Banche venete, Mion: «piano fusione per una banca del NordEst è ancora valido»

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Il mondo bancario intanto guarda ai conti delle due banche per valutare l’ipotesi di acquisizione nell’ambito di una soluzione di sistema

crisi banche protesta risparmiatori 2Il piano per la creazione di una banca del NordEst, messo a punto dal management della Banca Popolare di Vicenza e da Veneto Banca, «resta sempre valido e noi speriamo che qualcuno se ne faccia carico e gli dia seguito» ha affermato il presidente della Banca Popolare di Vicenza, Gianni Mion, in merito all’ipotesi che il progetto di fusione delle due banche possa essere accantonato.

«In questa fase siamo spettatori – ha detto Mion -. Siamo tutti siamo molto delusi e preoccupati, non sappiamo se il piano sia stato archiviato. In teoria è possibile che si proceda ancora ma il trascorrere del tempo fa pensare che le nostre ambizioni siano mal riposte», ha ribadito Mion, tornando ad auspicare una «soluzione rapida» per il salvataggio delle due banche. Anche perché le condizioni dei due istituti sono critiche e «il trascorrere del tempo e l’inazione non migliora la situazione». 

Quello che per Mion è inaccettabile è però sostenere che il piano non esistesse o fosse irrealizzabile. «Il piano della banca del Triveneto è stato predisposto dall’amministratore delegato di BpVi Viola e dai suoi collaboratori ed è stato discusso con la Bce e la Dg Comp oltre che con il ministero dell’Economia. Il cda ha condiviso il piano e ha sostenuto il management in questo lavoro – ha ribadito Mion -. Il piano prevedeva un certo periodo di avvio, due-tre anni, per permettere alla banca fusa di rilanciarsi. Siamo sicuri che, una volta superata la fase iniziale, saremmo stati in grado di attrarre investitori privati. Se poi il piano non è piaciuto o ci sono stati verdetti diversi ne prendiamo atto. Purtroppo – si è rammaricato il presidente – la Dg Comp ha chiesto da subito l’iniezione di capitali privati» per oltre un miliardo di euro, raffreddando le disponibilità di eventuali nuovi soci. 

Sempre evocata sul caso delle sofferenze bancarie del NordEst (e non solo), la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager ha ribadito che «non sta a me o ai miei servizi decidere quali misure dovrebbero prendere, sta alle autorità degli stati. Il mio compito è assicurarci che quando una direzione viene presa sia applicata in linea con le regole. C’è una certa flessibilità nelle regole».

Dal fronte delle banche chiamate a salvare le due popolari venete, il presidente di Unicredit Giuseppe Vita ribadisce che sulle banche venete «noi abbiamo detto che siamo disposti a partecipare a quella che è una soluzione di sistema proporzionale che coinvolga la grandissima parte delle banche italiane. Se adesso si torna ad una soluzione a due, no. In una soluzione di sistema noi siamo disposti a fare quello che è di nostra competenza. Se poi altri trovano delle soluzioni migliori, ben vengano».