Fondo sociale europeo: in Alto Adige in ritardo, troppe risorse non spese con il rischio di doverle restituire all’UE

 Il Comitato di sorveglianza ha approvato la relazione di attuazione annuale FSE 2017. Kompatscher: «Regole chiare per riconquistare la fiducia delle imprese». Critica la Cna, Corrarati: «troppi soldi non spese a vantaggio delle aziende». 

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Ammonta a 136,6 milioni di euro la dotazione complessiva del programma operativo del Fondo Sociale Europeo 2014-20 entrato in vigore nel 2015. Il FSE rappresenta insieme al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) – che dispone di una ulteriore dotazione anche per i progetti Interreg Italia-Austria e Italia-Svizzera – uno degli strumenti attraverso i quali l’Unione Europea sostiene lo sviluppo economico, sociale e culturale a livello locale.

Le risorse messe a disposizione nell’ambito del programma operativo FSE 2014-20 sono ripartite su cinque assi: occupazione (38,3 milioni), inclusione sociale (27,3 milioni), istruzione e formazione (61,4 milioni), capacità istituzionale (4 milioni) e assistenza tecnica (5,4 milioni).

Dopo le vicende del settennato 2007-2013, con numerosi soggetti destinatari di contributi del Fondo Sociale Europeo improvvisamente privati dei fondi e costretti a fare causa alla Provincia, la sfiducia del mondo economico verso questo strumento di finanziamento si è ripercorsa sul settennato 2014-2020, per il quale non sono giunti abbastanza progetti: il rischio è che adesso l’Ue decurti una parte de finanziamento destinato a Bolzano, che risulta in coda alla classifica italiana delle regioni per percentuale di utilizzo dei fondi.

Il comitato di sorveglianza  del Fondo è il principale organismo di gestione del programma elaborato dalla Provincia di Bolzano e approvato dalla Commissione europea. Fra i suoi compiti c’è anche quello di riferire con regolarità dell’avanzamento delle misure previste dal programma stesso. In qualità di presidente del comitato di sorveglianza del programma operativo FSE 2014-20 per “Investimenti a favore della crescita e dell’occupazione” il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha sottolineato l’obiettivo primario dell’amministrazione: «vogliamo ricreare un clima di fiducia e sicurezza nei confronti dei programmi europei, specialmente fra le piccole imprese. Per questo abbiamo stabilito regole chiare e certe e stiamo lavorando insieme ai nostri partner europei per una semplificazione generale del sistema, limitando gli oneri burocratici soprattutto per le aziende con meno di 10 dipendenti e 2 milioni di euro di fatturato».

Nel corso del 2017 l’attuazione del programma ha visto un’accelerazione significativa, con l’avvio delle prime operazioni e con la pubblicazione di 8 nuovi avvisi che hanno portato a uno stanziamento complessivo di 25 milioni di euro. Al 31 dicembre  2017 risultavano identificate 226 operazioni per un valore complessivo di 23 milioni di euro. Il programma operativo ha coinvolto 1.227 partecipanti di cui il 45% di sesso femminile (550). I dati fanno riferimento ai progetti avviati nel corso del 2017, che attengono prevalentemente alle azioni di formazione continua e quindi riguardano quasi totalmente il target dei lavoratori, anche autonomi. Il 22% degli allievi coinvolti è under 30 (270 persone). Nel corso del 2017 l’Autorità di Gestione (AdG) ha proseguito l’attuazione del programma attraverso la pubblicazione di nuovi avvisi pubblici e la completa realizzazione delle iniziative in corso. Il programma per il 2018 punta sull’inserimento lavorativo dei disoccupati con maggiore difficoltà di accesso al mercato del lavoro e incentivi per l’occupazione dei target più svantaggiati fra cui i rifugiati e i richiedenti asilo, che ha visto di recente l’innalzamento dei fondi a disposizione da 5 milioni a 7,7 milioni.

Il bilancio della gestione dei fondi fatta dalla provincia di Bolzano è stato duramtente criticato dal presidnete della Cna Trentino Alto Adige, Claudio Corrarati: «troppi, sono davvero troppi i soldi potenzialmente destinati alle aziende che si stanno perdendo. Questa è la triste considerazione nel leggere le notizie di decine di milioni di euro messi a disposizione dal Fondo sociale europeo e non usati dalle PMI».

«CNA – prosegue Corrarati – già da tempo segnalava questi problemi, ma soprattutto la percezione di un distacco forte tra aziende e struttura pubblica, dovuto al fatto che troppe sono state le problematiche del passato che ancora oggi incidono sul rapporto di fiducia che deve assolutamente ricrearsi tra uffici preposti e imprese. Da tempo abbiamo chiesto di creare azioni mirate per dare chiarezza e riconsolidare un rapporto ormai deteriorato. È assurdo, in un momento come questo, in cui le aziende per ripartire hanno bisogno di aiuti concreti, buttare al vento milioni di euro che sarebbero energia pura per le nostre ditte».

Secondo Corrarati «così si rischia non solo che l’Europa veda fabbisogni bassi e pertanto conceda in futuro meno contribuzioni alla Provincia di Bolzano, ma si rischia anche che le ditte dell’Alto Adige non riescano a mantenere alte le loro competenze per carente attività di riqualificazione del personale o a migliorare i processi produttivi per mancanza di percorsi formativi. Le cose non si mettono bene nemmeno per i prossimi anni – rileva il presidente di Cna – visto che con il bilancio provinciale si dovranno trovare le risorse per poter dare adeguate contribuzioni alla crescita economica».

Cna e tutta Rete economia-Wirtschaftsnetz chiedono di avviare da subito un confronto per mettere le basi di un nuovo patto di collaborazione attiva tra modo economico e uffici pubblici per la gestione e l’utilizzo dei fondi europei. «Regole semplici, controlli agevolati dall’intermediazione delle associazioni di categoria, eventi di promozione. Ma soprattutto la capacità di dare fiducia alle nostre aziende, aiutandole a utilizzare al meglio i fondi europei, deve essere il lavoro da mettere in campo» conclude il presidente di Cna Trentino Alto Adige.