Pil Italia: la ripresa nel 2017 s’irrobustisce, ma è sempre la più debole tra i paesi “grandi” dell’UE

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Moody’s rivede al rialzo le stime di crescita. Attenzione al mercato e ai consumi interni che coninuano ad arrancare nonostante la crescita di fiducia dei consumatori

grafico indice crescita economiaLa ripresa c’è e l’Italia l’ha agganciata e sembra accelerare sganciandosi dalla crescita “zero virgola”. L’agenzia di rating Moody’s ha rialzato le stime di crescita relative al Belpaese.

Secondo gli analisti dell’agenzia americana, il Pil italiano crescerà dell’1,3% nel 2017 e nel 2018. In precedenza Moody’s indicava una espansione dello 0,8% quest’anno e dell’1% il prossimo. Pur se rialzata, la crescita italiana è inchiodata alla metà circa di quella media che caratterizza gli altri “grandi” paesi europei, Germania, Francia e pure la Spagna che partiva da una situazione peggiore di quella italiana.

 L’ottimismo ritrovato dall’agenzia Usa arriva dopo che istituzioni internazionali, come l’Fmi, e nazionali, come Banca d’Italia e Istat, e associazioni come Confindustria, hanno già migliorato le aspettative sull’economia italiana. La ripresa trova sempre più conferme nei numeri. Solo pochi giorni fa la fiducia delle imprese è tornata ai livelli pre-crisi, quelli che si registravano nel 2007, con l’indice di agosto aumentato da 105,6 a 107 punti. Stesso segnale sul fronte dei consumatori, la cui fiducia ha continuato a rafforzarsi in estate facendo ben sperare sul fronte della domanda interna. Inoltre l’industria continua a recuperare. A giugno la crescita è stata dell’1,1% su mese, con un balzo addirittura del 5,3% su anno e il settore dell’automotive che ha fatto uscire dalle linee di montaggio il 19,9% in più di 12 mesi prima grazie ai provvedimenti legati al superammortamento che ha privilegiato in particolare le aziende di autonoleggio. 

Il dato più sorprendente è quello relativo al Pil: l’Istat ha rilevato nel secondo trimestre un incremento dello 0,4% sui tre mesi precedenti. Dopo un solo semestre, la crescita acquisita per il 2017 è già dell’1,2%. Si tratta, cioè, dell’incremento che si avrebbe a fine anno in caso di crescita zero negli ultimi due trimestri. Questo significa che l’aumento del Pil dell’1,1%, fissato dal governo nel Def come obiettivo del 2017, si è dimostrato molto prudente e sarà probabilmente aggiornato in autunno avviandosi a superare anche la previsione degli economisti di Moody’s. Un dato che non deve indurre il Governo Gentiloni ad allargare troppo i cordoni della borsa magari per qualche nuovo “bonus” pre-elettorale. La spinta alla crescita è ancora legata all’export, mentre i consumi sul fronte interno languono o sono in calo, con pesanti ripercussioni su tutto il settore che produce ed opera per i consumi interni.