La banda ultralarga: tecnologia abilitante per imprese e territorio

Convegno in Unioncamere Emilia-Romagna per informare le imprese su uno strumento di sviluppo.

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banda ultralarga

La connettività a banda ultra larga è uno strumento che abilita all’innovazione e alla trasformazione digitale dell’azienda. Dalla diffusione della banda ultra larga (BUL) derivano benefici per le imprese che possono meglio competere sul mercato globale e opportunità di sviluppo territoriale. Questo è quanto ribadito nel convegno che si è svolto nella sede di Unioncamere Emilia Romagna, utile a comprendere lo stato di avanzamento del Piano strategico nazionale, gli interventi previsti dalla Regione, per riflettere sul ruolo giocato da tutti gli attori coinvolti nella diffusione della BUL sul territorio regionale e capire come far crescere la cultura digitale, attraverso il progetto “Ultranet. Banda ultra larga, Italia ultra moderna” sviluppato dalle Camere di commercio per aiutare le imprese a cogliere le opportunità che si potranno presto presentare.

«Internet veloce, perché questo significa banda ultralarga – ha spiegato Claudio Pasini, segretario generale di Unioncamere Emilia Romagna – è un prerequisito, un elemento base per poter consentire a ogni impresa di poter introdurre nuovi modelli di gestione e di business, di diventare più efficienti e competitive sul mercato globale. Consente di relazionarsi meglio con fornitori, con la PA e il territorio, modificare il processo produttivo, migliorare la produttività. E’ un’infrastruttura indispensabile per consentire alle imprese di cogliere tutte le opportunità dell’economia digitale».

L’Emilia Romagna procede a passi veloci verso la cablatura totale del territorio regionale. I privati hanno già investito per oltre il 50%, mentre il restante 50% sono investimenti pubblici sui quali Lepida e Infratel stanno lavorando insieme. «C’è un piano da 255 milioni che permetterà il completamento di tutte le unità immobiliari sia nelle zone a svantaggio economico, dove investe il pubblico, che in quelle più fortunate, dove investe direttamente il privato – ha puntualizzato Gianluca Mazzini, direttore generale di Lepida -. Rispetto alla scadenza fissata, il 2020, c’è qualche ritardo legato alle procedure di gara e ai ricorsi, è possibile che si arriverà al 2021. Su opere di queste dimensioni, un ritardo naturale».

Diffondere la banda ultra larga in ogni angolo dell’Emilia-Romagna è un obiettivo della Regione, e una condizione necessaria alla competitività dell’intero sistema produttivo. Secondo il risultato del bando per l’Emilia-Romagna, l’86% delle unità immobiliari sarà coperto dalla banda ultralarga (più di 100 Mega). Open Fiber, la società (proprietà divisa al 50% tra Enel e Cassa Depositi e Prestiti) che si occupa di portare la fibra ottica nelle case degli emiliano romagnoli ha in programma di raggiungere più di 760.000 unità immobiliari, più di 665.000 con la banda a più di 100 mega. Nel 2018 i cantieri interesseranno in totale 76 comuni, per circa 200.000 unità abitative e 2.500 chilometri di fibra posata.

La banda ultralarga è una condizione necessaria per la trasformazione digitale del Paese e delle imprese e riveste un’importanza strategica per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, come stabilito nella strategia EUROPA 2020. L’Italia è al 25 posto su 28 nella classifica secondo l’indicatore europeo “DESI” che valuta lo stato dell’arte del “digital divide”, anche se la copertura a Banda Ultralarga sta crescendo più della media europea. L’Emilia Romagna è più avanti nell’utilizzo di internet rispetto al dato medio nazionale e più vicino alla media europea.

«Le sfide che abbiamo davanti sono due: completare l’infrastruttura e aiutare le piccole e piccolissime imprese ad acquisire la cultura digitale – ha aggiunto Pasini –. E’ impegno difficile, ma penso che ci siano le condizioni da qui a qualche anno per poter ottenere gli obiettivi che ci siamo prefissi».

Il sistema camerale sta dando il suo contributo anche attraverso il progetto Ultranet, che punta proprio ad aiutare le Pmi a superare il “digital divide”. «E’ un’iniziativa delle Camere di commercio per accompagnare la realizzazione della banda ultralarga che sarà opportunità per la competitività delle imprese e per i territori, l’inclusione sociale, l’occupazione e per la qualità della vita nei territori – ha affermato Andrea Sammarco, vicesegretario generale di Unioncamere italiana –. L’infrastruttura potrà generare un processo di ridefinizione del business d’impresa attraverso l’approccio all’economia digitale. Ultranet vuole dare la giusta informazione alle imprese per cogliere le opportunità di questa tecnologia abilitante e dalla disponibilità di connettività qualificata, veloce e sicura».

Il progetto Ultranet lavora sul lato della domanda e in questa attività di accompagnamento imprese «Ci sono forti sinergie con i Punti impresa digitale delle Camere di commercio e i pivot camerali impegnati nella realizzazione del progetto Ultranet – ha precisato Sammarco -. Si tratta di fare cultura digitale, informazione su competitività delle imprese e mettere in giusta sinergia gli  attori territoriali».

La rete nazionale messa in piedi da Unioncamere conta ad oggi 88 PID – punti di impresa digitale – veri e propri sportelli che accompagnano le aziende nel loro percorso di digitalizzazione. In un anno sono stati stanziati 14 milioni di euro attraverso voucher per le imprese, pubblicati più di 70 bandi e realizzati circa 470 eventi di formazione con 8.000  aziende partecipanti.

Dove è arrivata la banda ultralarga si è dimostrata strumento per l’attrattività dei territori come accaduto per  alcuni piccoli comuni, come Rottofreno, in provincia di Piacenza. «Tre anni fa ci siamo ritrovati con la necessità di alcune aziende di avere una connettività che non c’era. – ha ricordato il sindaco Raffaele Veneziani, componente dell’Ufficio di presidenza di Anci Emilia Romagna -. Con una rete di imprese abbiamo fatto un progetto molto innovativo con Lepida, che ha portato quell’area industriale a essere totalmente coperta. Le aziende hanno goduto di una nuova opportunità, perché l’investimento viene ripagato in termini di accresciuta competitività. Il progetto ha aumentato l’attrattività di quella zona industriale, favorendo la possibilità di nuovi insediamenti che si stanno realizzando nell’area. In un mondo che sta sviluppando il “lavoro intelligente” e quindi di lavorare da casa, avere buona connettività può consentire in territori soggetti a spopolamento di mantenere le persone e quindi occupazione».