Categorie produttive: «no all’aumento delle accise sui carburanti»

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Caro carburani euro in bocca pistola benzina
Cgia e Unimpresa contro i rincari, specie sul gasolio strategico per la ripresa dell’economia. In Italia il prezzo del Diesel è il più alto d’Europa

Caro carburani euro in bocca pistola benzinaSulla necessità di adeguare i conti pubblici italiani di uno 0,2% (pari a circa 3 miliardi di euro) richiesto dalla Commissione europea per validare il bilancio statale dell’Italia dopo gli allegri sciali dell’era renziana che, a suon di bonus e regalie varie, ha incrementato il debito italiano di oltre 300  miliardi di euro in circa 1.000 giorni di governo, lo scenario di un ritocco delle accise ipotizzato dal governo viene respinto con decisione dalle categorie economiche.

Contraria all’eventuale aumento delle accise sui carburanti ipotizzato in queste ore dal Governo, l’Associazione artigiani di Mestre che ricorda come dal 2011 ad oggi ci sono stati ben 7 i rincari che hanno fatto impennare del 29% le accise sulla benzina e addirittura del 46% quelle applicate sul gasolio da autotrazione. Attualmente, a causa del peso delle accise, ogni qual volta ci si reca presso un’area di servizio il fisco incassa 0,728 euro ogni litro di benzina e 0,617 euro ogni litro di gasolio. 

Il risultato di questi ritocchi all’insù ha contribuito a far salire alle stelle il prezzo alla pompa dei carburanti. Nell’ultima rilevazione del 23 gennaio scorso, il prezzo al litro del gasolio per autotrazione ha toccato in Italia 1,397 euro (con un’incidenza della tassazione del 62,2%): tutti gli altri Paesi dell’Area euro  presentano dei prezzi nettamente inferiori. Rispetto ai principali paesi Ue e di quelli che confinano con lo Stivale, il pieno di gasolio costa agli italiani il 10,6% in più rispetto dei francesi, il +17,4% degli sloveni, il +17,5% dei tedeschi, il +24,2% degli austriaci e il +24,3% degli spagnoli. Il che “convince” gli italiani che vivono vicino al confine di fare il pieno oltre frontiera, con mancato gettito per le asfittiche casse statali.

Per quanto riguarda la benzina, il prezzo medio al litro è di 1,545 euro (con un’incidenza della tassazione del 65,2%): solo i Paesi bassi (1,571 euro al litro) e la Grecia (1,548 euro al litro) registrano un prezzo alla pompa superiore quello italiano. Nei confronti dei principali paesi Ue e di quelli che confinano con noi, il costo del pieno di benzina fatto in Italia è superiore del 9,4% di quello francese, il +10,9% di quello tedesco, il +18,85% di quello sloveno, il +24,4% di quello spagnolo e il +29,9% di quello austriaco. 

«Ricordiamo che l’aumento delle accise – commenta il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA, Paolo Zabeo – innescherebbe il meccanismo delle tasse sulle tasse. Ritoccandole all’insù, infatti, le accise andrebbero ad aumentare la base imponibile su cui si applica l’Iva. Per le casse dello Stato si tradurrebbe in un doppio vantaggio che, però, penalizzerebbe oltremodo gli automobilisti e gli operatori economici che usano i mezzi di trasporto per lavoro, come i trasportatori, i taxisti, i noleggiatori con conducente, gli agenti di commercio, gli idraulici, gli elettricisti  e tante altre categorie artigiane». Oltre a penalizzare la competitività del turismo italiano, visto che oltre il 60% dei turisti giunge nel Belpaese a bordo di un’automobile.

Se si tiene conto che l’aumento del prezzo del petrolio sta facendo salire i prezzi alla pompa dei carburanti, un ulteriore aumento delle accise peggiorerebbe la situazione. «Ricordo – conclude il segretario della CGIA, Renato Mason – che l’80% circa delle merci italiane viaggia su gomma. E’ vero che grazie al rimborso delle accise gli autotrasportatori, solo quelli con mezzi sopra i 35 quintali, possono recuperare una parte degli aumenti fiscali che subiscono alla pompa, tuttavia, nel caso scattassero gli incrementi di accisa potrebbero verificarsi dei rincari dei prodotti che troviamo sugli scaffali dei negozi e dei supermercati del tutto ingiustificati, penalizzando soprattutto le famiglia a basso reddito». 

Contraria ai ritocchi delle accise anche Unimpresa: «è assurdo immaginare l’ennesimo ritocco all’insù delle tasse sulla benzina e gasolio: le accise sui prodotto energetici già comportano, per i contribuenti italiani, un esborso superiore a 25 miliardi di euro annui: si tratta di un livello abnorme, tra i maggiori a livello europeo e globale che pesa sui conti delle famiglie oltre che su quelli delle imprese, incidendo negativamente sulla ripresa economica – dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci -. Basta stangate, si devono trovare alternative all’utilizzo sistematico e sconsiderato della leva fiscale, a esempio agendo con interventi seri e non farlocchi sugli sprechi nella spesa delle amministrazioni pubbliche». 

Nel corso del 2015, dalle accise sui prodotti energetici e loro derivati (principalmente benzine e gasoli) il gettito statale è stato di 25,4 miliardi in lieve diminuzione rispetto all’anno precedente di 157 milioni (-0,6%). Un trend simile è stato mantenuto nel corso del 2016: tra gennaio e novembre, l’incasso è stato di 22,2 miliardi, con un calo contenuto rispetto all’anno precedente pari a 27 milioni (-0,1%).prezzi carburanti in UE al 23 gennaio 2017