V appuntamento della Stagione lirica al Teatro Filarmonico di Verona con “Anna Bolena”

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L’opera di Gaetano Donizetti proposta nell’allestimento di Paul Brown e la regia di Graham Vick. 

Domenica 29 aprile 2018 (ore 15.30; replica mercoledì 2 maggio, ore 19.00; venerdì 4 maggio, ore 20.00; domenica 6 maggio) va in scena il quinto e penultimo titolo della Stagione lirica 2017-2018 al Teatro Filarmonico di Verona con “Anna Bolena” di Gaetano Donizetti.

La tragedia lirica in due atti è proposta nell’evocativo allestimento del 2007 di Fondazione Arena e del Teatro Verdi di Trieste firmato dal regista Graham Vick, con le simboliche scene ed i ricercatissimi costumi di Paul Brown e il lighting design di Giuseppe Di Iorio.

Per l’occasione sale per la prima volta sul podio del Teatro Filarmonico a guidare gli interpreti, l’Orchestra e il Coro areniani il direttore d’orchestra valenciano Jordi Bernàcer.

“Anna Bolena” è la prima opera di Donizetti a godere di un grande e duraturo successo in Italia e all’estero, tanto da comparire sia in un caposaldo della letteratura italiana quale Piccolo mondo antico di Antonio Fogazzaro, sia nello scritto di Giuseppe Mazzini del 1835 Filosofia della musica (dove viene definita “epopea musicale”), oltre ad essere considerato da diversi critici il titolo più rappresentativo del musicista bergamasco.

La composizione nasce in un clima particolare, come risultato della rivalità tra due dei massimi esponenti del belcanto italiano, Vincenzo Bellini e, appunto, Gaetano Donizetti, entrambi scritturati dal duca Pompeo Litta per la Stagione di Carnevale 1830-1831 del Teatro Carcano di Milano, al fine di adombrare la più famosa stagione del Teatro alla Scala; e, per accrescere la sfida, i due compositori si avvalgono dello stesso librettista, Felice Romani, e di due vere e proprie star dell’epoca, Giuditta Pasta e Giovanni Battista Rubini. Come risultato, la Stagione del Carcano è un successo e l’opera donizettiana vede la sua prima rappresentazione il 26 dicembre 1830 come titolo inaugurale, mentre il marzo seguente è la volta de “La sonnambula” di Bellini.

In tempi moderni il titolo donizettiano viene messo in scena al Teatro Filarmonico di Verona solamente nel 2007, sempre per la regia di Graham Vick, con una delle “regine” del belcanto italiano: la grande Mariella Devia nel ruolo del titolo.

Il soggetto del libretto scritto dal Romani esplicita l’interesse di Donizetti verso le tre regine Tudor, Anna Bolena, Maria Stuarda ed Elisabetta I, interesse che troverà corpo anche nelle successive due opere del ciclo donizettiano: “Maria Stuarda” (1835) e “Roberto Devereux” (1837). Il libretto per “Anna Bolena” è tratto da diverse fonti letterarie, tra cui Anna Bolena di Alessandro Pepoli (1788) ed Enrico VIII ossia Anna Bolena di Ippolito Pindemonte (1816) che, a sua volta, costituisce poco più di una traduzione dell’Henri VIII di Marie-Joseph Chénier (1791). L’attenzione alla tragedia della protagonista femminile è centrale in Anna Bolena, così come il tema del potere e della rivalità tra le due donne, Anna e Giovanna, egualmente forti e talmente simili che la prima si rispecchia nella seconda, rivivendo la sua scelta giovanile.

Da qui parte la lettura del regista Graham Vick, che ha voluto ricreare sul palcoscenico del Filarmonico «un teatro forte, cosciente, epico. Quest’ultimo aspetto sarà riservato al coro, che – spiega il regista – fungerà da intermediario tra il pubblico e l’azione, senza esserne coinvolto. Non m’interessa un falso realismo, tutto si svolgerà come su un palco di teatro shakespeariano, cercando di sottolineare una dimensione simbolica, che del resto è presente anche nel libretto di Felice Romani, pieno di metafore da capo a fondo». Vick, inoltre, è fortemente attratto dallo scostamento dell’opera dal panorama del melodramma ottocentesco, poiché «Anna, la protagonista, non è innocente, ha già venduto l’anima prima dell’inizio dell’opera, quando ha acconsentito a sposare Enrico VIII, e ora paga il prezzo di questo patto col diavolo. Anche il re non può essere ridotto a un vilain, a un malvagio puro, come accade nel teatro shakespeariano o in Verdi. E Giovanna non fa altro che seguire la strada tracciata da Anna. Questa ambiguità etica connaturata ai personaggi crea situazioni complesse, giuochi di potere guidati, si capisce, dall’antitesi letto-cuore, ambizione-affetto, ma dove assume rilievo centrale la figura della sovrana che tenta di pianificare gli eventi secondo i propri desideri».

Al suo debutto sul podio del Filarmonico e con questo titolo Jordi Bernàcer, che esprime la propria soddisfazione per l’ottima sinergia instaurata con i complessi artistici areniani – già diretti con successo la scorsa estate in Arena – e gli interpreti di questa produzione: «Sono molto orgoglioso sia del lavoro svolto con l’Orchestra, che ha dimostrato grande flessibilità e capacità di interazione con i solisti, sia con il Coro, che sa creare un suono bellissimo sia nei concertati, sia nelle parti in cui è protagonista. Nella mia lettura dell’opera ho ricercato il rispetto e la fedeltà all’essenza propria del canto, adattando il legato e il fraseggio alle personalità dei cantanti. Ho cercato di dare all’opera quella fluidità di cui ha bisogno nel rispetto della storia: Anna Bolena, infatti, è la prima opera di Donizetti ad avere una consistenza organica non solo dal punto di vista teatrale, ma anche musicale. E questa lettura cerca di camminare nella stessa direzione della regia di Graham Vick, che trovo veramente molto interessante».

Protagoniste nel ruolo del titolo le voci sopranili di Irina Lungu (29/04, 4/05), che torna al Teatro Filarmonico dopo il successo ottenuto la scorsa stagione con I Capuleti e i Montecchi di Bellini, ed Elena Mosuc (2, 6/05), applaudita nel Rigoletto verdiano durante il Festival areniano 2017, mentre nei panni del re Enrico VIII ritroviamo Mirco Palazzi, la cui ultima presenza al Filarmonico risale al 2014. Anche Annalisa Stroppa torna al Filarmonico dopo il successo ottenuto nel 2015 nel rossiniano Barbiere di Siviglia, questa volta per dare voce a Giovanna di Seymour. Si alternano nei panni di Lord Riccardo Percy Antonino Siragusa (29/04, 4/05), la cui ultima esibizione areniana l’ha visto interpretare con successo nel 2015 Il Conte d’Almaviva ne Il Barbiere di Rossini, e Mert Süngü (2, 6/05), che ha recentemente rivestito il ruolo di Cassio in Otello per la Stagione Lirica 2018 al Filarmonico. Completano il cast il paggio Smeton interpretato da Martina Belli, al suo debutto con i complessi artistici dell’Arena di Verona, insieme a Romano Dal Zovo in Lord Rochefort, che conferma la sua presenza anche in questo titolo, e Nicola Pamio che torna come Sir Hervey dopo Falstaff nel 2011.