Lettera di Natale del presidente di Confapi Padova

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Carlo Valerio presidente confapi padova
L’economia provinciale va, ma si potrebbe fare meglio se le banche facessero bene il loro lavoro

Di Carlo Valerio

Cari Colleghi,

Carlo Valerio presidente confapi padovastiamo per salutare un 2017 importante per Confapi e per il suo tessuto imprenditoriale, ci avviciniamo a grandi passi a un 2018 che possiamo attendere con ottimismo e rinnovata fiducia. 

I dati congiunturali attestano che l’economia del territorio sta rifiorendo, anche se non mancano le spine. Da un lato si registrano il +4,3% dell’export padovano nel terzo trimestre del 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016 e la crescita del numero degli occupati, con un +8% rispetto a dodici mesi fa (anche se è un dato che va analizzato a parte). Dall’altro lato ci sono 2,6 miliardi di euro che “mancano” alle nostre Pmi, se si considera che i depositi alle banche della provincia sono aumentati di 1,844 miliardi di euro rispetto all’anno scorso, passando da 21,924 a 23,768 miliardi (+8,4%), mentre gli impieghi vivi sono scesi di 800 milioni, scendendo da 23,6 miliardi a 22,8 (-3,2%). 

Mi soffermo su questi numeri perché credo che ogni analisi debba partire da qui. Ancora una volta parliamo di liquidità che poteva essere destinata alle imprese e che invece è stata fagocitata dagli istituti di credito. Oggi più che mai risulta evidente lo scollamento tra un’economia che, pur tra mille difficoltà, sta ripartendo e un sistema creditizio che non le concede fiducia. Una situazione aggravata in Veneto dal cortocircuito delle principali banche del territorio. Ed ecco perché abbiamo voluto operare una scelta strategica di più ampio respiro, dando all’Associazione un ruolo diretto di advisor finanziario attraverso Confapi Credit, divisione che affianca le imprese in un percorso di analisi dei loro fabbisogni, offrendo nuovi strumenti per facilitare l’accesso al credito. 

Non solo, dallo scorso luglio nei nostri uffici opera Confapifidi, il Confidi di origine lombarda emanazione del nostro sistema associativo che, in qualità di intermediario finanziario vigilato da Banca d’Italia e accreditato dal Fondo di Garanzia, può ampliare le possibilità di accesso al credito con le Banche convenzionate. Una cooperazione, questa, che porta in dote le convenzioni con gli istituti di credito lombardi. Ci stiamo, insomma, adoperando per far sì che il sistema creditizio torni a rappresentare una risorsa e non una zavorra per le nostre imprese. 

Come dicevo, le “spine” ci sono, ma abbiamo comunque il dovere e la volontà di guardare al nuovo anno con fiducia, perché dall’economia del territorio arrivano indicazioni incoraggianti. Il dato relativo al commercio estero conferma una costante tendenza all’aumento nelle esportazioni, con indicatori particolarmente positivi per i settori della metalmeccanica e di strumenti medicali. Per quanto riguarda l’aumento dell’occupazione, questo andamento positivo è determinato dall’aumento dei contratti a tempo determinato e dalle altre forme contrattuali non stabili (somministrazione, apprendistato), dato il calo dei contratti a tempo indeterminato. È la conseguenza di una trasformazione profonda e in atto da tempo: la nostra si sta sempre più trasformando in una società di servizi, che, per la sua stessa natura, ha bisogno di rapporti di lavoro più “agili” e flessibili rispetto a una società basata sulla produzione, le cui imprese entrano in attività con un forte investimento iniziale e hanno perciò la necessità di legarsi al lavoratore per un tempo più lungo. L’aumento dei lavoratori precari è, in altre parole, una diretta conseguenza della trasformazione del tessuto economico della società. 

Il tema ci è caro, anche perché, di contro, siamo convinti che Padova non possa perdere la sua vocazione industriale. In Veneto, e in questa città in particolare, esiste un tessuto di aziende metalmeccaniche solide, che lavorano per conto terzi ed esportano soprattutto in Germania. Un patrimonio che non va disperso e che anzi va tutelato e aiutato a rimanere al passo con i tempi. Dal canto nostro, per sostenere e valorizzare il capitale umano già presente e trasferire competenze manageriali nella piccola e media impresa, riteniamo di vitale importanza continuare a investire anche nel 2018 nella Scuola padovana di direzione aziendale (S.PA.D.A.), attraverso la quale abbiamo coinvolto gli imprenditori – non solo i più giovani – in un percorso di formazione mirato a sostenerli nella loro crescita professionale. Lo facciamo perché è già il momento di prepararci per Industria 5.0, un sistema produttivo che tornerà a mettere il capitale umano al centro: la sfida a cui tutti siamo chiamati a farci trovare pronti è proprio quella di valorizzare l’artigianalità propria del nostro tessuto imprenditoriale grazie all’utilizzo delle tecnologie digitali, premessa per quello che potrà essere un vero e proprio nuovo Rinascimento industriale. 

L’uomo torna al centro del paradigma e non è un caso se le categorie stanno ritrovando una propria funzione nel mondo del lavoro. Il 2017 ha salutato il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro per le piccole e medie imprese metalmeccaniche sottoscritto tra Unionmeccanica Confapi e i sindacati Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil, con cui si è aperta una nuova stagione. 

Da qui non si tornerà più indietro, per le innovazioni introdotte riguardo al welfare e per il ruolo dell’Ente bilaterale metalmeccanico (Ebm) nel sostegno al reddito e nel diritto allo studio. Non solo, nel 2018 saranno potenziate le prestazioni sanitarie integrative da offrire a imprese e dipendenti. 

Il 2017, a Padova, è stato anche l’anno della nascita di “Confapi Sanità Disabilità Sport”, nuova sezione che riunisce cliniche, operatori della sanità e della riabilitazione, produttori di ausili e componenti ortopedici e medicali. Si tratta di un settore che già era contiguo al tessuto imprenditoriale di Confapi, ma che sinora non aveva un’Associazione che lo aiutasse a far sentire la sua voce. Al suo interno ci sono operatori diversi, ma tutti accomunati da un unico bacino di riferimento: le persone. E un primo importante palcoscenico per loro sarà a disposizione già all’inizio del 2018, con la partecipazione a Innovabiomed, salone internazionale di Verona, momento di incontro dell’industria privata della sanità. 

Di fatto, anche per le ragioni appena elencate, sta per calare il sipario su un 2017 importante per Confapi, in cui, permettetemi di sottolinearlo, il peso politico della nostra Associazione si è accresciuto a livello nazionale. Pochi mesi fa, lo ricorderete, abbiamo celebrato il ventesimo anniversario della ricostituzione di Confapi a Padova con un evento a Villa Borromeo a cui ha partecipato anche il Segretario Fiom Maurizio Landini e che ha visto un intervento del Ministro Carlo Calenda. È stata una vetrina che ci ha dato l’opportunità di guadagnarci la ribalta dai media e di accendere i riflettori sulle nostre imprese. Imprese che oggi contano un po’ di più anche sul piano nazionale, perché il nostro territorio esprime il Presidente dei Giovani Imprenditori di Confapi, il padovano Jonathan Morello Ritter. A lui vanno le nostre più sincere congratulazioni e il nostro massimo appoggio per l’importante ruolo assunto. Jonathan, eletto da poche settimane, si sta già dando da fare. Le sue azioni sono mirate a uno scopo: contribuire a fare in modo che l’Italia diventi il Paese in cui chi ha idee imprenditoriali e coraggio può avere la possibilità di realizzare ciò in cui crede. Badate bene: non è un sogno, è un obiettivo. Vale per i giovani, come a ogni età. Io credo che ci siano le condizioni per riuscirci. E noi di Confapi saremo al vostro fianco, come sempre. 

I più sinceri auguri di buon Natale e felice anno nuovo!