La Svp lancia al Senato la via catalana del Trentino Alto Adige

Urzì: «i senatori Svp hanno realizzato un vero e proprio colpo di mano ferragostano di velluto con la richiesta dell'autonomia integrale dallo Stato, cancellato l'interesse nazionale». 

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via catalana del Trentino Alto Adige

Il Trentino Alto Adige potrebbe avviarsi verso la via catalana della politica grazie un colpo di mano istituzionale di cui sono stati protagonisti i tre senatori della Svp, Dieter Steger, Julia Unterberger e Meinhard Durnwalder (quest’ultimo nipote del più noto presidentissimo Luis, per 24 anni indiscusso kaiser dell’Alto Adige) che hanno presentato quattro distinti progetti di legge costituzionali che prevedono «l’autonomia integrale per le province di Bolzano e Trento» con fulcro nell’abolizione dell’interesse nazionale dello Stato sul Trentino Alto Adige (lo Stato viene considerato non titolato a mettere naso nelle questioni interne alle province di Bolzano e Trento).

Le proposte di legge sono state presentate a cavallo di Ferragosto, quando la politica è in ferie, ma in Trentino Alto Adige, a poco più di due mesi dalle elezioni regionali-provinciali, rischiano d’infuocare il clima politico già in ebollizione.

Nella proposta che si prefigura come una «sorta di potente spallata ai rapporti fra livelli locali e nazionale, è prevista l’abolizione de facto della Regione, lasciata solo come luogo di dibattito e coordinamento non vincolante (di facto mettendo nelle more il Consiglio regionale), l’attribuzione del potere di impugnazione delle leggi dello Stato al potere della giunta, del governo provinciale, e non più del Consiglio (sempre meno spazio quindi alle posizioni non conformi al pensiero unico), via tutte le residue funzioni ordinamentali della Regione se non quelle meramente formali. La prima branca che la Svp vuole sottrarre alla Regione è quella agli enti locali. La deriva che separerà Trento da Bolzano è sancita irreversibilmente» denuncia il coordinatore regionale e consigliere provinciale di Bolzano di Fratelli d’Italia, Alessandro Urzì.

Non solo: secondo Urzì «nelle varie proposte di legge costituzionale si prevede che alle due provincie autonome passino anche tutte le competenze residue in capo alla Regione Trentino Alto Adige. Ma il peggio viene nel passaggio del disegno di legge dal titolo “Autonomia integrale”, esemplificativo che corrisponde a dire: secessione interna. Una prova di sapore catalano? I senatori Svp arrivano ad elencare nella loro proposta la modifica dello Statuto di Autonomia l’inserimento in esso delle competenze dello Stato, pochissime, moneta, politica estera e poco altro. Come dire: siamo noi che assegniamo allo Stato le sue competenze e non viceversa… Siamo noi a indicare allo Stato che deve starsene fuori, non la Costituzione della Repubblica italiana a indicarci i limiti cui attenerci».

Fratelli d’Italia vuole stanare i due partiti di maggioranza del governo giallo-verde: «dinanzi a questo colpo di mano, mi aspetto che arrivino parole chiare da Lega e Cinque Stelle, senza ambiguità – ribadisce Urzì -. Si dica che destino si vuole riservare alla Regione ed al futuro dell’Alto Adige dentro l’Italia. Altro che ammiccamenti e mezze promesse di fare eleggere a Strasburgo con i voti italiani di Bolzano un deputato Svp. Dal canto mio annuncio la mia ferma protesta il 29 agosto quando è stata convocata la Commissione speciale per le riforme dello Statuto insediata presso il Consiglio provinciale per discutere di questo colpo di mano mascherato da autonomismo spinto, mentre tutto questo ha sapore di secessionismo catalano».