Cooperazione trentina: la Federazione provinciale prova a cambiare pelle dopo la crisi

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Il consiglio di amministrazione approva all’unanimità la proposta di revisione dello statuto sociale 

federazione coop trentina ingresso logoTra le stanze della Federazione trentina della cooperazione potrebbe entrare una ventata di aria nuova a seguito della decisione da parte del consiglio di amministrazione della Federazione di approvare all’unanimità la proposta della speciale Commissione per la revisione dello statuto varata il 5 settembre scorso.

La riforma contiene importanti innovazioni sotto il profilo della gestione del movimento cooperativistico, dei rapporti tra cooperative ed enti di servizio e di rappresentanza, e del ruolo stesso della Federazione.

I contenuti sono stati presentati dal presidente della Cooperazione Trentina, Mauro Fezzi, dai vicepresidenti Paola Dalsasso (consumo), Cesare Cattani (credito), Luca Rigotti (agricoltura), da Giuliano Beltrami, coordinatore della commissione, e da Alessandro Ceschi, direttore generale della Federazione.

«La commissione ha lavorato molto, ha lavorato in maniera coscienziosa – ha osservato il presidente Fezzi –. Credo sia stato fatto un grande sforzo di mediazione. La sintesi delle cose è che ognuno faccia un mezzo passo indietro per riuscire a farne uno in avanti. Tutti insieme».

«E’ stato fatto un lavoro proficuo e sono molto contento del lavoro compiuto – ha spiegato Giuliano Beltrami –. E’ stato caratterizzato da parecchia motivazione. I componenti hanno lavorato con grande partecipazione».

La bozza condivisa da tutta la commissione e dal consiglio sarà ora presentata ai soci per un’ulteriore valutazione in specifici incontri sul territorio che saranno organizzati nei prossimi mesi. Infine, essa tornerà in assemblea riunita in sessione straordinaria per la definitiva approvazione, prevista entro l’anno. Ciò significa che le nuove disposizioni statutarie avranno valore già dalla prossima assise ordinaria elettiva prevista nel giugno del prossimo anno.

Le principali novità della riforma puntano sulla «centralità della collaborazione tra i settori quale strumento per la valorizzazione e per il rafforzamento della cooperazione in Trentino». Lo statuto assegna alla Federazione un ruolo centrale per il «rafforzamento e la coesione» del movimento cooperativo, anche attraverso nuove attività in capo alla stessa. Essa, ad esempio, sarà chiamata a promuovere la valutazione del ritorno sociale dell’attività cooperativa. Tra le nuove attività, la Federazione potrà anche attuare iniziative nell’ambito delle politiche del lavoro, in accordo con istituzioni pubbliche e private.

Al fine di favorire lo sviluppo democratico e la partecipazione alla gestione del sistema cooperativo, dovranno essere evitati cumuli di cariche in capo alla medesima persona, quando non siano giustificati da esigenze del sistema. La Federazione funge da centro di servizi, con priorità alle associate, ed assicura ogni forma di assistenza e supporto anche al sistema del credito cooperativo, estendendo anche fuori dal Trentino tutti i servizi erogati.

L’attività di vigilanza sulle cooperative, sulla base della normativa regionale in materia, sarà esercitata dalla Federazione «assicurando la non ingerenza delle proprie cariche elettive», nonché «l’indipendenza dei propri revisori rispetto all’ente oggetto di revisione». La Federazione potrà gestire anche direttamente corsi per la qualificazione tecnica e l’aggiornamento professionale degli amministratori e dei lavoratori. Per rendere misurabile tale obiettivo è prevista l’introduzione di crediti formativi obbligatori e di sistemi di valutazione delle competenze.

Il nuovo consiglio sarà composto dal presidente e da 22 consiglieri, individuati favorendo la presenza degli organismi di secondo grado, nonché la rappresentanza di genere e i giovani cooperatori. Saranno comunque riservati quattro rappresentanti ciascuno ai settori agricolo, credito e consumo; tre rappresentanti ciascuno ai settori della produzione lavoro e servizi e quello delle cooperative sociali e abitazione. I rappresentanti dei settori nominati da specifiche pre-assemblee (cinque al posto degli attuali quattro convegni di settore) vengono eletti dall’assemblea tra gli amministratori delle società federate appartenenti al rispettivo settore.