Voucher per la digitalizzazione: ennesima presa in giro per le imprese dal Governo Gentiloni

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Il grande successo di adesioni falcidia il contributo atteso per le singole aziende. Vaccarino (CNA): «servono più risorse per sostenere lo sforzo di ammodernamento delle piccole imprese”

voucher digitalizzazione impreseEra prevedibile: le adesioni al bando voucher per la digitalizzazione delle imprese emesso dal ministero dello Sviluppo economico è stato decisamente superiore alle attese, con oltre 90.000 domande, finendo con lo scontentare tutte le aziende, perché i fondi che saranno effettivamente disponibili calano vistosamente da 10.000 a soli 1.000 euro a domanda ammessa. Di fatto, una solenne presa in giro da parte del Governo Gentiloni per tutte le imprese che vogliono modernizzarsi.

Una situazione stigmatizzata dalla Cna che, secondo il suo presidente nazionale, Daniele Vaccarino: «a fronte di un’eccezionale partecipazione, favorita da una semplice modalità di accesso ma anche dalla lunga attesa per l’emanazione del provvedimento che era stato inserito nel decreto Destinazione Italia del febbraio 2014, non si può non rimarcare l’esiguità delle risorse messe in campo. Infatti lo stanziamento di 100 milioni di euro consentirà di assegnare ad ogni impresa un contributo di poco superiore ai 1.000 euro, rispetto ad un valore teorico di 10.000». 

Probabilmente, il drastico taglio delle sovvenzioni disponibili costringerà molte aziende a rivedere i loro progetti, spingendone tante a rinunciarvi. Proprio per non mortificare le progettualità messe in campo, la CNA chiede al Governo di «recuperare nuove risorse per garantire una risposta all’altezza delle richieste e sostenere concretamente lo sforzo di ammodernamento messo in atto dalle piccole imprese, fondamentale per la competitività del nostro sistema produttivo».

Da quanto accaduto, dovrebbe derivare anche un monito per il futuro: più che illudere i potenziali beneficiari, per il Governo meglio decidere dei fondi limitati ma certi, magari tramite la logica dell’assegnazione ai primi che arrivano, così da fare decollare con sicurezza le varie iniziative proposte, magari provvedendo successivamente a ulteriori integrazioni di fondi per soddisfare anche le domande non finanziate. Ma prevedere un quantitativo finanziario fisso da ripartire tra tutte le domande pervenute rischia solo di essere un boomerang per chi lo propone.