L’artigianato altoatesino mobilitato contro le nuove norme sulla privacy

Lanz (Confartigianato): «i comportamenti sbagliati dei grandi non devono penalizzare i piccoli». Corrarati (CNA): «chiediamo una deroga di almeno 6 mesi per l’applicazione della norma».

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Il prossimo 25 maggio entrerà in vigore il nuovo Regolamento UE in tema di privacy e riservatezza dei dati personali custoditi all’interno delle aziende. A partire da questa data in tutta Europa varranno le stesse regole per la tutela della sfera privata: da qui lo sconcerto di numerosi operatori economici altoatesini, con il mondo dell’artigianato che si mobilita contro l’applicazione di una legge scritta male e che prevede pesanti sanzioni in capo alle aziende.

Si tratta di una piccola rivoluzione nel mondo della privacy. Il suo percorso, però, è risultato in continua salita. Nato con l’intento di regolarizzare soprattutto le attività di marketing e profilazione svolte dai grandi gruppi societari, rischia di penalizzare le piccole imprese, che in un Paese come l’Italia costituiscono l’ossatura e il traino del sistema economico.

Numerose aziende sono incerte semplicemente perché parecchie delle regole previste e la loro applicazione nella vita quotidiana per la tutela della privacy non sono chiare. Il motivo? Lo stesso se si tratti di dichiarazioni sulle buste paga, di elenchi di clienti o di cellulari aziendali: tutte le ditte artigiane che operano con dati sensibili verranno sottoposte ad un rigido controllo.

«Di fatto le realtà di piccole dimensioni potrebbero dover pagare per il comportamento errato di alcuni grandi imprese – ha ricordato con sconcerto il presidente di lvh.apa Confartigianato Alto Adige, Gert Lanz -. Prendiamo un semplice esempio. Una classica ditta artigiana altoatesina tradizionale è composta da tre persone, un capo, un collaboratore ed un apprendista, lavora forse con quattro fornitori fissi ed ha circa 30 clienti. Per prima cosa la nostra azienda deve effettuare una complessa analisi sulla gestione e l’utilizzo dei dati, mentre il primo passo si trova nell’elaborazione di base della situazione informativa. Parimenti dispendiosa in termini di tempo è l’elaborazione e l’applicazione di misure con cui si soddisfano le nuove disposizioni. In sostanza, la nuova legge è collegata ad una serie di oneri più ampi e complessi. È giusto ricordare che ad essere sensibili non sono solo i dati, ma anche le modalità con cui vengono fatte le leggi».

Il nuovo regolamento UE porta incertezza soprattutto in quanto al momento non si sa con precisione come esso verrà concretamente applicato: «come lvh.apa Confartigianato Imprese saremo in ogni caso pronti a garantire l’adeguata consulenza ai nostri soci – ha concluso il presidente -. Resta il fatto che continueremo a sottolineare un aspetto: l’economia reale non deve essere anche in questo caso la parte penalizzata».

Sulla stessa lunghezza d’onda Cna Alto Adige: «le ingiustificabili lentezze del legislatore italiano nel recepimento del Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali rischiano di penalizzare pesantemente le piccole imprese, ossatura e traino del sistema economico italiano. La CNA chiede, quindi, una fase transitoria di sei mesi nella quale non andranno inflitte sanzioni alle imprese, come già ottenuto in sede Ue dalla Francia» afferma Claudio Corrarati, presidente della CNA del Trentino Alto Adige.

Non solo: «la CNA chiede una più stretta collaborazione con il Garante per la protezione dei dati personali per diradare preoccupazioni e timori delle piccole imprese – sottolinea Corrarati -. Chiediamo in particolare che il Garante individui le tipologie di trattamento dei dati che vanno esonerati dalla valutazione d’impatto. Precisi con puntualità le imprese tenute ad adottare il registro sulle attività di trattamento. Espliciti con chiarezza quali soggetti sono obbligati a designare il responsabile della protezione dei dati, considerato che – conclude Corrarati – alcune risposte hanno generato un clima di profonda incertezza su questo aspetto tutt’altro che secondario della nuova regolamentazione sulla privacy».