è confermata in piccolo da Confcommercio Modena che ha eseguito un’indagine sui fenomeni criminali occorsi in provincia. Per il 75% dei commercianti modenesi non denuncia più i furti, esasperati da una criminalità percepita in costante aumento. Non solo: per il 47% degli interpellati la criminalità avanza inarrestabile, quando a livello nazionale il medesimo report parla del 28%. Non va meglio, ma nemmeno peggio, per il 48%, mentre per un risicato 5% del campione le cose sono apparentemente migliorate. 

«Chi non denuncia sbaglia e invitiamo tutti a segnalare qualsiasi tipo di episodio, ma l’esasperazione è innegabile», ammette Franco Buontempi, vicedirettore dell’associazione dei commercianti modenesi. Ma quali sono le malefatte che fanno più paura? Al primo posto nell’indagine ci sono i furti, che secondo il 66% degli imprenditori intervistati sono percepiti in aumento rispetto all’anno passato. Subito dopo l’abusivismo (per il 57%), la contraffazione (per il 41%), le rapine (per il 40%) e più in fondo usura (12%) ed estorsione (10%). Tra chi ha messo in campo almeno un’iniziativa di contrasto ai malviventi (l’83% del campione), la maggioranza (il 53%) continua a preferire l’impianto di videosorveglianza, poco metà della metà (il 46%) dichiara di essere assicurato, un quinto paga un servizio di vigilanza privato, mentre il 25% ricorre alla denuncia. Tutte le imprese, poi, indicano il proliferare nella propria area territoriale dei fenomeni criminali più temuti: per il 58% non mancano venditori abusivi dietro i quali si celano attività illegali come ad esempio i centri estetici (58%), il 56% segnala la presenza di nomadi (56%), negozi sfitti (51%), spaccio di droga (25%) ed edifici abbandonati (20%).