Boomerang sacchetti bio: il consumo degli italiani si sposta verso il confezionato

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ortfrutta confezionata
Cresce l’utilizzo di plastiche e polistiroli che hanno un impatto decisamente superiore sull’ambiente. Cambiano anche i consumi, con ritorno del fruttivendolo

ortfrutta confezionataL’introduzione dell’obbligo di confezionamento dell’ortofrutta sfusa acquistata al supermercato in buste a pagamento ecosostenibili sta generando un boomerang per l’ambiente, con un preoccupante cambiamento delle abitudini dei consumatori che si stanno spostando verso i prodotti già confezionati.

Il dato emerge da un sondaggio realizzato dal Monitor Ortofrutta di Agroter in collaborazione con Toluna, che ha analizzato la reazione avuta nei primi dieci giorni dell’anno sull’intero territorio nazionale. Il 12% degli italiani, secondo l’indagine curata da Roberto Della Casa, docente di marketing dei prodotti agroalimentari all’Università di Bologna, ha preferito comprare prodotti ortofrutticoli già confezionati per non dover pagare il sacchetto eco-bio. Un altro 21% del campione, invece, ha preferito rivolgersi al fruttivendolo – che tradizionalmente utilizza sacchetti di carta, quindi non soggetti a pagamento obbligatorio, e per giunta autenticamente ecocompatibili – invece che al supermercato. C’è anche un 7% di consumatori che indica di aver comprato meno frutta e verdura, a detrimento della qualità della dieta. Il 56% degli intervistati, invece, risponde di aver fatto spesa come al solito: un comportamento più marcato nei giovani (61%) rispetto agli over 55 (53%).Il 6% vorrebbe i vecchi sacchetti in plastica gratuiti. 

La crescita del ricorso ai prodotti confezionati, che fanno spesso uso di un vassoio in polistirolo con sigillatura in polietilene pesante è un boomerang per l’ambiente, in quanto per eliminare un ridotto apporto di plastica (quello dei sacchetti ultrafini) si finisce per incentivare l’impiego di materiali ben più impattanti per l’ambiente.