Pagine per violoncello e pianoforte di Chopin e Prokofiev interpretate dal duo Gabetta – Leschenko

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Sol Gabetta
La celebre violoncellista argentina a Trento per la stagione della Società Filarmonica

 

Sol GabettaLa violoncellista argentina Sol Gabetta è la protagonista del concerto in programma lunedì 5 dicembre (ore 20.45) nella sala dei concerti della Società Filarmonica di Trento.

Gabetta ha raggiunto notorietà internazionale dopo la vittoria del “Crédit Suisse Young Artist Award” nel 2004 e il debutto con i Wiener Philharmoniker diretti da Valery Gergiev. Ma nei dieci anni seguenti, senza mai fermarsi, ha centuplicato la sua fama arrivando a fondare un proprio festival cameristico in Svizzera, il “Solsberg”. Chiamata da tutte le migliori orchestre e direttori più esigenti, Sol Gabetta ha confermato un talento sbalorditivo, un’energia contagiosa capace di ammaliare soprattutto il pubblico. 

Nata a Cordoba, in Argentina, ha vinto il primo concorso all’età di dieci anni segnalandosi quindi al “Concorso Tchaikovsky” di Mosca e all’Internazional ARD di Monaco di Baviera. Di poco successive la nomination per i ‘Grammy Award’, il “Premio Gramophone Young Artist of the Year” (2010) e il “Würth-Preis Jeunesses Musicales” (2012). 

Dopo aver debuttato con grande successo al fianco dei Berliner Philharmoniker diretti da Simon Rattle al Festival di Pasqua di Baden-Baden nel 2014 e al Mostly Mozart di New York nel 2015, la stagione 2016 la vede debuttare al fianco della Los Angeles Philharmonic, dell’Orchestra della Tonhalle di Zurigo e la Filarmonica di San Pietroburgo. 

In una delle pause di questi impegni sinfonici, Sol Gabetta arriva a Trento seguendo una passione per la musica da camera mai abbandonata e coltivata con amici come Patricia Kopatchinskaja, Hélène Grimaud o Polina Leschenko pianista nata a San Pietroburgo e trasferitasi nel 1991 a Bruxelles dove ha studiato con Pavel Gililov e Vitaly Margulis. Oggi, vive a Bruxelles ed è docente al Conservatorio di Anversa. La sua attività concertistica è intensa e variegata collaborando ormai stabilmente con la Camerata Salzburg, i London Mozart Players, la Russian National Orchestra e frequentando sale come la Konzerthaus di Vienna, Concertgebouw di Amsterdam, Carnegie Hall, Lincoln Center di New York e Opera House di Sydney assieme a Martha Argerich, Julian Rachlin, Heinrich Schiff, Mischa Maisky e Sol Gabetta.

«Parigi non è solo capitale della Francia, ma di tutto il mondo civilizzato […] Considerando tutti gli uomini distinti e celebri che vi si trovano, Parigi ci appare come un pantheon di viventi», scriveva Heinrich Heine nel 1833. Al vivace tempio culturale parigino del primo Ottocento (Hugo, Balzac, Delacroix, Rossini, Berlioz, per citarne solo alcuni) nel 1831 si era unito anche  un giovane Chopin. Da subito impressionati dal suo prodigioso talento, i parigini gli chiedevano musica per altri organici, e lui perplesso confidava in una lettera a un amico: «Mozart abbracciava l’intero dominio della creazione musicale ma io ho solamente la tastiera nella mia povera testa. […] Mi spingono al suicidio chiedendomi di scrivere sinfonie e opere, vogliono che io sia tutt’insieme un Rossini-Mozart-Beethoven polacco. Ma io rido tra me e me e penso che uno debba partire dalle piccole cose. Io sono solamente un pianista…». Effettivamente nel catalogo di Chopin le composizioni per altri strumenti si contano sulle dita di una mano e tra queste spicca la Polonaise brillante op. 3 (1829), un brano dal carattere elegante e salottiero, composto all’età di diciannove anni dopo gli studi a Varsavia con il suo maestro Joseph Elsner. La splendida Sonata op. 65, fu invece scritta a fine carriera con l’amico e violoncellista August-Joseph Franchomme. «Della mia sonata per violoncello a volte mi sento soddisfatto, a volte insoddisfatto. La accantono, poi la riprendo» scriveva nel 1846 durante la stesura di questa pagina, eseguita il 16 febbraio 1848 in occasione dell’ultimo concerto parigino del compositore. 

Anche la produzione cameristica di Prokofiev è piuttosto scarna. La Sonata op. 119 (1949) è frutto di una felice collaborazione con un giovanissimo Mstislav Rostropovic: una pagina tesa tra ampi momenti lirici e un brillante finale che dà sfoggio allo straordinario virtuosismo di uno dei violoncellisti più amati del Novecento. 

Programma

 

F. Chopin (1810-1849)

Introduzione e polacca brillante per violoncello e pianoforte, op. 3 in Do magg.

 

S. Prokofiev (1891-1953)

Sonata op. 119 in Do magg.

Andante grave – Moderato – Allegro, ma non troppo

 

F. Chopin

Sonata op. 65 in sol min.

Allegro moderato – Scherzo: Allegro con brio – Largo – Finale: Allegro