Alto Adige il boomerang della democrazia diretta terrorizza la Svp

Approvata una legge che consente con solo 300 firme di sospendere l’attivazione di una legge provinciale non approvata con maggioranza dei 2/3 per 6 mesi in attesa di un eventuale referendum popolare. 

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In Alto Adige le minoranze brindano all’approvazione di una legge provinciale che di fatto imbriglia lo strapotere della Svp. Con il contrappasso che è stata la stessa Svp ad approvarla, visto che due dei tre proponenti sono targati Svp (l’altro è un Verde). Di fatto, con sole 300 firma si potrà congelare per sei mesi l’efficacia delle leggi approvate dal Consiglio provinciale di Bolzano con una maggioranza inferiore ai 2/3 dei consiglieri, in attesa che chi ne abbia interesse raccolga le firme per un eventuale referendum abrogativo.

La norma-bomba è contenuta in un articolo della legge titolata “Democrazia diretta, partecipazione e formazione politica”, composta da 33 articoli, nata da un’idea del consigliere Verde Brigitte Foppa che è riuscita ad imbarcare sulla proposta anche due esponenti Svp, Magdalena Amhof e Josef Noggler. Peccato che nessuno si sia accorto degli effetti insiti nel comma 3 dell’articolo 13, che prevede la possibilità che su richiesta di 300 cittadini le leggi provinciali possano essere sospese. Per sei mesi. Per dare tempo agli altoatesini che lo desiderino di raccogliere le firme richieste (13.000) per proporre un referendum.

Chi si frega le mani per la norma grimaldello che di fatto lega le mani allo strapotere della Svp (che conta nel Consiglio provinciale uscente di ben 19 dei 35 consiglieri), l’esponente di Fratelli d’Italia, Alessandro Urzì: «chi di democrazia diretta ferisce, di democrazia diretta perisce. Io sono un convinto sostenitore della democrazia rappresentativa. Ma questa norma rischia di portare la paralisi. Comunque visto che l’hanno voluta, noi ne approfitteremo: metteremo su un gruppo di volenterosi e chiederemo la sospensione di tutte le leggi che non ci convincono».

Di parere opposto Foppa, che sottolinea l’unicità di una norma siffatta nel panorama legislativo italiano: «questa è una legge unica in Italia. Avanzatissima. È abbassato al 25% il quorum per la validità dei referendum, quindi non serve fare propaganda chiedendo di non andare a votare. Non solo: nasce un consiglio dei cittadini che, sempre su richiesta di 300 elettori, viene convocato per dare un parere non vincolante sulle scelte del consiglio provinciale. Sarà un organo composto da 12 a 25 membri estratti a sorte in maniera stratificata per rappresentare uomini e donne, fasce d’età e comunità linguistiche. Ancora: viene facilitata la raccolta delle firme per chiedere i referendum (non solo banchetti, basterà andare nei comuni). Ci sarà anche un ufficio per la cittadinanza e la rappresentanza attiva».

Sono previsti limiti: non possono essere bloccate le leggi di bilancio, quelle finanziarie o in materia di minoranze. Escluse anche le norme approvate con una maggioranza di due terzi.