Vino: l’export italiano in Francia raddoppia e vince storica sfida

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View of champagne glasses at a beach bar set up along the Croisette during the 66th edition of the Cannes Film Festival in Cannes on May 17, 2013. AFP PHOTO / LOIC VENANCE (Photo credit should read LOIC VENANCE/AFP/Getty Images)

Secondo Coldiretti è record del decennio con 170 milioni euro, mentre l’import da Parigi crolla del 14%. 

Record storico per l’export di vino italiano in Francia che sfiora i 170 milioni di euro nel 2017 e praticamente raddoppia (+92,3%) negli ultimi 10 anni, mentre nello stesso periodo gli arrivi nella Penisola dai cugini d’oltralpe sono crollati del 14% in valore. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti su dati Istat alla vigilia del Vinitaly che spiega come le bottiglie tricolori stiano vincendo la tradizionale sfida enologica con i francesi.

A spingere il successo del “Made in Italy” enologico è soprattutto la riscossa contro lo champagne, delle bollicine nazionali con le esportazioni in Francia letteralmente esplose del 276% in valore nel decennio, per un importo attuale di oltre 45 milioni di euro. Di fatto, vince l’ottimo rapporto prezzo/qualità della produzione italiana e si sgonfia sul suolo nazionale la moda di bere francese, anche nelle occasioni di festa.

Il risultato – precisa la Coldiretti – è che la bilancia commerciale nel vino tra i due Paesi è sostanzialmente in pareggio nel 2017 (appena 11 milioni a favore della Francia), dopo che solo dieci anni fa aveva fatto registrare un passivo per l’Italia di ben 134 milioni di euro. Si tratta dei risultati di un importante processo di qualificazione del vino italiano che anche nell’ultimo anno è cresciuto del 9% oltralpe tanto che la Francia è salita al terzo posto fra i principali clienti dell’Unione, dopo Germania e Gran Bretagna.

Secondo Coldiretti (www.coldiretti.it), si sta realizzando un riposizionamento globale della produzione tricolore che diminuisce in quantità ma aumenta in qualità con oltre il 70% dedicata a vini Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento per i vini da tavola. Sul territorio nazionale – spiega la Coldiretti – ci sono 504 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi a dimostrazione del ricco patrimonio di biodiversità su cui può contare l’Italia che vanta lungo tutta la Penisola la possibilità di offrire vini locali di altissima qualità grazie ad una tradizione millenaria.

Nonostante la vittoria “fuori casa” dell’Italia, la Francia resta comunque leader nelle esportazioni mondiali di vino con un valore di circa 9 miliardi di euro superiore ai 6 miliardi fatti registrare dall’Italia che però, nel 2017 ha messo a segno il suo record storico di sempre grazie ad una crescita del 6%.

La produzione italiana nel 2017 si è attestata sui 40 milioni di ettolitri, in calo di oltre il 13% rispetto ai 46,3 milioni di ettolitri di dieci anni fa, che rappresenta quasi un terzo dell’intera vendemmia europea davanti ancora una volta alla Francia che si è fermata a 37 milioni di ettolitri e alla Spagna con 36 milioni di ettolitri. Mentre a livello globale la produzione nel 2017 ha subito un calo dell’8,2% fermandosi a 246,7 milioni di ettolitri, la più scarsa da diversi decenni. Con gli Stati Uniti fermi a 23,3 milioni di ettolitri (-1%) che restano sempre però il quarto produttore mondiale davanti all’Australia.

Per quanto riguarda i consumi di vino la Francia con 27 milioni di ettolitri – precisa la Coldiretti – precede l’Italia che si ferma a 22,5 milioni mentre al primo posto si piazzano saldamente gli Stati Uniti con 31,8 milioni di ettolitri, secondo gli ultimi dati dell’Oiv. «Il futuro del “Made in Italy” dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività che è stata la chiave del successo nel settore del vino dove ha trovato la massima esaltazione la valorizzazione delle specificità territoriali che rappresentano la vera ricchezza del Paese – ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo -. Il vino italiano è cresciuto scommettendo sulla sua identità con una decisa svolta verso la qualità che ha permesso di conquistare primati nel mondo».