Vendite al dettaglio in Veneto: nel 2017 i consumi tengono (+1,1%),
ma chiudono sempre più negozi

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Carrello della spesa consumi Rincari record confcommercio fvg

Secondo l’indagine VenetoCongiuntura di Unioncamere in crescita supermercati, iper e grandi magazzini. Peggiora la fiducia degli imprenditori.

Nel secondo semestre 2017, sulla base dell’indagine VenetoCongiuntura, le vendite al dettaglio hanno evidenziato un aumento del +1,6% rispetto al corrispondente periodo del 2016. Rispetto al trimestre precedente l’indice destagionalizzato ha registrato la medesima intensità +1,6%, in aumento rispetto ai primi 6 mesi dell’anno (+0,1%).

Nella media dell’intero 2017 le vendite al dettaglio hanno registrato un incremento del +1,1%, in linea rispetto al ritmo di crescita dello scorso anno (+1,2% nel 2016). La rilevazione semestrale è realizzata da Unioncamere del Veneto in collaborazione con Confcommercio Veneto condotta su un campione di 584 imprese con almeno 3 addetti (www.venetocongiuntura.it).

«Per quanto non esaltante, la dinamica delle vendite al dettaglio si è comunque rafforzata nel secondo semestre 2017, mostrando un’accelerazione rispetto alla prima parte dell’anno – commenta Mario Pozza, presidente di Unioncamere Veneto – grazie soprattutto agli esercizi di media e grande superficie. È proseguita la crisi dei piccoli negozi, che al contrario hanno registrato un aumento molto modesto. Guardando all’intera anno, nel 2017 le vendite al dettaglio hanno mantenuto un ritmo di crescita modesto, analogo a quello del 2016, a conferma della fase di debolezza dei consumi delle famiglie. Intanto continua l’emorragia di esercizi commerciali in Veneto: tra gennaio e dicembre 2017 hanno abbassato la serranda oltre 3.300 negozi, più del doppio delle nuove aperture, poco sopra 1.600».

L’indicatore delle vendite secondo le categorie merceologiche ha segnato la performance migliore nei supermercati, ipermercati e grandi magazzini con un +1,9%; seguono le imprese del commercio al dettaglio alimentare e non alimentare (+1,4%). Sotto il profilo dimensionale la variazione positiva più marcata riguarda gli esercizi di media e grande superficie (≥400 mq) con un +2% mentre i negozi di piccole dimensioni (<400 mq) hanno segnato un +0,7%.

«Seppur positivo, il dato delle vendite al dettaglio del secondo semestre del 2017 è ancora troppo debole per poter parlare di ripresa – dichiara il presidente di Confcommercio Veneto, Massimo Zanon – I negozi di vicinato di piccole dimensioni crescono troppo poco, in parte penalizzati dall’incremento dell’e-commerce (che in questo inizio 2018 sta penalizzando anche i “grandi”), ma anche da costi di locazione e di gestione troppo alti, oltre che dall’assenza di una seria politica di rigenerazione urbana. A confermarlo è il sentiment di previsione delle imprese del commercio al dettaglio per i prossimi sei mesi. Possiamo tornare a essere competitivi solo in presenza di programmi strutturati di rivitalizzazione urbana, con politiche di defiscalizzazione e calmierazione dei costi di locazione, facendo al contempo un buon uso integrato dei nuovi strumenti tecnologici».

I prezzi di vendita, negli ultimi 6 mesi dell’anno hanno segnato un aumento del +0,4% (+0,9% la variazione media annua) in diminuzione rispetto al primo semestre del 2017 (+1,4%). L’aumento dei prezzi ha riguardato il commercio al dettaglio non alimentare e quello alimentare (rispettivamente +0,8% e +0,6%) mentre i supermercati, gli ipermercati e i grandi magazzini hanno registrato una sostanziale stabilità del -0,1%. A livello dimensionale le imprese più piccole hanno risentito maggiormente dell’aumento dei prezzi (+0,9%); le imprese di media e grande dimensione hanno evidenziato una variazione più contenuta (+0,2%).
La dinamica degli ordinativi ai fornitori, nella seconda metà dell’anno, è risultata in aumento del +0,7% (+0,6% la variazione media annua) con un maggiore incremento negli esercizi del commercio al dettaglio: non alimentare +1,2% e alimentare +0,9%. +0,5% per i supermercati, gli ipermercati e i grandi magazzini. A livello dimensionale, l’aumento degli ordini ha riguardato le aree commerciali più grandi (+1,2%) mentre le piccole superfici di vendita hanno segnato una variazione negativa (-0,5%)

Quanto al futuro, il clima di fiducia degli imprenditori del commercio al dettaglio è negativo per i prossimi sei mesi. Il saldo tra coloro che prevedono un incremento e coloro che attendono una flessione del volume d’affari rimane negativo di -23,5 punti percentuali (era -3,2 p.p. il dato a giugno 2017). Peggiora anche il saldo relativo agli ordini registrando -17,5 p.p. (era -9,8 p.p.). Per quanto riguarda i prezzi di vendita, gli imprenditori si aspettano un aumento (+6,7 p.p.) più sostanzioso rispetto alle precedenti previsioni (era +3,6 p.p.).