Ipertensione arteriosa polmonare: una nuova terapia orale cambia vita

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nazzareno galliè policlinico santorsola bologna
Il Policlinico Sant’Orsola di Bologna, che ha sviluppato la nuova metodica, lancia campagna informazione 

nazzareno galliè policlinico santorsola bolognaDal prossimo mese di gennaio cambierà la vita per molti pazienti con ipertensione arteriosa polmonare (IAP). Con l’anno nuovo sarà disponibile una nuova terapia orale in sostituzione di quella altamente invasiva con un’infusione continuata, sottocutanea come quella cui sono costretti molti diabetici, o addirittura endovenosa.

La novità è stata presentata a Milano da Nazzareno Galiè, responsabile del Centro di Diagnosi e Trattamento della Ipertensione Polmonare del Policlinico Sant’ Orsola di Bologna, assieme ad una campagna di informazione per promuovere terapie corrette e tempestive, che da lunedì 27 novembre a venerdì 1 dicembre offrirà anche consulti telefonici gratuiti (sito www.aosp.bo.it o al numero telefonico 0512144008 oppure all’Associazione pazienti AIPI, www.aipi.it e ai numeri 3925003184 e 3477617728). 

L’ipertensione polmonare (IP) può portare gravi complicanze in oltre 50 altre malattie, incluse la maggior parte di quelle cardiache e polmonari. I sintomi sono fame d’aria, stanchezza, svenimenti. Ne sono affette 600.000 persone in Italia (10% negli over 65 ma può essere presente dalla nascita). Le forme più gravi sono la IAP (3.000 persone in Italia) e il cuore polmonare cronico tromboembolico (CPCTE, 2.400 in Italia). La terapia della IAP coinvolge contemporaneamente tre vie metaboliche: quelle dell’ossido nitrico (che ha un effetto vasodilatatore), dell’endotelina (vasocostrittore) e della prostaciclina (vasodilatatore). Mentre è possibile da anni agire sulle prime due vie con terapie orali, finora la via della prostaciclina è stata percorribile solo con modalità invasive ed è stata riservata a pazienti in stato avanzato di malattia. 

«Dal gennaio 2018, la disponibilità di un farmaco orale (selexipag) che riduce del 40% il rischio di progressione della malattia – osserva Galiè – permetterà di affrontarla fin dall’ inizio con tre terapie orali. Purtroppo non è detto che per la via della prostaciclina non si debba tornare alla somministrazione parenterale di farmaci (per via sottocutanea o endovenosa continua, che sono metodi più efficaci), ma questo passaggio sarà certamente ritardato». 

Per questa malattia il Centro IP del Sant’Orsola è stato designato Centro di riferimento europeo dalla Commissione Ue e dal Ministero della Salute per svolgere un ruolo di coordinamento del progetto europeo ERN, unico centro italiano su 17 designati in Europa.