“BrennerLEC”, presentati i dati preliminari della campagna monitoraggio inquinamento su A22

Dati positivi: meno velocità porta meno inquinamento. Theiner: «con il limite di velocità a 100 km/h significativa riduzione delle emissioni». 

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Presentati i primi dati del progetto “BrennerLEC” (lower emissions corridor), il progetto pilota che vede la partecipazione di Provincia di Bolzano, tramite l’Agenzia provinciale per l’ambiente, Provincia di Trento, società Autobrennero, Università di Trento, IDM e CISMA, e il cui obiettivo è ridurre le code nelle situazioni di traffico intenso e migliorare la qualità dell’aria in condizioni di traffico normale.

I primi risultati sono stati poi presentati da parte dell’Università degli Studi di Trento. Le sperimentazioni suggeriscono che questo tipo di provvedimenti possono dare frutti concreti e potenzialmente ancora maggiori a quelli osservati sperimentalmente. In particolare, per quanto riguarda il biossido di azoto (NO2), è stata registrata una diminuzione delle concentrazioni a bordo autostrada a fronte di una riduzione reale della velocità delle autovetture. Per quanto riguarda la gestione del traffico intenso si è avuta conferma che riducendo la velocità è possibile ridurre gli incolonnamenti diminuendo così il tempo di percorrenza. Dove è stato imposto un limite di velocità dinamico di 100 km/h, ovvero nel tratto compreso fra il casello autostradale di Egna/Ora e il confine fra Alto Adige e Trentino, si è riscontrata una riduzione delle emissioni di ossidi di azoto. La riduzione della velocità media di 15 km/h (ora è di circa 110 km/h) ha portato al calo del 10% della concentrazione media di NO2 a bordo autostrada.

«Si tratta di un dato superiore alle attese – commenta l’assessore all’ambiente della provincia di Bolzano, Richard Theiner – che permette di ipotizzare un effetto ancora maggiore se la velocità reale fosse quella esposta sulle indicazioni stradali. Viaggiando a 100 km/h invece che a 130 km/h, i consumi si riducono fino al 30% e le emissioni di ossidi di azoto si riducono mediamente del 25%. Abbiamo le prove che questo provvedimento produce effetti concreti e importanti sulla qualità dell’aria vicino all’autostrada, ora è il momento di fare un passo concreto nella giusta direzione».

La conferma arriva anche dalla recente sentenza del TAR del Lazio che ha intimato al Comitato interministeriale di varare un piano d’interventi entro 30 giorni. Nei prossimi giorni si riunirà a Roma il tavolo tecnico dove l’Agenzia provinciale per l’ambiente illustrerà i primi dati del progetto “BrennerLEC”, «ed il nostro auspicio – prosegue Theiner – è che Comitato e ministero dei Trasporti prendano atto della necessità di emanare una direttiva in tal senso».

Decisivo è e sarà il criterio extra territoriale che per il momento vede coinvolte le province di Trento e Bolzano ma che in futuro si dovrà sviluppare in una logica di corridoio tra Monaco e Verona.

Tra qualche giorno prenderà avvio la seconda fase del progetto, caratterizzata da un’estensione del tratto di monitoraggio, da una sua maggiore infrastrutturazione e dall’esecuzione di tipologie diverse di test. Al termine di questa seconda fase sarà possibile capire quali sono le modalità più adatte per fare in modo che i provvedimenti portino i maggiori benefici in termini ambientali e di tutela della salute dei residenti andando ad intaccare il meno possibile la fruibilità dell’infrastruttura al fine di mantenere sempre alto il grado di accettabilità e di collaborazione da parte dell’utenza autostradale.

Parimenti, sarebbe opportuno che nei tratti interessati dalla riduzione della velocità massima si riducesse in proporzione anche il costo del pedaggio. Negli ultimi mesi, Autobrennero si è distinta in negativo per la congestione del traffico, creazione di incidenti con lunghi incolonnamenti e tempi di percorrenza medi aumentati, a fronte di un pagamento pieno del pedaggio. Sarebbe ora che nella sede della Concessionaria si iniziasse a ragionare (e ad operare di conseguenza) in una logica di mercato e di soddisfazione dei clienti, più che con la consueta logica monopolistica. Intanto, tra Bolzano e Verona p meglio utilizzare la rete delle strade statali e provinciali: spesso i tempi di percorrenza si allungano solo di poco rispetto all’autostrada, oltre ad evitare il salasso del pedaggio.