Confagricoltura Friuli Venezia Giulia: 2017 altro anno difficile per comparto

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confagricoltura FVG Claudio Cressati
Bene viticoltura, ma zootecnica in chiaroscuro. Cressati: «cresce l’agricoltura integrata» 

confagricoltura FVG Claudio CressatiIl 2017 è stato un anno difficile per l’agricoltura italiana e del Friuli Venezia Giulia. Lo afferma Claudio Cressati, presidente di Confagricoltura regionale.

«Il comparto vitivinicolo ha avuto dei buoni risultati – scrive Cressati – nonostante le gelate tardo-primaverili che hanno interessato parecchi territori. Le esportazioni sono in crescita e le nuove Doc hanno portato una ventata di positività nel comparto che è stata colta da molti viticoltori: oltre 500, a esempio, hanno già sposato la Doc Friuli, con una rinnovata sensibilità ambientale. Infatti, sono oltre 110 le aziende della Regione che hanno aderito al Sistema di qualità nazionale di produzione integrata, per oltre 7.200 ettari e crescono notevolmente quelle che praticano l’agricoltura biologica (854 aziende per 14.000 ettari)». 

Secondo l’associazione regionale di categoria la zootecnia si trova ancora in una situazione di chiaroscuro, con una diminuzione complessiva delle aziende, da 7.527 alle attuali 5.972. I bovini allevati sono 80.952 contro gli 82.800 dello scorso anno. In crescita invece i suini, che dai 250.500 capi passano a 262.700, che però vengono macellati soprattutto fuori regione, dimezzati in un anno, passando da oltre 9.700 agli attuali 4.600. In controtendenza gli ovicaprini, che salgono da 26.300 a 29.600 capi. 

E’ continuata la crescita dell’agriturismo, anche se di poco, con 656 aziende regionali che si dedicano all’accoglienza e alla ristorazione (643 l’anno precedente). Il mais, dopo una partenza rallentata dalle gelate primaverili, si è sviluppato bene, ma la siccità e le forti raffiche di vento unite alla pressione della diabrotica hanno limitato le produzioni. Per quanto concerne la soia, si evidenzia la preoccupante diffusione della cimice asiatica, per la quale non si è ancora trovata una soluzione concreta. Il mercato cerealicolo ha proposto prezzi con un andamento piuttosto stabile, in controtendenza rispetto all’elevata volatilità registrata negli ultimi anni.